La loro sanità ci uccide
Nel 2016: spesa sanitaria al 6,6% del PIL, con 133,3 milioni di euro! E’ il livello più basso degli ultimi dieci anni (a livello europeo il rapporto spesa sanitaria PIL sta al 10,3%) e…l’Italia conquista il terz’ultimo posto nei paesi Ocse.
Infatti la spesa per i Livelli Essenziali di assistenza si riduce dal 48,16% al 44,72 e la spesa per la prevenzione resta sempre al 4% ovvero a 4,9 miliardi invece del 5% (1 miliardo in più) come previsto sempre a livello europeo. Questi tagli significano che altri 205 esami di laboratorio, test genetici e allergici, risonanza magnetica e TAC non vengono più garantiti dal SSN e Regionale; i tempi di attesa per visite e prestazioni aumentano del 58%; la compartecipazione dei cittadini ad una sanità sempre più moribonda sale al 31%; 10 milioni di italiani hanno effettuato visite in nero nel privato; il CENSIS dichiara che 560 mila famiglie italiane si è indebitata ed ha venduto casa per curarsi; 500 mila italiani affrontano all’anno “i viaggi della speranza” specialmente dal sud al nord; 1 cittadino su 10 rinuncia alle cure dentali; i bambini sono sempre più in sovrappeso e obesi; gli anziani vedono abbassarsi la loro aspettativa di vita in buona salute dopo i 65 anni.
La rinuncia a curarsi causa le liste di attesa, i costi eccessivi, e la distanza dal luogo di cura ha colpito duramente la popolazione più povera
Mancano 61 mila infermieri e 6 mila medici sia nelle aziende sanitarie che nei territori, nonostante i tagli e chiusure di migliaia di posti letto, piccoli ospedali, servizi (materno infantile, SERT, consultori, diurni, case famiglia…) e trasformazione dei reparti di degenza rimasti, prima differenziati per patologie, ora unificati secondo “l’intensità” di cura. Aumentano i casi di malasanità specialmente per la carenza di personale da nord a sud, in grandi e piccoli ospedali e i rischi in sanità annientano ogni principio di cura, dopo aver fatto piazza pulita della prevenzione del danno ed aver privatizzato totalmente la riabilitazione.
E E COME LA MERCIFICAZIONE DEI NOSTRI CORPI GARANTISCE GUADAGNI, COSI’ LA MERITOCRAZIA E LA PRODUTTIVITA’ PREVISTA NEL SALARIO ACCESSORIO DEGLI OPERATORI DELLA SALUTE DEVE GARANTIRE PROFITTI E RISPARMI!
Avrà un salario accessorio chi accetterà la logica di lavorare non con persone che hanno bisogno di cure umanizzate, ma con oggetti da riempire di farmaci, di diagnosi ed interventi maggiormente rimborsati dalla regione; chi accetterà di lavorare male e sott’organico; chi accetterà flessibilità e menefreghismo; chi applicherà il turn over dei malati anche senza che il percorso di cura sia terminato; chi non avrà niente da dire se il cibo sarà scadente, se i parenti lo porteranno da casa insieme alla carta igienica, alle lenzuola, ai disinfettanti, ai farmaci… accettando di fatto che la professionalità richiesta ad un operatore della salute diventi, nel suo totale svilimento di finalità, lo strumento principale per potenziare le assicurazioni e studi/cliniche/laboratori privati.
Gli obiettivi da raggiungere per avere il salario di produttività sarà il numero di assistiti NON la qualità dell’offerta sanitaria pubblica; sarà del tutto secondario se il cittadino/utente/cliente sarà curato fino alla sua guarigione e per non ammalarsi più, visto che l’importante è che, alla fine dell’anno, i numeri stabiliti negli obiettivi dei singoli reparti siano stati rispettati e magari pure aumentati!
Nessuno deve rinunciare alle cure a causa dei costi e nessuno dovrà andare in rovina a causa di una malattia
Che ci siano pochi infermieri, che molti siano precari ed esternalizzati a part time, che la ditta delle pulizie abbia operatori sottopagati che lavorano in tutti i reparti per 3 ore al giorno, che i medici abbiano già fatto 16 ore di guardia, che il dirigente UOC sia impegnato in qualche altra clinica privata e e utilizzi gli specializzandi…non è un problema…visto che bisogna risparmiare… se poi ci sono mesi e mesi di attesa per un ricovero, per una visita, per una ricerca diagnostica e il cittadino/utente/paziente muore…non è un problema…abbiamo risparmiato!
Chiusura di Ospedali, cancellazione di posti letto, continuo blocco delle assunzioni, aumento dei ticket. Questo accanimento terapeutico è la cura di lor signori
Bisogna con la meritocrazia differenziare gli operatori sanitari..come se fosse possibile curare a “intermittenza” e non tutti insieme come gruppo di curanti, secondo il turno di lavoro di ciascuno nelle 24 ore oppure a “compiacenza” della caposala o del dirigente medico: l’infermiere del turno di mattina ha curato, quello del pomeriggio un po’ meno, quello di notte negativo…quell’infermiere si rifiuta di lavorare 12/18 ore consecutive o di tornare il giorno di riposo…quell’altro non è ossequioso col dirigente e vuole essere umanamente professionale nel lavoro di equipe…e quell’altro ancora invece ha capito che il malato non conta rispetto a chi comanda e decide.
QUALE GARANZIA DELLA CONTINUITA’ E QUALITA’ DI CURA? MOBILITIAMOCI COME OPERATORI DELLA SALUTE PER CONTROINFORMARE GLI UTENTI E PER IMPORRE DIGNITA’, QUALITA’ UMANIZZAZIONE NEL NOSTRO LAVORO A GARANZIA DELLA SANITA’ PUBBLICA NELLA PREVENZIONE, CURA E RIABILITAZIONE.
PUBBLICATO SUL NUMERO DI NOVEMBRE DEL PERIODICO CARTACEO LAVORO E SALUTE
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