La Diplomazia Sanitaria Cinese

La “diplomazia sanitaria”, intesa come “ogni attività in campo sanitario che abbia l’implicita intenzione di migliorare i legami politici, economici e/o culturali fra il paese donatore e quello ricevente, in linea con la politica estera del paese donatore”[1] è stata applicata per decenni, in misura maggiore o minore, da tutti i paesi donatori nei confronti di quelli riceventi. La cooperazione sanitaria Cinese, in Africa non ha fatto e non fa eccezione.  Risale ad almeno una sessantina di anni fa, quando la Repubblica Popolare iniziò ad inviare medici nel continente. Il primo gruppo fu inviato in Algeria nel 1963. Ne seguirono altri: più di 15.000 medici in 47 paesi[2]. Le spese relative al viaggio delle équipes mediche e al loro mantenimento erano quasi sempre a carico dei paesi riceventi e pesavano sul loro bilancio sanitario[3]. I medici facevano spesso parte di una collaborazione più ampia ed erano percepiti come una necessità più politica che sanitaria, come quando furono inviati in Tanzania al seguito degli operai che costruivano la TAZARA (Tanzania – Zambia – Railways). Oltre all’invio di medici, la Cina, ben prima di diventare la superpotenza economica che è oggi, ha costruito numerose infrastrutture, fornito equipaggiamenti, formato personale sanitario.

Maurizio Murru

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25/1/2021

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