LA SCUOLA, IL SAPERE E’ DIVENTATO AZIENDA COME LA SALUTE, LA SANITA’ DA TEMPO E’ UN’AZIENDA. ENTRAMBE PRIVATE!
Scuola e Salute sono beni necessari per l’ individuo e per la collettività. La BUONA SCUOLA, progetto renziano, ha indicato la fine della Scuola Pubblica. Dal 9 luglio 2015 è LEGGE. “Il pubblico è speco, il privato è necessario ed ineludibile”. La “graziosa riforma”, laboratorio di idee ideate e pensate da Confindustria è sempre più distanti ai reali bisogni dell’ infanzia, del bambino dell’ adolescente, del ragazzo che ogni giorno affronta il “Bosco Scuola”. Renzi e la Ministro Giannini fingono di non sapere che molti bambini parlano due lingue che sanno suonare uno strumento musicale che praticano sport, che sognano il futuro come lo abbiamo sognato noi tanti anni fa. Il vuoto cosmico di idee farà dissipare un patrimonio pedagogico inestimabile che la Scuola Pubblica ha dato alle giovani generazioni, ovvero quello di incontrare insegnanti e diventare adulti pensanti. Loro vogliono bambini “graziosi”, “adolescenti oppressi”, “adulti sottomessi e silenti ” Nel febbraio 2014, non appena insediata al Miur (Ministero dell’ Istruzione- Università-Ricerca, la parola pubblica è stata tolta), Stefania Giannini ha da subito sottolineato come la scuola sia da tempo una spesa e non un investimento del paese e che la governance della scuola va dunque rivista, così come il Testo Unico del 1994. Il profilo della scuola che emerge dalle Linee programmatiche, diffuse dal Miur nel marzo 2014, era tutt’altro che confortante: maggiore apertura alle scuole private, rafforzamento del concetto aziendalistico della scuola. “La Buona Scuola” di Renzi è il prodotto della “cultura e del sapere azienda”. Ciò è evidente se si guarda all’identikit del docente meritevole in esso tratteggiato dovrà essere colui che, oltre all’orario canonico di servizio, svolgerà corsi di recupero, di approfondimento, sarà disponibile a sostituire i docenti assenti, senza alcuna retribuzione. Nulla è didattico e pedagogicamente determinato nella BUONA SCUOLA. La Buona Scuola è solo l’ultima tappa del processo di riforma della scuola italiana avviato da Luigi Berlinguer, Ministro della Pubblica Istruzione da maggio del 1996 ad aprile del 2000 animato pure lui dal principio dell’ autonomia scolastica, privatizzazioni, Dirigente-Manager aprendo la strada a chi lo ha succeduto garantendo “la scuola azienda” competitiva sul mercato globale dell’ istruzione. Con la Riforma Gelmini nella scuola superiore di II Grado abbiamo classi sperimentali dove gli alunni non hanno più il piacere di sfogliare un libro, ma il Tablet della Apple dato in comodato d’ uso che funge da libro e quaderno mentre per gli insegnanti è d’obbligo l’ acquisto. Gli studenti per cinque o sei ore ogni mattina seguono la lezione su questo piccolo strumento, mentre il docente spiega ed interagisce con la LIM (lavagna multimediale interattiva). Nel pomeriggio lo studente studia diverse ore sul Tablet. L’ apprendimento, lo studio con questi nuovi strumenti dovrebbero facilitare l’ apprendimento. Si dovranno produrre ebook realizzati su diverse discipline, tante applicazioni per iPad trasformate in formato mp3, ascoltare lezioni registrate per iPad, registrazione della lezioni effettuate dai docenti della classe. Il materiale realizzato dagli studenti viene anche reso disponibile su un canale youtube. L’ uso e la conoscenza delle nuove tecnologie è importante, ma resto sempre convinta che il libro privilegia l’ articolazione lineare della conoscenza e il ragionamento deduttivo. La”Cultura della Multimedialità” è ipertestualità, ipermedialità, immersione, ragionamento analogico. Sono aperta all’ uso delle nuove tecnologie, ma attenzione semplificare ” libro con tablet” bisogna saper stabilire ed individuare collegamenti tra cultura e gestione dell’ informazione. L’ uso continuo di questi strumenti, a cui sono bravissimi i nostri studenti, non deve sostituire “la cultura della lettura” che purtroppo la sta già sostituendo. Un ragazzo immerso nel mondo dei videogiochi trova con fatica un ritaglio di tempo per leggere qualche pagina di una versione ipertestuale dei Promessi Sposi, mentre se legge il libro con tutta calma la sua fantasia immagina luoghi, situazioni personaggi con una ricchezza assai maggiore. I Promessi Sposi letti sul Tablet o Computer possono stravolgere la fantasia finendo per portare da un libro a un videogioco. Lo sanno molto bene gli insegnanti che è didatticamente efficace partire dal testo e accompagnare la tradizionale lettura del testo con una serie di operazioni di approfondimento, ricerca, integrazione che utilizzino il computer come ambiente di lavoro. Se il testo è il punto di partenza, anche l’eventuale integrazione nel lavoro didattico di un’immagine, di un brano filmato, o materiali di altro genere non avrà la funzione di sostituire la lettura del testo, ma di integrarla. Partire dal testo vuol dire in questi casi partire dalla scrittura lineare, e vuol dire – nella situazione attuale dello sviluppo tecnologico – partire dal libro a stampa, eventualmente per arrivare a trasformarlo in testo elettronico. In questi casi, la ‘sintesi’ fra cultura del libro e nuovi media è assolutamente naturale, il rapporto fra libro e computer, fra testo lineare e ipertesto, è un’ alleanze più che conflitto. La multimedialità tende progressivamente a distruggere il ruolo del testo scritto come veicolo privilegiato per la trasmissione del sapere, e rende discutibile l’utilità di una pratica didattica che attribuisce al testo scritto (quello dei Promessi Sposi, della Divina Commedia o qualunque altro) il ruolo centrale che esso ha avuto nel passato. Mentre può essere diverso per le discipline scientifiche e tecniche. Renzi e Confindustria concordano sull’ uso del Tablet. Il Premier usa il Tablet inviando”Twitter”! Il futuro Manager può non aver studiato Edoardo Sanguineti, potrebbe appassionarsi di un dissidente di sinistra e diventare un adulto “pericoloso”, ma è d’obbligo saper usare il Tablet se poi è della Apple è la retta via per determinare il suo status. Nulla importa se avràproblemi di salute dovuti all’ uso sfrenato di questo strumento, la sanità privata lo curerà! Le multinazionali americane del farmaco non hanno alcun problema, sono sempre in agguato, e se non avrà le possibilità economiche il pubblico non assolverà al suo “problema”. E’ inquietante vedere come la tecnologia domini l’ uomo nella società liberista, consumistica e globalizzata. Questo è il modello di società che si sta concretizzando. PRIVATO è BELLO e INELUDIBILE. Marilena Pallareti Docente Forlì – Collaboratrice di Lavoro e Salute 29/7/2015
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