La doppiezza occidentale e il genocidio silenzioso in Palestina
Le parole di Netanyahu, a fronte del macabro show delle bare di alcuni ostaggi israeliani messo in scena da Hamas, rimbombano con una eco di vendetta ancestrale, un linguaggio che l’Occidente comprende e, tragicamente, sembra giustificare. “Dolore insopportabile, faremo i conti con Hamas” tuona il premier israeliano, piangendo i suoi ostaggi, quei pochi che per mesi hanno monopolizzato le prime pagine, le angosce televisive, le veglie commosse del mondo benpensante. E per loro giustizia è dovuta, vendetta è sacrosanta.
Ma dove risuona la voce del sangue palestinese? Dove sono le prime pagine per le decine di migliaia di innocenti strappati alla vita sotto le bombe? Oltre 70.000 morti, una stima già macabra eppure destinata a crescere man mano che le macerie di Gaza, sepolcro di un’umanità dimenticata, restituiscono i loro orrori. Trentamila bambini, un’intera generazione cancellata, mutilata, orfana. Fantasmi che vagano tra le rovine di una terra rasa al suolo, mentre il mondo distoglie lo sguardo.
La doppiezza occidentale è un crimine nel crimine. Si commuove per gli ostaggi israeliani, giustamente, ma nega l’umanità ai prigionieri palestinesi, migliaia di anime anonime, inghiottite dalle carceri israeliane, torturate, umiliate, senza processo né speranza. Non sono forse anche loro ostaggi? Ostaggi di un sistema oppressivo, di un’occupazione brutale, di un silenzio assordante che li condanna all’oblio.
Il massacro di Gaza è un genocidio silenzioso, perpetrato sotto gli occhi complici e schifosamente compiaciuto dell’Occidente che, per convenienza politica o ignavia morale, sceglie di vedere solo ciò che vuole vedere. Il 7 ottobre è stato un orrore, ma non giustifica l’orrore ancora più grande che si sta consumando da oltre un anno in Palestina. Non legittima la punizione collettiva di un popolo intero, la sua deportazione, la sua annientazione.
Netanyahu promette di “fare i conti con Hamas”, ma i conti più pesanti li sta presentando al mondo la carne martoriata dei bambini palestinesi. Un conto che grida vendetta, non quella becera e cieca del premier israeliano, ma quella della giustizia, della verità, della memoria. Perché il sangue palestinese non è meno prezioso di quello israeliano, e la dignità umana non conosce confini né etnie. È tempo che l’Occidente si risvegli dalla sua ignavia complice e riconosca l’umanità negata al popolo palestinese, prima che la terra promessa diventi un immenso cimitero della coscienza. In ultimo spicca lo schifo vigliacco del Parlamento italiano che ha parole parla di due Stati e due Popoli e poi in realtà boccia, nelle ultime ore, la mozione per il riconoscimento dello Stato palestinese.
Marco Nesci
22/2/2025 https://www.apcinkiesta.it/
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