La sparizione della guerra israeliana ai palestinesi e al Libano dai media italiani

La sparizione della guerra israeliana ai palestinesi e ai libanesi dai media italiani non è un semplice cambiamento nel panorama informativo, ma una testimonianza di come l’informazione possa diventare strumento di manipolazione e disinformazione.

Mentre i crimini di guerra continuano in Palestina e in Libano, la nostra attenzione viene continuamente distolta da eventi secondari, trasformando così una tragedia umanitaria in un problema dimenticato.

In questo modo, l’Occidente non solo diventa complice dei crimini commessi, ma alimenta anche una cultura del razzismo e dell’indifferenza nei confronti delle sofferenze degli altri.

La sparizione della guerra israeliana ai palestinesi e al Libano dai media

Nelle ultime settimane le guerre in Palestina e in Libano sembrano essere scomparse dal radar della maggior parte dei media italiani. Come se, d’improvviso, fosse stato spento un interruttore.

Le atrocità commesse dalle forze israeliane in questi territori però stanno continuando, più intense che mai. Tuttavia, il minimo spazio che ricevevano sui grandi media, si è andato riducendo ulteriormente, e l’elezione di Donald Trump negli Stati Uniti, le cui posizioni sul Medio Oriente sono di sostanziale copertura totale dell’azione israeliana, non può che confermare questa tendenza.

Questo cambiamento nella copertura mediatica solleva interrogativi importanti sulla manipolazione delle informazioni e sulle dinamiche politiche che determinano ciò che viene raccontato e ciò che viene ignorato.

La sparizione della guerra israeliana dai media italiani non è solo una questione di de-prioritizzazione, ma piuttosto un esempio di come l’informazione può essere selettivamente orientata a ridurre l’attenzione su determinati temi geopolitici.

L’annessione della Cisgiordania e la crisi a Gaza

Secondo molti analisti, l’annessione della Cisgiordania da parte di Israele sembra ormai inevitabile. Le azioni del governo israeliano, le politiche di insediamento e le continue violazioni dei diritti dei palestinesi suggeriscono che l’occupazione della regione sia destinata a diventare permanente.

Questo processo di annessione potrebbe comportare la distruzione delle ultime speranze di una soluzione a due stati e la definitiva erosione dei diritti dei palestinesi.

Nel frattempo, la situazione a Gaza sta evolvendo in modo drammatico. Si ammette sempre più apertamente l’esistenza di un “piano dei generali” israeliani che prevede la chiusura del nord di Gaza ai suoi abitanti, con l’intento di spingere la popolazione fuori dalle proprie case.

Chi rifiuterà di fuggire o di abbandonare i propri terreni sarà considerato un nemico e, secondo le fonti, ucciso. Per realizzare questo piano, Israele sta mettendo in atto una strategia crudele, quella di soffocare i palestinesi con la fame.

I rifornimenti alimentari sono progressivamente ridotti, costringendo milioni di persone a vivere in condizioni di estremo bisogno. L’inedia e la carenza di cibo stanno minando le ultime forze di chi cerca di resistere nelle proprie case, contribuendo alla morte lenta di centinaia di migliaia di innocenti.

La distorsione dell’informazione in Occidente

In un simile scenario, l’atteggiamento dei media occidentali risulta ancora più contrastante. Mentre Israele continua a perpetrarli crimini di guerra, i media italiani sembrano concentrarsi su casi isolati e superficiali, di presunto ‘antisemitismo’, distogliendo l’attenzione dalle tragedie più gravi.

Un esempio emblematico è l’eco che ha avuto la notizia di un albergatore nelle Dolomiti che ha rifiutato di ospitare alcuni cittadini israeliani, accusandoli di complicità nel genocidio palestinese. Nonostante il gesto – giusto o sbagliato che fosse – non sia stato altro che un atto di protesta politica, la notizia è stata ampiamente discussa, mentre le atrocità commesse quotidianamente a Gaza e in Cisgiordania vengono ridotte a numeri e a statistiche, quasi come se non fossero più una priorità.

Allo stesso modo, i media italiani hanno dedicato giorni di dibattito ai tafferugli scoppiati durante una partita di calcio, con il bilancio di cinque feriti. La notizia è stata presentata come una nuove ‘notte dei cristalli”.

La complicità occidentale

Il paradosso più grande in questa situazione è la spinta dei media occidentali a concentrarsi su episodi marginali che riguardano la percezione di ostilità verso gli israeliani, mentre ignorano le sofferenze quotidiane dei palestinesi. Questa selezione dell’informazione non è solo una questione di omissione, ma riflette un atteggiamento più profondo di complicità.

Il silenzio sulle atrocità israeliane in Palestina e in Libano rivela un razzismo latente nei confronti dei palestinesi e degli arabi in generale. La narrazione che emerge dai media occidentali è quella di un mondo in cui la vita dei palestinesi sembra valere meno di quella degli israeliani. La disparità di attenzione e la distorsione della realtà non fanno altro che alimentare il cinismo e la passività di fronte alle violazioni dei diritti umani.

Questo giornalismo è complice dei massacri reali in corso.

17/11/2024 https://www.kulturjam.it/

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