La nuova guerra fredda e la terza guerra mondiale a bassa intensità
Da vario tempo abbiamo segnali pesanti di un cambio di clima a livello mondiale ed è opportuno cominciare a ragionare sulla possibile connessione logica e politica tra tanti fatti apparentemente tra loro indipendenti. Ovviamente la nostra attenzione è calamitata dalle barbariche stragi del terrorismo ma credo che occorra alzare lo sguardo anche su cosa altro succede.
E’ di questi giorni la richiesta al Comitato Olimpico Internazionale da parte di dieci paesi – USA, Germania, Canada, Spagna, Giappone, Svizzera, etc. – di escludere la Russia dalle prossime Olimpiadi di Rio. Non solo per le discipline toccate dalla discussione sul doping ma complessivamente. Si tratta a mio parere di un atto politico di prima grandezza che conferma su un terreno altamente simbolico, spettacolarizzato e globalizzato – quello dello sport – della guerra fredda che i paesi occidentali sotto l’egemonia USA hanno scatenato negli ultimi anni.
Vediamo i fatti precedenti: Il golpe nazista avvenuto in Ucraina che ha avuto come palcoscenico Piazza Maidan e le sanzioni economiche contro la Russia, la guerra scatenata contro la Libia, il foraggiamento dell’ISIS contro il regime Siriano ipotizzando uno smembramento del paese, la firma del TPP da parte degli USA con i paesi del Pacifico Cina esclusa, il tentativo da parte di Obama per arrivare rapidamente alla firma del TTIP con i paesi europei. Si potrebbe continuare l’elenco ma il punto è chiarissimo: dopo la prima fase della globalizzazione economica neoliberista, gli USA hanno scelto deliberatamente di mettere mano alla gestione politica della stessa costruendo una nuova cortina di ferro, dando vita ad una nuova guerra fredda contro Cina, Russia e per certi versi India e puntando a destabilizzare i paesi dell’America Latina che avevano assunto un corso progressista.
Gli USA stanno svolgendo a pieno un ruolo neoimperialista – cioè che punta a rendere stabile ed immodificabile una gerarchia all’interno dell’economia globalizzata traendone vantaggio per se ed in subordine per i propri alleati – che ha al centro delle sue attenzioni la creazione di imprese e finanziarie multinazionali in grado di vincere la sfida dentro l’economia globalizzata, l’accaparramento delle risorse naturali, la fissazione di regole neoliberiste che a partire dall’Occidente diventino obbligatorie per tutto il mondo, ecc.
l paesi che non fanno parte del blocco di alleanze occidentali vengono attaccati in modi diversificati e flessibili: dall’isolamento alla guerra commerciale fino alla guerra diretta e alla destabilizzazione interna. Occorre a questo riguardo sottolineare un ulteriore elemento su cui non vi è alcuna attenzione nel nostro paese. Questa strategia si accompagna ad una sistematica delegittimazione degli organismi multilaterali a partire dall’ONU, la cui Carta Costitutiva e la cui esistenza è evidentemente ritenuta un ostacolo – retaggio della guerra e della vittoria sul nazifascismo – al pari delle Costituzioni dei paesi europei, che infatti sono sotto pesante attacco, a partire dall’Italia. Gli organismi multilaterali come l’ONU che funzionano sulla base di un voto per paese e del diritto di veto, sono evidentemente ritenuti un ostacolo per il libero dispiegarsi di un nuovo ordine mondiale basato non sulla coesistenza pacifica ma sulla definizione di una chiara gerarchia militare, politica ed economica che non possa essere messa in discussione dall’emergere di nuove superpotenze a partire dal terreno economico, Cina in primo luogo.
E’ del tutto evidente che questa nuova guerra fredda che nutre il circolo vizioso – guerra, terrorismo, razzismo – è a tutti gli effetti l’inizio della terza guerra mondiale che per ora si esprime in una guerra a bassa intensità. Occorre averlo chiaro perché occorre avere chiaro che è cambiata la fase e che la crisi capitalistica in cui siamo entrati da 8 anni viene affrontata dalle centrali capitalistiche in forme regressive e barbariche. Non a caso mai come oggi la democrazia è sotto attacco anche in occidente, con l’obiettivo di ridurre la democrazia ad una pura rappresentazione teatrale che gestisca l’ordine pubblico e non abbia più alcun potere sull’economia, affidata al pilota automatico gestito dalle multinazionali e dalle banche. Il NO alla manomissione della Costituzione italiana è anche il NO a questo nuovo ordine imperialista e guerrafondaio che le classi dominanti dell’occidente vogliono instaurare. Diciamolo forte!
Paolo Ferrero
18/7/2016 www.ilfattoquotidiano.it
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