La dimensione digitale della violenza di genere

In corrispondenza con la Giornata Internazionale della Donna dell’8 marzo, la FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap) organizzerà nel pomeriggio (ore 17.30) l’incontro online denominato Le mimose non bastano. La dimensione digitale della violenza di genere.
Aperto dal presidente della Federazione Vincenzo Falabella e moderato da Silvia Cutrera, coordinatrice del Gruppo Donne della FISH, l’incontro prevede gli interventi di Silvia Lisena del Gruppo Donne della UILDM (Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare) (
Il caso Sdrumox); Silvia Brena di Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti (La 7a Mappa dell’intolleranza); Federico Faloppa, coordinatore della Rete nazionale per il contrasto ai discorsi e ai fenomeni d’odio (Il linguaggio dell’odio e la costruzione linguistica della diversità); Laura Abet del Gruppo Donne della LEDHA (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) (Violenza, tramite parole, video ed immagini); Stefania Leone e Haydée Longo del Gruppo Donne della FISH (Accessibilità digitale: innovazione e tecnologia per l’uguaglianza di genere).
La diretta streaming sarà disponibile sulla pagina Facebook e sul canale YouTube della FISH e sarà inoltre possibile accedere alla sala virtuale, registrandosi tramite questo link.
Le conclusioni dell’incontro dell’8 marzo saranno affidate a Silvia Cutrera, così come noi affidiamo pure a lei, qui di seguito, la presentazione dei contenuti.

Il 20 ottobre 2021, il GREVIO, Gruppo di esperti/e sulla lotta contro la violenza nei confronti delle donne, organismo indipendente del Consiglio d’Europa che monitora l’applicazione della Convenzione di Istanbul (Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica) in tutti i Paesi che l’hanno ratificata, ha adottato la Raccomandazione Generale n. 1 sulla dimensione digitale della violenza di genere.
La violenza contro le donne, compresa quella domestica, è una delle forme più gravi di violazione dei diritti umani basata sul genere ed è un fenomeno mondiale. Da molti anni, gli episodi di violenza di genere contro le donne sono stati amplificati o agevolati dalla tecnologia, in particolare la tecnologia utilizzata negli ambienti online e digitali.
Il GREVIO considera allarmante la perpetrazione della violenza contro le donne online o con l’aiuto della tecnologia, ritenuta come una continuità aggravante delle diverse forme di violenza che colpiscono le donne stesse.
Le forme digitali di violenza di genere contro le donne sono per altro particolarmente evidenti per le donne esposte a forme incrociate di discriminazione, dovute a fattori quali la disabilità, lo status di migranti, l’orientamento sessuale, la religione, la condizione sociale.

La violenza di genere contro le donne attuata nella sfera digitale ha un grave impatto sulla loro vita, compresa la salute psicologica e fisica, la loro sicurezza e la loro reputazione. L’odioso abuso a cui sono sottoposte negli ambienti online fa sì che molte si ritirino dalla partecipazione e dall’esprimere le proprie opinioni sulle piattaforme, con una conseguente grave perdita del loro punto di vista.
Nel 2022, secondo l’ultima Mappa dell’intolleranza prodotta da Vox – Osservatorio Italiano sui Diritti, che monitora l’odio espresso sui social tramite Twitter, le donne sono state le più colpite, seguite dalle persone con disabilità [se ne legga già ampiamente anche sulle nostre pagine, N.d.R.].
Recentemente le donne con disabilità sono state insultate e offese da un tale “Sdrumox”, youtuber, che, in una trasmissione di 90 minuti e 50.000 visualizzazioni, utilizzando un linguaggio sessista e maschilista, ha descritto le sue fantasie sessuali con ragazze con disabilità, soprattutto con sindrome di Down, denigrandole e riducendole a passivi oggetti sessuali.
Tali azioni costituiscono forme di molestie sessuali online, atti di bullismo a sfondo sessuale che alimentano la diffusione di volgarità sul presunto comportamento sessuale delle donne. Un linguaggio che incita all’odio sessista e contribuisce a creare un clima sociale in cui le donne con disabilità vengono umiliate, la loro autostima ridotta e le loro attività limitate, anche sul lavoro, nella vita privata, nella sfera pubblica od online.

L’incitamento all’odio sessista spesso costituisce un primo passo nel processo verso la violenza fisica, può anche degenerare o incitare ad atti apertamente offensivi e minacciosi, compresi l’abuso o la violenza sessuale o lo stupro, rientrando così nell’àmbito di applicazione dell’articolo 40 della Convenzione di Istanbul relativo alle molestie sessuali («Le Parti adottano le misure legislative o di altro tipo necessarie per garantire che qualsiasi forma di comportamento indesiderato, verbale, non verbale o fisico, di natura sessuale, con lo scopo o l’effetto di violare la dignità di una persona, segnatamente quando tale comportamento crea un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante o offensivo, sia sottoposto a sanzioni penali o ad altre sanzioni legali»).
Infine, tutte le forme di violenza contro le donne perpetrate nella sfera digitale hanno un impatto psicologico e potrebbero essere classificate come violenza psicologica esercitata online e con l’uso della tecnologia a cui le donne con identità intersezionali sono più esposte.

Nelle conclusioni della citata Raccomandazione generale n. 1, il GREVIO richiama l’attenzione sulla necessità di riconoscere la violenza contro le donne nella sua dimensione digitale come un continuum della violenza contro le donne offline e invita gli Stati Parti della Convenzione di Istanbul a riconoscere la natura di genere della violenza e degli abusi perpetrati online e attraverso la tecnologia, raccomandando inoltre agli Stati stessi di adottare misure adeguate nei settori della prevenzione, della protezione, dell’azione penale, insieme a politiche coordinate.

Silvia Cutrera

Coordinatrice del Gruppo Donne della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap).

3/3/2023 https://www.superando.it

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