La ICJ stabilisce che Israele “deve prevenire atti di genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza”, ma non chiede la fine della guerra

L’Aja-InfoPal. Pur contenendo alcune parti positive, la sentenza della Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) è in stile don Abbondio contro i Bravi, nel romanzo di manzoniana memoria, cioè un bel nulla di fatto. Il genocida continuerà a massacrare, piagnucolando nei media che la ICJ è antisemita e via dicendo. L’ONU è morta, insieme a tutti i suoi organismi, giustizia compresa, perché ciò che emerge è il solito doppio standard nel trattare le questioni internazionali (ricordiamo l’ordine dato dalla ICJ alla Russia di sospendere le operazioni militari in Ucraina). Dire all’assassino psicopatico sionista di essere più umano con le vittime è come dire a un serial killer di trattenersi un po’ e essere meno seriale.

L’Occidente, con tutte le sue farlocche istituzioni, non può fermare i genocidi perché fanno parte della sua natura coloniale. Questa sentenza politicamente corretta che non ferma un genocidio in atto lo dimostra definitivamente. La speranza è nell’ascesa rapida e radicale del Sud Globale e del mondo dei BRICS senza l’Egemone occidentale di cui il sionismo è parte.

Oggi, venerdì 26 gennaio, la Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) ha stabilito che Israele, la potenza occupante, deve adottare misure per prevenire atti di genocidio contro i palestinesi nella Striscia di Gaza.

La Corte internazionale di giustizia ha aperto la sua sessione, nella città olandese dell’Aja, per decidere sulla richiesta del Sud Africa di adottare misure precauzionali nella causa per “genocidio” intentata contro lo Stato occupante e i suoi crimini a Gaza.

Il presidente della ICJ, Joan Donoghue, ha affermato che la corte è estremamente preoccupata per la perdita di vite umane nella Striscia di Gaza a seguito dell’offensiva militare israeliana in corso.

La maggioranza dei 17 giudici ha votato a favore di azioni urgenti, soddisfacendo la maggior parte delle richieste del Sud Africa, con l’eccezione significativa, e attesa da molti, dell’ordine per fermare la guerra a Gaza.

Il giudice ha affermato che, secondo la corte, almeno alcune delle azioni israeliane a Gaza, denunciate dal Sud Africa, rientrano nelle disposizioni della Convenzione sul genocidio delle Nazioni Unite, aggiungendo che la corte non può “accettare la richiesta di Israele di archiviare la causa intentata dal Sud Africa”.

Inoltre, la corte ha ordinato a Israele di astenersi dall’incitare al genocidio a Gaza e di punire chiunque sia coinvolto in tali azioni. Israele è stato incaricato di adottare misure per impedire la distruzione delle prove relative al presunto genocidio. La ICJ ha chiesto che Israele presenti un rapporto su tali misure entro un mese dalla decisione.

La Suprema Corte delle Nazioni Unite si è fermata prima di ordinare un cessate il fuoco, ma ha concesso una serie di misure di emergenza richieste dal Sud Africa mentre esamina l’intero caso che accusa Israele di genocidio.

La ICJ ha riconosciuto il diritto dei palestinesi di Gaza ad essere protetti da atti di genocidio.

Nel portare il caso davanti alla ICJ, il Sud Africa aveva chiesto l’immediata cessazione dell’aggressione militare in corso da parte di Israele, che ha ucciso più di 26.000 palestinesi, ma la corte non lo ha concesso.

Prevenzione del genocidio.

La ICJ ha affermato: “Israele deve adottare tutte le misure previste per prevenire il genocidio nella Striscia di Gaza, per prevenire la distruzione nella Striscia di Gaza e presentare un rapporto alla corte riguardante tutte le misure temporanee imposte”.

La ICJ ha esortato “Israele ad adottare misure per migliorare la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza, per garantire immediatamente che il suo esercito non commetta le suddette violazioni e per garantire la fornitura immediata dei bisogni umanitari urgenti nella Striscia di Gaza”.

La ICJ ha, inoltre, invitato lo Stato occupante a “impegnarsi per evitare tutto ciò che riguarda l’uccisione, l’aggressione e la distruzione contro i residenti di Gaza, e ad adottare misure per prevenire l’incitamento al genocidio”.

Il presidente della Corte internazionale di giustizia, giudice Joan Donoghue, ha dichiarato: “La Corte internazionale di giustizia è molto consapevole della tragedia che ha luogo a Gaza e condanna le uccisioni in corso”.

Ha sottolineato che la campagna israeliana su Gaza “ha portato a una distruzione su vasta scala e all’uccisione di un gran numero di cittadini. Ha portato anche alla morte di oltre 25.000 persone, al ferimento di circa 60.000 e allo sfollamento di un gran numero di cittadini”.

La corte ha affermato che il popolo palestinese nella Striscia di Gaza “è soggetto a protezione ai sensi della Convenzione sul genocidio”.

Durante la sessione, il giudice Donoghue ha esaminato le dichiarazioni di un certo numero di dirigenti israeliani, inclusa la dichiarazione del ministro della Guerra, Yoav Galant, che ha descritto il popolo di Gaza come “animali umani”. “Questi esempi sono sufficienti per indicare che le affermazioni del Sud Africa possono essere molto realistiche”, ha detto Donoghue.

Ha sottolineato che la corte ha ritenuto che “i rapporti e le prove forniti dal Sud Africa sono ragionevoli”.

Donoghue ha aggiunto che la corte “garantisce il diritto di entrambe le parti di presentare relazioni e prove e di fornire rapporti emessi dai comitati di ricerca e indagine”.

La Corte, tuttavia, non ha invitato Israele a sospendere la sua campagna militare a Gaza né a raccomandare un cessate il fuoco, sottolineando solo che gli aiuti umanitari dovrebbero essere ammessi nell’enclave.

26/1/2024 https://www.infopal.it/

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