“La verità?” In Toscana è imposta da stampa, politica e imprese
Ci siamo chiesti spesso perché le tante buone ragioni dei movimenti No Tav, No inceneritori, No Aeroporto, e comunque di chi si oppone alle Grandi opere inutili e imposte (GOII), fossero nascoste dalla grande stampa, criminalizzate, nella migliore delle ipotesi relegate a folklore antisviluppista o accusate addirittura di “sciacallare” sugli effetti nefasti delle Grandi opere sui territori.
Sul perverso rapporto tra stampa, politica e imprese in Toscana si alza oggi il sipario grazie all’improvvida organizzazione di un corso di formazione per giornalisti (di quelli obbligatori per legge) in cui Sandro Bennucci, presidente del sindacato dei giornalisti della Toscana, e Vincenzo Ceccarelli, assessore regionale alle infrastrutture e ai trasporti, imporranno agli intervenuti “l’informazione corretta su ambiente e grandi opere (Tav, aeroporto, terze corsie, Corridoio Tirrenico)” come recita l’invito ai giornalisti per partecipare al seminario del 25 novembre che si terrà all’Auditorium Sant’Apollonia di Firenze. https://www.assostampa.org/13873-ast-regione-toscana-seminario-lassessore-ceccarelli-ambiente-grandi-opere-tav-aeroporto-terze-corsie-corridoio-tirrenico-qual-linformazione-corretta/
Chi si iscrivesse al corso scoprirebbe una descrizione da regime distopico: “La verità giornalistica e la correttezza dell’informazione di fronte ad argomenti che possono prestare il fianco a varie strumentalizzazioni”. Un testo che appare figlio di quei pregiudizi che infarciscono l’ultradecennale dibattito sulle grandi opere nel nostro Paese.
Si legge ad esempio: “C’è chi afferma che, in nome della tutela dell’ambiente, non si devono fare grandi opere ritenute invece fondamentali per migliorare la qualità della vita e i collegamenti. Tav, aeroporto di Firenze, terze corsie autostradali e Corridoio Tirrenico sono le grandi opere nell’occhio del ciclone. Approfondire i temi, con l’intervento dell’assessore regionale, Vincenzo Ceccarelli e di apprezzati professionisti, è sicuramente utile anche per i giornalisti, in nome di quella correttezza dell’informazione che è alla base del nostro impegno professionale in senso etico”.
In sostanza – in nome della correttezza dell’informazione, dell’impegno professionale e dell’etica che muove il Sindacato – “apprezzati professionisti” (quali? apprezzati da chi?) smonteranno le ragioni di coloro che affermano che “in nome della tutela dell’ambiente, non si devono fare grandi opere ritenute invece fondamentali per migliorare la qualità della vita” (ancora, fondamentali per chi?).
Del resto basta vedere i profili dei “formatori” presenti oltre a Bennucci e Ceccarelli: Marco Toccafondi (direttore RFI); Enrico Becattini, direttore politiche mobilità e infrastrutture Regione Toscana; Edo Bernini, direttore ambiente ed energia Regione Toscana; Raffaele Carso, responsabile Nuove Opere Anas. Si tratta sostanzialmente della committenza pubblica delle grandi opere, la Regione, e delle società realizzatrici (RFI per le ferrovie e ANAS per le strade). Grandi infrastrutture, corso di formazione per giornalisti con assessore Ceccarelli http://www.toscana-notizie.it/-/grandi-infrastrutture-corso-di-formazione-per-giornalisti-con-assessore-ceccarelli
Eppure la formazione dei giornalisti è considerata uno dei cardini “per la correttezza e la qualità dell’informazione”. Lo stesso statuto del sindacato difende “la libertà e il pluralismo dell’informazione” e il “prestigio della professione”. https://www.assostampa.org/documenti/statuto/
Nel 2019, in Toscana, in piena campagna elettorale per le regionali quando il dibattito deve essere il più possibile aperto e inclusivo, il sindacato dei giornalisti invece di rafforzare le garanzie di legge ai propri iscritti e tutelarli dalla pressione dei poteri, organizza una Messa cantata del pensiero unico sulle grandi opere.
L’Ordine dei giornalisti ha qualcosa da commentare?
Nell’occasione sarebbe interessante ottenere dalla giunta e dal consiglio della Regione Toscana la massima trasparenza sulle modalità di finanziamento, contributo, pubblicità, delle realtà editoriali toscane almeno dall’inizio di questa legislatura. Se non fossero gli organi di governo a compiere questo atto di trasparenza sarebbe naturalmente compito delle forze di opposizione interrogare giunta e consiglio in tal senso.
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