La salute è un diritto. Anche di chi consuma droghe.
7 Aprile 2019 – Giornata mondiale della salute
La salute è un diritto. Anche di chi consuma droghe.
Dove sono finiti i Livelli Essenziali della Riduzione del danno?
La salute è un diritto costituzionale.
Anche per quei cittadini e cittadine che usano sostanze, legali e illegali. Per loro, sono previsti sia trattamenti di cura che interventi di riduzione del danno e del rischio (RdD). Questi ultimi tutelano la salute e il benessere delle persone che usano sostanze, e che non possono o non vogliono smettere di usarle, ma non per questo sono destinati a vedere la loro salute compromessa. Un approccio vincente, adottato in tutta Europa e in molti paesi del mondo. Anche in Italia da decenni politiche e interventi di RdD dimostrano che è possibile lavorare per la qualità della vita e della salute di chi usa sostanze.
Dopo decenni di stallo istituzionale, finalmente nel gennaio del 2017, la RdD è entrata a far parte dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), con il DPCM del 12 gennaio 2017.
Sembrava una buona notizia.
Ma dove sono finiti i Livelli Essenziali della Riduzione del danno?
In due anni nessun atto governativo e ministeriale è intervenuto a garantirne l’implementazione. Solo poche regioni, già virtuose sotto questo profilo, hanno compiuto qualche passo in avanti.
Questa latitanza istituzionale è gravissima: non solo perché non attua quanto previsto per legge, e nega il diritto alla salute, ma perché espone milioni di persone che usano sostanze a rischi e danni che sono evitabili.
Siamo stanchi di leggere dichiarazioni retoriche sul consumo di droghe, false morali e inutili appelli a controllo e repressione.
I giovani si possono educare a un consumo consapevole e meno rischioso, invece che farli annusare dai cani; le morti per overdose si prevengono con un sistema integrato, fatto di distribuzione del farmaco salva vita (naloxone), di analisi delle sostanze per informare i consumatori (drug checking), di servizi (drop in, unità mobili) che invece vengo tagliati, di Stanze del consumo sicuro, che in Italia non ci sono e in Europa salvano centinaia di vite.
Il mondo è scosso dalla crisi del fentanyl, e laddove questa crisi miete vittime, come negli USA, si cerca di recuperare il tempo perduto a causa della “guerra alla droga” e introdurre sistemi di RdD. In Italia, la RdD la sappiamo fare: possiamo aspettare una crisi del fentanyl anche qui, o possiamo prevenirla.
Noi ci stiamo già lavorando. La politica sta remando contro.
Quello che serve è una politica delle droghe – sociale e sanitaria – razionale, efficace, attenta alle persone, pragmatica.
Come realtà della società civile e del Terzo settore attive e impegnate nelle politiche sulle droghe, nei servizi sulle dipendenze e sui diritti umani e civili, chiediamo al Governo, al Ministero della Sanità per le sue competenze, e alle Regioni di avviare tempestivamente un processo di attuazione e implementazione dei LEA della RdD.
Questo chiediamo nel documento “LEA. La Riduzione del danno è un diritto. Verso un processo di innovazione nelle politiche italiane dei servizi”
Qualcuno si assumerà il compito di rispettare una legge e di tutelare milioni di cittadini?
I LEA della RdD sono un diritto!
CNCA, Forum Droghe, Antigone, CGIL, FP-CGIL, LILA, la Società della Ragione, ITARDD, Comunità di S. Benedetto, Gruppo Abele, LegacoopSociali.
Contatti: leardd@fuoriluogo.it
7/4/2019 www.fuoriluogo.it
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