La crisi politica, ambientale/ecologico e della salute del Brasile

MST... - MST movimento dos trabalhadores rurais sem terra

Marina Dos Santos fa parte della Direzione del Movimento Sem Terra (MST) di Rio de Janeiro (BR). Ha voluto rispondere alle domande che seguono e noi le siamo molto grati.

Alberto Deambrogio: in una lettera al popolo brasiliano, all’inizio di quest’ anno, il Movimento Sem Terra (MST) ha indicato, insieme ad altre forze popolari e di sinistra, un cammino di lotta con obiettivi chiari al tempo della pandemia e della crisi sociale: cacciare Bolsonaro, vaccinare le persone, difendere il servizio sanitario nazionale (SUS), aiutare i popoli delle campagne tra i principali. Ci puoi dire a che punto sta questa lotta e come avete contribuito ad articolarla in un paese immenso come il Brasile?

Marina Dos Santos: In effetti, il Brasile sta attraversando una delle peggiori crisi della sua storia. Certamente c’è una crisi internazionale in diversi ambiti, da quello economico e politico a quello ambientale/ecologico, dei valori e della salute in tutto il mondo. Aumenta la concentrazione di reddito e ricchezza, dove l’1% della popolazione mondiale ha più ricchezza dell’altro 99% e il Brasile è incluso in questo contesto. Tuttavia, con il governo estremamente reazionario di Bolsonaro le cose peggiorano, con attacchi alla sovranità dei popoli, attacco ai diritti della classe operaia, privatizzazione dei beni naturali e delle aziende pubbliche, regressione nelle politiche di riforma agraria, distruzione dell’Amazzonia, evasione fiscale e assassini di popoli. In quest’ultimo periodo, l’aumento della disoccupazione e della fame nel Paese è cresciuto in maniera esponenziale, soprattutto a causa della sua agenda ultraliberale che accresce le disuguaglianze sociali e accresce i privilegi della classe dirigente, pratica il terrorismo di Stato contro le persone, in particolare le popolazioni indigene, i neri, le donne e le persone LGBT+, dimostrando odio per la democrazia e la partecipazione popolare.

In questo senso il MST, insieme ad altre organizzazioni sociali e politiche della campagna e della città riunite nel Fronte Popolare Brasile e Persone Senza Paura, dimostrando che è possibile coniugare l’assistenza sanitaria con azioni simboliche, ha occupato le strade, utilizzando striscioni e pentole per costruire le lotte a favore di una vaccinazione per tutti, del ritorno dell’Ausilio di Emergenza, espresse nello slogan: vaccinazione, cibo nel piatto e via Bolsonaro!

Da parte nostra continuiamo a essere mobilitati in tutti gli insediamenti e accampamenti in Brasile, producendo cibo sano, piantando alberi, fornendo educazione politica, organizzando la nostra – Giornata di formazione e lavoro di base – e contribuendo ad azioni di solidarietà nelle periferie urbane insieme ad altri movimenti e partner nella nostra lotta per salvare vite e rafforzare il nostro progetto di società.

A.D.: Le vostre lotte per la riforma agraria, contro l’agrobusiness, quello minerario e per la biodiversità sono molto conosciute. Ci vuoi descrivere quali difficoltà state incontrando su questo terreno e come provate a superarle con i vostri insediamenti?

M.D.S: Il modello agrario brasiliano, basato su alleanze politiche che costituiscono una struttura agraria iniqua ed estremamente concentrata, responsabile dell’elevata disuguaglianza sociale e della storia del lavoro schiavo nel paese, impone lo schema di sviluppo capitalista ottenendo un livello di controllo sui beni naturali. Così si attua in vaste aree la coltivazione di prodotti che incidono, distruggono l’ambiente e comportano l’impossibilità di un’agricoltura a misura di donne e uomini contadini, la cui priorità è la produzione di cibo. Il governo di Bolsonaro legittima l’azione dei paramilitari a difesa delle grandi produzioni agroalimentari, autorizza lo sterminio delle popolazioni indigene, disbosca la foresta e distrugge la biodiversità. Tutto per espandere la frontiera agricola, mineraria e il profitto delle multinazionali. Occorre anche considerare che il Brasile è uno dei paesi con la più grande concentrazione di proprietà terriera al mondo: qui l’1% dei proprietari possiede il 46% dei seminativi.

Tuttavia, data la globalizzazione del capitale e le varie forme di sfruttamento imposte in tutto il mondo, la pandemia di coronavirus, gli effetti sui lavoratori più poveri e le politiche contro la riforma agraria in Brasile, i movimenti contadini affrontano la grande sfida per sviluppare strategie che rompano il corporativismo della situazione attuale, ottenendo il sostegno della società e consentendo la riproduzione sociale delle donne e degli uomini contadini.

Pertanto il MST ha presentato alla società un programma con misure che possono promuovere rapidamente la creazione di migliaia di posti di lavoro, produrre cibo per tutte le persone, far crescere le imprese locali, garantire reddito e condizioni di vita dignitose. È necessario democratizzare l’accesso alla terra, distribuire la ricchezza e difendere i diritti delle popolazioni rurali, realizzando molteplici azioni intorno alla salvaguardia dell’ambiente, come la piantumazione massiccia di alberi e la produzione di cibo rispettoso dell’ambiente, ricordando che la riforma agraria è essenziale per garantire che i lavoratori della città ricevano cibo sano a un prezzo accessibile. Questo programma di emergenza richiede misure immediate e volontà politica da parte dei governi locali, statali e federali per risolvere i problemi dell’occupazione, del reddito e del cibo per tutte le persone. È appunto un’emergenza : occorre affrontare immediatamente i problemi.

In modo urgente è  necessario anche difendere l’Amazzonia, perché questo significa difendere il Brasile, i popoli, i loro territori, la vita e l’ambiente. E questo deve essere fatto a livello nazionale, ma anche articolando le forze internazionali.

A.D.: L’MST ha sempre saputo difendere la sua autonomia critica, ritenendo allo stesso tempo importante un lavoro non solo con i partiti di sinistra, ma con un più ampio popolo di tale area che vada oltre questi ultimi. In un Brasile che continua a vivere il pericolo autoritario, come vedi il percorso verso le prossime elezioni presidenziali? Cosa può rappresentare per voi la nuova candidatura di Lula?

M.D.S.: In questo frangente la lotta di classe acquista centralità nella contesa elettorale. Per questo non possiamo restare in disparte e dobbiamo partecipare attivamente con tutta la nostra militanza sui territori. La destra rivendica sempre tutti gli spazi istituzionali, per mantenere l’egemonia del suo potere politico e delle sue idee nella società. Ecco perché dobbiamo competere con loro in ogni spazio possibile.

La nostra priorità è garantire la sconfitta della destra e la vittoria di un progetto popolare alle elezioni presidenziali per cambiare l’equilibrio delle forze e aprire la strada alla costruzione di un – Progetto Popolare per il Brasile – e l’attuazione della Riforma Agraria Popolare. Il nostro orizzonte deve essere sempre la costruzione di un rapporto di forze favorevole nella società, combinando tutte le forme e gli spazi di lotta, riunendo forze sociali, popolari e politiche per un progetto strategico, che affronti la crisi del modo di produzione capitalistico e costruisca il cambiamento strutturale nella società brasiliana. La nostra partecipazione deve anche rafforzare il MST come strumento politico per i lavoratori e le lavoratrici e mantenere l’autonomia storica e saggia del movimento nei confronti dei partiti e dei governi.

Non possiamo sottovalutare il ruolo politico svolto dalle elezioni e poiché la nostra base sociale vi partecipa attivamente, il nostro compito è politicizzare questo processo anche con i nostri alleati. Dobbiamo sostenere, per i parlamenti statali e nazionali, le candidature che difendono il progetto e l’impegno a favore della classe operaia. In alcuni stati sosterremo prioritariamente i candidati governatori che sono impegnati in questo senso. Infine: non risparmieremo certo gli sforzi per eleggere Lula presidente!

A.D.: Il vostro profilo politico è molto originale: sapete tenere insieme elaborazioni e lotte molto eterogenee: dalle questioni che riguardano la terra, ai diritti LGBTQ+, all’antirazzismo. Fate questo rivendicando sino in fondo la necessità di una società socialista. Vorresti descriverci brevemente la vostra forma organizzativa? Come formate i vostri quadri dirigenti, soprattutto giovani?

M.D.S: Il MST è un movimento popolare a carattere politico e sindacale, che ha l’obiettivo di lottare per la terra, per la riforma agraria popolare e per una società giusta ed egualitaria per l’intera classe operaia.

La costruzione della riforma agraria popolare è stata posta al centro dell’agenda del MST e di altri movimenti sociali rurali – soprattutto quelli che si articolano con noi in Via Campesina – come progetto di sviluppo. Perché non si tratta solo di cambiare lo standard tecnico dominante con il rifiuto dei pesticidi, ma anche di costruire altre pratiche produttive, altre forme di commercializzazione, altri rapporti di lavoro, altri rapporti società-natura che superino questo modello imposto di sfruttamento e distruzione da parte dell’agrobusiness, nonché dell’estrattivismo minerario e idroelettrico.

Il nostro progetto di sviluppo agrario deve essere parte di una strategia politica volta a combattere allo stesso tempo la disuguaglianza, la povertà e la disoccupazione, aiutando a superare l’attuale modello agroalimentare. Intendiamo costruire un’altra società dove la vita delle persone e la natura  valgono più degli interessi del capitale come sistema.

Per questo lavoriamo all’ investimento in formazione, in condotte di vita rispettose dell’umano in ambiente e società, in cura della salute e della natura, in sviluppo di tecnologie finalizzate alla sovranità – sicurezza alimentare radicate nei territori come strumenti di lotta politica. L’agroecologia vista e costruita come scienza politica, socialmente impegnata anche attraverso innovazioni tecniche e tecnologiche, può quindi diventare strumento di trasformazione sociale, garantendo sovranità alimentare, riconoscimento del protagonismo femminile delle donne contadine, dei giovani e delle persone LGBTQ+. E’ l’impegno e la mistica di un progetto per una società che contribuisce veramente all’emancipazione dei lavoratori e della natura!

Continuiamo la Resistenza Attiva nei nostri territori di fronte alle politiche di smantellamento della riforma agraria e ai tentativi di privatizzazione delle terre, contro la cessione del 25% di ogni comune al capitale straniero, la regolarizzazione del land grabbing e l’appropriazione di beni e risorse naturali. Denunciamo il modello di sfruttamento agroindustriale e minerario come il principale colpevole dello scoppio di pandemie, per la sua capacità di distruzione di foreste, biodiversità e di produzione animale su scala industriale. Continuiamo a organizzare la povera gente e a combattere, perché combattere per noi è fare ciò che la gente vuol vedere realizzato.

A.D.: Quest’anno cade il centenario dalla nascita di un grande pedagogista a cui l’MST è molto legato: Paulo Freire. Ci vuoi dire in che modo fate vivere il suo insegnamento come eredità vivente?

M.D.S.: Il MST, come soggetto sociale collettivo, ha l’educazione popolare come uno dei suoi fondamenti, specialmente nel suo statuto a cui fa riferimento il lavoro di base con le famiglie senza terra che si stanno organizzando in vista della lotta per la terra, la riforma agraria e la trasformazione della società. Esse integrano in primo luogo gli accampamenti poi, con la conquista della terra, abitano gli insediamenti, cioè i territori di base delle famiglie Senza Terra.Tutto questo è legato al pensiero dell’educatore Paulo Freire, in particolare a ciò che egli presenta nel libro Pedagogia degli oppressi, un’opera suscitatrice di libertà, che contribuisce all’organizzazione delle persone in vista di una loro lettura del mondo per la sua trasformazione a partire da pratiche libertarie. Il bisogno di libertà ha come matrice la realtà dell’oppressione e sulla base delle esperienze di resistenza, aiuta le persone a costruire percorsi di liberazione.Il pensiero di Paulo Freire chiama le persone ad essere soggetto del processo di liberazione, considerando il dialogo come un elemento essenziale del metodo nel senso di una valorizzazione dell’orizzontalità, che implica ascolto e non comando verticalizzato. Nel processo dialogico si legge la realtà, avanzando allo stesso tempo in una coscienza sociale critica e in una coscienza politica, che diventa più radicale man mano che comprende la sua appartenenza alla classe operaia.Pertanto non abbiamo dubbi che l’eredità di Paulo Freire rimanga viva nelle diverse azioni che il MST organizza coinvolgendo diversi soggetti (bambini, donne, uomini, giovani, anziani, indios, diversità di ogni genere). Il suo pensiero è legato al modo in cui opera il MST nella sua organicità, nelle scuole pubbliche esistenti sui territori, favorendo la formazione critica degli educatori e nell’organizzazione di percorsi volti a costruire la consapevolezza degli studenti e delle comunità. La sua eredità è presente anche in attività e celebrazioni culturali, nel rispetto delle diversità generazionali, sessuali, razziali e di genere. Paulo Freire educatore del popolo, come abbiamo ribadito quest’anno durante il Viaggio Nazionale che abbiamo organizzato, ci educa permanentemente nella direzione di una prassi, di nuovi valori e nella speranza della costruzione un nuovo ordine sociale.

Alberto Deambrogio

8/12/2021 https://transform-italia.it

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