La lotta antinucleare è fondamento del movimento ecologista e pacifista italiano

Il referendum sul nucleare e lo spectre delle “opinioni tecniche”

Nel 2011 ero alle medie ed erano gli anni del referendum sul nucleare. In casa mia era argomento di tutti i giorni, mentre alcuni miei compagni di classe facevano sottintendere che i loro genitori o non avrebbero votato o avrebbero votato SI perché “bisognava dare spazio all’evoluzione, al progresso e alla scienza”.

La motivazione “scientifica” che i media veicolavano era che d’altronde eravamo circondati dalle centrali nucleari francesi, non pensando invece che già quelle fossero un potenziale rischio che non bisognava sovraccaricare. Ma peggiore è stato il video che si dava in omaggio gratuitamente nelle tabaccherie in cui Alessandro Cecchi Paone faceva divulgazione scientifica su come era bello e importante aprire al nucleare (non so voi, mai io ho sempre preferito l’onestà di Roberto Giacobbo rispetto a Cecchi Paone… E la dice lunga). 

Ricordo che si faticava ad avere un’opinione sull’argomento e che la stessa opinione pubblica già affermava che per esprimersi sul nucleare bisognava avere un’opinione “tecnica” e che fosse un argomento per “specialisti”. All’epoca il dibattito sulla neutralità o meno della scienza era ancora più tabù di oggi e poco si rifletteva sul fatto che anche nella comunità scientifica l’opinione è sempre cambiata da scienziato in scienziato in base al loro ambito di ricerca, in base al loro pensiero politico e al fatto che siano o meno sul libro-paga di colossi inquinanti. In tutto ciò c’erano sia persone comuni sia scienziati che sostenevano che il problema delle scorie radioattive non fosse mai esistito: “si fa un’enorme stanza di cemento armato blindata nella montagna o sottoterra e la si copre” – dicevano.

La gente si era dimenticata della centrale nucleare di Caorso costruita su richiesta dell’Enel tra il 1 gennaio 1970 e il 23 maggio 1978 da parte di Ansaldo Meccanico Nucleare in collaborazione con la General Electric, spenta dal 25 ottobre 1986 che comunque ha continuato a produrre radiazioni per anni fino al completo smantellamento conclusosi nel 2022. Poi è arrivata Fukushima nel 2012 e tutti si sono ricordati delle scorie radioattive e delle radiazioni che potevano contaminare frutta verdura carne, pesce e la stessa salute umana e ambientale. Nonostante ciò, il referendum contro il nucleare vinse insieme a quello per l’acqua pubblica e per il legittimo impedimento, ma rimangono ancora stagnanti nei tanti faldoni dei lavori parlamentari.

La riabilitazione del nucleare come “green”: un’operazione di lobbying dei tycoon hi-tech

Eppure con i tempi di amnesia generale, oggi il nucleare viene continuamente divulgato a reti unificate come “energia rinnovabile” e soprattut. Secondo la legislazione dell’Unione Europea, l’energia nucleare non è una fonte rinnovabile in quanto, nonostante l’elevata efficienza delle centrali nucleari, la scissione dell’uranio comporta la produzione di scorie radioattive. Eppure a settembre 2022 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale europea il regolamento delegato 2022/1214 della Commissione Ue, che include gas e nucleare dalla lista degli investimenti considerati “sostenibili” dal punto di vista ambientale. Non si sono fatte attendere le reazioni dei delusi e degli ambientalisti. Nucleare e gas fossile sono rientrati ufficialmente nella “tassonomia verde”. Il 6 luglio 2022, infatti, il regolamento delegato 2022/1214 è riuscito a ottenere il via libera dal Parlamento Europeo, ponendo fine a dubbi, incertezze e speranze. Durante la plenaria, gli eurodeputati hanno, infatti, bocciato la mozione di rigetto dell’atto delegato con cui lo scorso 9 marzo la Commissione Ue aveva proposto l’inclusione, a determinate condizioni, di specifiche attività energetiche legate al nucleare e al gas. Il documento-presentato da cinque gruppi politici- non è dunque passato, decretando l’ammissione delle due tecnologie fra i progetti verdi, finanziabili anche con fondi Ue. La stessa mozione era stata precedentemente approvata dalle commissioni Ambiente ed Economia del Parlamento a metà giugno.

La “Tassonomia verde”, di cui si è parlato in Europa, è una grande operazione di greenwashing, un gioco giuridico-burocratico e finanziario per far passare moltissime aziende, assolutamente tossiche, come “verdi”. Non dimentichiamoci che quella che viene continuamente chiamata “transizione ecologica” (leggasi “finzione ecologica”) è in realtà quella che dovrebbe essere definita “transizione digitale” che poco si sposa con l’ecologico e il “sostenibile”, a tal punto da diventare una colossale strategia di marketing per il nuovo brand green. L’idea è quella di agevolare le tantissime aziende penalizzate dalla crescente sensibilità ambientale, spacciandole i loro prodotti per “green” anche se mai lo saranno. 

Stati come Austria, Germania, Spagna si sono dichiarati fermamente contrari all’inclusione dell’atomo nel testo della tassonomia verde e non è un caso che Paesi come la Francia, che soddisfa gran parte del proprio fabbisogno energetico con le centrali nucleari, siano stati favorevoli alla proposta. 

La motivazione scientifica, assolutamente subordinate a quella economica, è che si tratta di “nucleare di quarta generazione”, un insieme di tecnologie che sulla carta dovrebbero consentire di produrre energia dall’atomo in modo più efficiente e sicuro, ma che in realtà sono l’ennesimo specchietto per le allodole esattamente come lo sono i “nuovi OGM”, le tecnologie NBT, la “clean meat” e tutto il settore del food-tech.

I rischi sono elevatissimi, ma dietro ci sta la corsa ai nuovi investimenti in nuove tecnologie da parte di grandissime corporation, filantrocapitalisti dello stampo di Bill Gates e Bezos (stessi che hanno avviato nuove attività estrattive in Groenlandia in questi anni) e i grossi colossi finanziari.

Il nucleare NON è una RISORSA RINNOVABILE, non lo è mai stata e mai lo sarà, anche se sulla carta lo diventerà per azione di qualche lobbyista nelle istituzioni europee.

Ambientalisti “voltagabbana”? I casi dell’ONG Amici della Terra

Sebbene la lotta antinuclearista sia un fondamento dell’ecologismo e dell’ambientalismo italiano della prima ora, oggi con la moda del “liberalismo progressista” che ha influenzato gran parte anche del movimento – oltre che della politica, spingendola verso un processo di omologazione ed appiattimento su simili opinioni – alcuni esponenti del movimento ambientalista italiano sembrano strizzare l’occhio all’ “innovazione nucleare”. Il 5 maggio 2022, sul sito di Fridays for Future è apparso un articolo dal titolo Il Nucleare è una soluzione ? il cui fine non era avallare il nucleare tout court, ma piuttosto lanciare una nuova “narrativa” sul tema dell’energia ed in particolare su quella derivante da fissione nucleare, affrontando la questione con un approccio diverso e per rendere il dibattito “meno polarizzato e violento”. Per quanto sia ammirabile provare ad affrontare un tema in modo sano e chiaro, ad oggi non ci sono basi per smettere di categorizzare il dibattito vista la grande spinta industriale del nucleare sia in ambito energetico e militare.

Invece un caso di “ambientalisti voltagabbana” è quello dell’ONG Amici della Terra, organizzazione ambientalista nata nel 1978 che, con il Partito Radicale e i Verdi, fu motore delle lotte politiche e sociali che portarono al referendum anti-nucleare del 1987. Negli anni l’organizzazione si è sempre di più allontanata dalle posizioni del movimento ambientalista ed ecologista italiano, schiacciando l’occhiolino alla destra e arenandosi con posizione che addirittura nulla hanno mai avuto a che fare con le lotte per il bene comune, la salute pubblica e l’ambiente. A novembre 2022, contro l’evidenza scientifica e rigirando i dati degli studi più attuali a proprio uso e consumo, l’ONG Amici della Terra ha espresso la sua opinione a favore degli inceneritori, facendo intendere che fossero ormai un tabù da superare che l’ambientalismo dovesse invece concentrarsi di più sull’inquinamento derivante dal traffico. Per chi si occupa di lotte ambientali sa benissimo che sia l’incenerimento sia il traffico sono le facce della stessa medaglia, ovvero una società industriale che fa del profitto e dell’antropizzazione i suoi unici scopi in barba alla difesa, alla salvaguardia e alla tutela degli ecosistemi.

Il 7 aprile 2024, Il Corriere della Sera ha pubblicato un articoletto sugli Amici della Terra in cui si afferma che durante il XXI Congresso dell’associazione, tenutosi il 6 aprile, è stata approvata una mozione per promuovere la “fiducia nella scienza”, “lo sviluppo sostenibile”, “l’industria responsabile” nonché la loro “svolta pro-nucleare” in nome della presunta “neutralità tecnologica” (espressione di cui non si capisce il significato).

“Pensavamo, come Amici della Terra, che il nucleare non sarebbe sopravvissuto dopo Chernobyl o dopo Fukushima e invece la ripresa è stata consistente in tutto il mondo. Questa fonte ha superato la sua fase critica e si conferma oggi maggiormente efficiente, affidabile e sicura rispetto a tutte le altre prive di carbonio. Non possiamo che prenderne atto e per questo ho chiesto di sottoporre questa scelta, per noi storicamente rilevante, e di discuterne oggi in Congresso.” – ha dichiarato la presidente Monica Tommasi.

Tutto ciò in perfetta sintonia con quanto affermato dall’ex Ministro della transizione ecologica Roberto Cingolani, attuale amministratore delegato dell’azienda bellica Leonardo Spa. Quando era a capo del dicastero dell’Ambiente nel governo Draghi, l’attuale amministratore delegato di Leonardo affermava che «Il nucleare è la scelta corretta per il futuro», mentre a dicembre 2023, ha affermato al Corriere: «Finalmente è prevalso l’aspetto tecnico su quello ideologico».

Il camaleonte, usato dagli Amici della Terra per la grafica della Conferenza Nazionale sull’Efficienza Energetica, rappresenta perfettamente il camaleontismo politico dell’associazione in termini di risorse rinnovabili.

La candidatura controversa di Giovanni Mori per Europa Verde Brescia

In vista delle elezioni europee di quest’anno la lobby nuclearista si fa sempre più forte e sta facendo di tutto per infilare i suoi candidati nelle liste di qualsiasi partito, anche in quello dei Verdi.
I Co-portavoce provinciali di Europa Verde Brescia, Salvatore Fierro ed Elisa Minelli (Consigliere Federale Nazionale in quota Lombardia), e Cesare Giovanardi (membro dell’esecutivo
regionale di Europa Verde – Verdi Lombardia) si sono infatti schierati contro la candidatura alle Europee del bresciano Giovanni Mori in rappresentanza di Alleanza Verdi Sinistra alle Europee e come “Verdi”.

«La federazione di Europa Verde Verdi Brescia – scrivono in una nota congiunta – non era al corrente di questa scelta della Direzione Nazionale e non condivide la candidatura di Mori (tra l’altro non ci risulta tesserato Europa Verde Verdi Brescia), perché in conflitto con uno dei massimi principi ispiratori e guida della Carta dei Verdi Europei, adottata a Ginevra nel 2006 dal Partito Verde Europeo e da Europa Verde – Verdi. Nello specifico quello inerente l’energia nucleare secondo cui “i Verdi traggono origine da molti movimenti sociali: ambientalisti e attivisti contro il nucleare preoccupati per i danni crescenti arrecati al nostro pianeta […]». « I Verdi – continano gli esponenti bresciani – sostengono un’Europa libera dal nucleare, per i rischi civili e militari che il nucleare presenta, per gli oneri che esso impone alle generazioni future e per l’apparato di sicurezza che esso richiede. Per i Verdi, la priorità è mettere a punto fonti di energia alternativa decentrate e rinnovabili”». «A marzo 2024 membri della Direzione Nazionale avevano richiesto alla nostra federazione alcuni nominativi per possibili candidati alle Europee e noi avevamo proposto tre bresciani regolarmente tesserati e in linea con i principi fondamentali: Dario Balotta, Elisa Minelli e Carmine Piccolo. In occasione dell’incontro “Il Coraggio di Osare: La Primavera dei Social”, organizzata da AVS a Roma il 21 marzo scorso, dal momento che Mori era stato invitato come ospite, avevamo ritenuto opportuno avvisare la Segreteria Nazionale delle sue posizioni».

«Ciononostante – concludono Fierro, Minelli e Giovanardi – la nostra segnalazione è stata completamente ignorata e priva di risposta così come le nostre proposte di candidatura. Con questo nostro comunicato intendiamo notificare alla stampa il dissenso di Europa Verde Verdi Brescia alla candidatura di Mori, confidando in una nuova comunicazione alla stampa in nome della trasparenza nei confronti di tutto l’elettorato bresciano».

Questo è solo un esempio di come la lobby nuclearista cerchi di infiltrarsi nelle liste di partito e di come voglia poi influenzarne o distruggerne, da dentro, la linea politica bypassando in questo caso i principi ispiratori promulgati nella Carta dei Verdi Europei del 2006.

Il nucleare sarà sempre pericoloso perchè anche se fosse innocuo sarebbe, a livello ambientale, strettamente legato alle scorie radioattive, mentre a livello geopolitico continuerebbe a generare sempre una dipendenza politico-militare. Per di più il nucleare anche se di nuova generazione rappresenta sempre un pericolo in virtù della militarizzazione e delle guerre preannunciate.

di Lorenzo Poli

Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute

11 aprile 2024

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