LA REPUBBLICA DEI VOUCHER

 

voucher

I voucher sono stati introdotti nel 2008 dal governo Berlusconi. Li istituì il Ministro del Lavoro Sacconi, poi passato con Alfano a sostenere Renzi. Il quale come suo solito ha fatta propria ed estesa la devastazione dei diritti del lavoro avviata dalla destra.

Con il Jobsact i voucher sono stati liberalizzati e sono così cresciuti in maniera esponenziale. Secondo gli ultimi dati INPS nel 2015 sono 1.400.000 i lavoratori pagati coi voucher. Prima che Renzi e Poletti andassero al governo erano poco più di 400.000.

Il milione di posti di lavoro promesso da Berlusconi nel 1994, l’attuale Presidente del Consiglio lo ha realizzato con i lavoratori che si comprano in tabaccheria, al prezzo di due pacchetti di sigarette. Un voucher costa 10 euro all’ “imprenditore”, 2,50 vanno allo Stato il resto al lavoratore. Così per legge è stato di fatto stabilito il salario minimo giornaliero: in Italia è di sette euro e mezzo al giorno, come in Mozambico. Per un ammontare di 500 euro netti complessivi in un anno per persona, ci dice ancora l’INPS.

Il governo sostiene che questo milione di lavoratori sia emerso dal lavoro nero.

Mente sapendo di mentire. Le regioni più povere dove c’è più lavoro nero sono quelle che usano meno i voucher, quelle più ricche, Lombardia e Veneto, quelle che lo usano di più.

E’ vero l’esatto contrario, i voucher hanno degradato ulteriormente il lavoro precario ufficiale, ai 39 contratti a termine ne hanno aggiunto uno peggiore, il peggiore.

Un lavoratore coi voucher riceve il ticket e poi è a disposizione di chi glielo dà per un numero indefinito di ore di lavoro non pagato. Se il giorno dopo vuole tornare deve accettare la stessa condizione. E i controlli non esistono, contrariamente a quanto afferma il governo

Poletti ha vantato in TV che ora chi usa il voucher un’ora prima dovrà comunicarlo alle autorità con un SMS: “Ciao come stai, ho comperato due operai nella tabaccheria all’angolo, tutto bene?”.

Che penosa sciocchezza, anche se ci fosse un ufficio che riceva e registri gli SMS, che ora non c’è perché Poletti si é dimenticato di istituirlo, che potrebbe fare concretamente, con qualche ispettore di fronte a un milione e mezzo di lavoratori sparsi per tutta Italia.

La realtà è che c’è un solo modo per impedire questo schiavismo legalizzato: abolire totalmente i voucher e riportare ogni rapporto di lavoro al contratto, quel principio nato da poco più di duecento anni, che il modernismo neomedioevale di Renzi vuole cancellare.

Altro che conservare la prima parte della Costituzione e cambiare solo la seconda! Se resteranno i voucher il primo articolo della nostra Carta diventerà semplicemente una frase beffarda. E alla fine, per non esagerare nel contrasto tra principi e realtà, ci si sarà chi proporrà di cambiarlo, per renderlo più coerente con il mercato.

Un governo che alimenta i voucher, solo per questa ragione senza considerare niente altro, dovrebbe essere cacciato per indegnità morale. Ora abbiamo la possibilità di farlo, il 21 e il 22 ottobre scioperando e manifestando nel NORENZIDAY e poi votando NO il 4 dicembre.

Per gettare al macero la costituzione renziana e la repubblica dei voucher.

Giorgio Cremaschi

18/10/2016 http://contropiano.org

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