La pandemia ha rallentato anche la consapevolezza dei propri diritti
Reso noto nei giorni scorsi dalla LEDHA, la Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità che costituisce la componente lombarda della FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap), la relazione relativa al 2020 (disponibile integralmente a questo link) delle attività del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi, struttura della stessa LEDHA (se ne legga ampiamente nel box in calce) parla segnatamente di un anno caratterizzato dalle conseguenze della pandemia.
«Se da un lato – scrivono infatti dalla Federazione lombarda – il numero di richieste pervenute al Centro (997) è stato in linea con quelle degli anni precedenti, l’analisi dei dati raccolti ha evidenziato un elevato numero di richieste di informazione e consulenze riguardanti le ripercussioni che la pandemia ha avuto sulla vita delle persone con disabilità. A differenza, dunque, che negli anni precedenti, la relazione delle attività del Centro si è per lo più soffermata proprio sull’impatto che la pandemia ha avuto sulla consapevolezza che le persone con disabilità e le loro famiglie hanno dei propri diritti, fotografando, purtroppo, una sorta di “arretramento” da questo punto di vista. Se infatti negli anni prima della pandemia quella consapevolezza aveva raggiunto buoni livelli, anche grazie alla presenza di un ampio quadro normativo vincolante, nel 2020 abbiamo dovuto assistere a una sorta di blackout, dovuto all’emergenza epidemiologica da Covid-19, per la gestione della quale sono stati promulgati nel tempo diversi provvedimenti legislativi e amministrativi, spesso complessi da comprendere e interpretare».
«Ad esempio – sottolinea Laura Abet, legale del Centro – la consapevolezza dei diritti sull’inclusione scolastica
di bambini/e e ragazzi/e con disabilità ha subìto un rallentamento,
quasi un congelamento. Infatti, nonostante durante la pandemia siano
state emanate specifiche disposizioni a tutela dei diritti degli alunni e
delle alunne con disabilità, poche famiglie si sono attivate perché questi diritti venissero garantiti».
A tal proposito, dunque, i legali del Centro hanno quasi dovuto ricominciare da capo una vera e propria campagna finalizzata all’accrescimento della consapevolezza dei diritti al fine di sostenere le persone.
«La pandemia – commenta Alessandro Manfredi, presidente della LEDHA – ha certamente avuto una serie di conseguenze negative sulla vita delle persone con disabilità e dei loro familiari, purtroppo anche per quanto riguarda la consapevolezza dei propri diritti. Con il nostro Centro Antidiscriminazione abbiamo fatto il massimo per rafforzare la nostra attività e abbiamo potenziato il nostro servizio di consulenza. Questo perché siamo convinti che in una fase di “affievolimento dei diritti”, come quella presente, sia più che mai importante rafforzare l’attività di tutela a favore delle persone on disabilità».
«Nei mesi di febbraio e marzo dello scorso anno – sottolineano ancora dalla LEDHA -, in concomitanza con l’adozione delle disposizioni di emergenza, il numero dei contatti con il nostro Centro Antidiscriminazione ha subìto un importante incremento, soprattutto durante il periodo di “lockdown duro”. Per far fronte a questa impennata di domande, il Centro stesso ha potenziato il proprio servizio di consulenza e orientamento, garantendo la disponibilità telefonica di un legale durante i giorni feriali. I temi al centro delle richieste pervenute (in particolare a febbraio, marzo e negli ultimi mesi dell’anno) riguardavano chiarimenti in merito ai Decreti del Presidente del Consiglio (DPCM) e ai Decreti Legge che introducevano importanti misure per le persone con disabilità e i loro familiari (permessi lavorativi, congedi parentali, sorveglianza attiva e lavoro agile, possibilità di uscita per le persone con particolari disabilità e altre situazioni specifiche)».
(S.B.)
26/3/2021 http://www.superando.it
Per ulteriori informazioni e approfondimenti: ufficiostampa@ledha.it.
Rapida storia del Centro Antidiscriminazione Franco Bomprezzi della LEDHA
Intitolato alla memoria di Franco Bomprezzi,
il giornalista che fu anche direttore responsabile di «Superando.it»,
fino alla sua scomparsa alla fine del 2014, il Centro ha cominciato a
svolgere la propria attività a partire dal 1° luglio 2015,
grazie al sostegno iniziale della Fondazione Vismara, della Fondazione
Cariplo, di Telethon, AISLA (Associazione Italiana Sclerosi Laterale
Amiotrofica) e Linklaters, incrementando il proprio operato sia da un
punto di vista quantitativo che qualitativo. Attualmente viene sostenuto
dalla Fondazione Vismara e dalla Fondazione di Comunità di Cariplo.
Il mandato del Centro è la promozione e l’attuazione del nuovo approccio giuridico e culturale alla disabilità, introdotto e reso vincolante dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dallo Stato Italiano con la Legge 18/09. Una Convenzione, va ricordato, che vincola prima di tutto gli “Stati Parti”, cioè quelli che l’hanno ratificata,
a rispettarne i dettami e, in particolare, a essere parte attiva per
raggiungere lo scopo di «promuovere, proteggere e garantire il pieno ed
eguale godimento di tutti i diritti umani e di tutte le libertà
fondamentali da parte delle persone con disabilità, e promuovere il
rispetto per la loro intrinseca dignità».
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