L’animalismo etico, la “spiritualità laica” e la scienza di Margherita Hack
Avevo grandi aspettative per la fiction “Margherita delle Stelle” dedicata all’astrofisica ed attivista politica italiana Margherita Hack, personaggio interpretato dalla bravissima attrice Cristina Capotondi, ma purtroppo si è verificato essere l’ennesima occasione perduta per non parlare approfonditamente della sua figura dalle mille dimensioni. Nella fiction gli unici accenni sugli aspetti che hanno caratterizzato la vita della nota astrofisica sono stati: il fatto che i suoi genitori l’abbiano cresciuta in libertà e le abbiano trasmesso la scelta vegetariana; la sua infanzia durante il fascismo e la sua opposizione durante le leggi razziali del 1938; e, sullo sfondo, la sua carriera accademica prima come studentessa e poi come professoressa in un mondo universitario prevalentemente gestito da uomini. Margherita Hack non è stata solo la prima scienziata che ha diretto l’Osservatorio Astronomico di Trieste (1964-87), non è stata solo la donna che ha fatto crescere l’astrofisica e la spettroscopia stellare in Italia e nemmeno la divulgatrice scientifica che si è spesa per rendere la scienza più popolare ed accessibile a tutti. La Hack è stata un’attivista politica e sociale, da sempre comunista, antifascista e forte sostenitrice degli ideali del pacifismo, del femminismo, dell’ecologismo e del libertarismo (1) nonché una delle icone più importanti del pensiero anti-conformista in Italia.
Il film non ha trasmesso quello che è stato il suo grande impegno sociale e civile, limitandosi ad accennare il suo vegetarianesimo e il suo animalismo senza spiegare l’importanza dell’etica laica nella sua vita. Nel film si accenna al suo ateismo senza però spiegare l’essenza del suo pensiero basato sulla morale nonviolenta ed eco-centrica e sulla sua “spiritualità laica” secondo cui si ama “il prossimo tuo come te stesso” inclusi tutti gli esseri viventi poiché nessuno è superiore a nessuno e secondo cui “non bisogna fare gli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te” (2). Il suo ateismo filosofico, a differenza di altri inebriati dal mito del superamento di ogni limite umano, era fondato su una morale olistica secondo cui tutti siamo “fratelli e sorelle” su questo pianeta e che Dio non potesse essere una scusa per agire secondo coscienza per una ricompensa nell’aldilà. Tutti dovremmo agire secondo “principi di coscienza” in modo disinteressato: “Non è necessario avere una religione per avere una morale, perché se non si riesce a distinguere il bene dal male quella che manca è la sensibilità, non la religione” – affermava. Ciò che rimproverava all’Italia era quella “doppia morale” fatta spesso di ipocrisia dove il comportamento nella vita privata doveva sempre essere distinto dall’immagine che si mostrava nella vita pubblica. Il suo profondo senso etico è stato raccontato nello splendido libro “Io credo” scritto con Don Pierluigi Di Piazza (3) in cui il dialogo tra un credente e un’atea fanno emergere valori umani, di pace di salvaguardia dell’ambiente da poter condividere con tutti, distinguendo tra “Chiesa-istituzione e dogma” e la “spiritualità” che ci lega in quanto abitanti della Terra. Nel film il suo ateismo sui generis non viene spiegato ed approfondito come unico e diverso da altri pensatori atei.
Nel film viene dato molto spazio alla figura dei suoi genitori Maria Luisa Poggesi (1887-1960), miniaturista alla Galleria degli Uffizi, e Roberto Hack (1889-1971), giornalista ed impiegato contabile alla Fondiaria che venne licenziato nel 1927 per motivi politici durante il fascismo. (4) Entrambi antifascisti e comunisti che avevano abbandonato la loro religione d’origine (madre cattolica e padre protestante) per aderire alla Società Teosofica Italiana per la quale Roberto Hack fu per un certo periodo segretario generale sotto la presidenza della contessa Gamberini-Cavallini, e poi presidente dal 1962 al 1971(5). Come scrisse la stessa Margherita Hack nel suo libro “Perché sono vegetariana”, la teosofia è una filosofia esoterica che affonda le sue radici nelle culture orientali che nutre profondo rispetto e amore nei confronti di tutti gli esseri viventi senza distinzione di razza, di culto, di genere e di specie. Il valore eco-centrico della “tolleranza universale” trasmesso dai suoi genitori, unita al suo grande amore per gli animali (6), portò la Hack sin da quando era piccola al vegetarianesimo e si batté fino all’ultimo per i diritti animali, per la fine dei macelli, dei mattatoi (7) e degli allevamenti intensivi (definita da lei “luoghi d’ecatombe” o “cosa barbara”) oltre che alle atrocità e alle sofferenze che gli animali subiscono perché costretti a vivere una vita innaturale in gabbia. Come sosteneva Hack, gli animali sono esseri con capacità di amare, di soffrire, di affetto disinteressato, con un’etologia ben precisa che sfuggono spesso e volentieri alla volontà umana di “addomesticarli”. Il fatto che l’essere umano abbia un cervello più potente in grado di architettare, progettare e parlare non può essere una giustificazione dell’idea di dominio sugli animali in quanto “esseri fatti da Dio ad uso e consumo per l’uomo”, concetto spesso trasmesso dalle religioni abramitiche (Cristianesimo, Ebraismo e Islam) in una visione dualistica spirito-materia. Sebbene fosse un’atea, come si dichiarava, non credente nell’anima ma nella materia, affermava che gli animali sono spirito e materia proprio come noi: il loro spirito sta proprio nel loro cervello esattamente come nel nostro. Il suo impegno animalista ed ecologista, nel film, non viene minimamente citato se non nell’amore per cani e gatti e per il disgusto che prova vedendo le carni appese davanti al banchetto del macellaio.
Hack era una scienziata ma soprattutto una schietta libera pensatrice che non amava le retoriche, le demagogie di alcun tipo, né tantomeno quelle troppo “scientiste”, sebbene si definisse una razionalista che non credeva in nessuna forma di soprannaturalismo. La Hack si è battuta per l’adozione di metodi sostitutivi di ricerca e per l’abbandono totale della sperimentazione animale, contraddicendo chi continuava a dire che la vivisezione fosse l’unica opzione per la ricerca scientifica.
Non solo, la Hack ha anche spesso criticato le derive patriarcali ed antropocentriche di una parte di scienza riduzionista occidentale prezzolata dall’arroganza dell’essere umano nel sentirsi padrone di ogni cosa, considerando la Natura e gli animali “oggetti a nostra disposizione”. Hack ha criticato (8) alcune forme dell’ingegneria genetica che, al soldo delle multinazionali bio-tech, permette la brevettibilità di forme di vita animale (pollame e bestiame modificati geneticamente per maggior produzione di carne e di latte) e vegetale (i semi transgenici e i nuovi OGM) come se fossero di loro proprietà. I concetti di “proprietà” e di “dominio” nella scienza non dovrebbero esistere, sosteneva Hack: primo, perché non si sa quale impatto possano avere a lungo tempo; secondo, perché eticamente significa ridurre degli esseri viventi a “macchine” per scopi umani; e terzo, perché avere “forme di vita” di proprietà privata è simbolo di arroganza padronale.
La Hack ha sempre difeso il ruolo dinamico della scienza, ovvero come sapere non-dogmatico e fisso nel tempo, ma in continua evoluzione. Nei suoi incontri e nelle sue conferenze la sua modalità di comunicazione era sempre possibilista riguardo alle certezze che la scienza riesce a spiegare in quanto basta l’avvento di altre tesi per farle decadere. Hack ha sempre difeso anche il ruolo della libera ricerca scientifica in libero Stato, purchè sia pubblica, libera da conflitti d’interessi e che non sia usata per dominare, ma per servire “il prossimo”.
Negli anni Novanta, all’interno delle Serre Imperiali del Parco del Castello di Miramare di Trieste, per volontà di Margherita Hack, di molti appassionati, di Università, di associazioni ambientaliste, sotto l’egida del Ministero dell’Ambiente italiano viene istituito il Centro per la Salvaguardia dei Colibrì. Il Centro, inaugurato da Piero Angela, nasce dalla necessità di realizzare per la prima volta al mondo le linee guida per l’allevamento dei colibrì così da poterli preservare dall’estinzione con l’intento finale di realizzare riserve naturali in Sud America ove mettere in pratica le scoperte fatte a Trieste. Dopo oltre 10 anni di attività nel Parco Demaniale del Castello di Miramare, il Centro Commerciale Città Fiera, su richiesta di Margherita Hack, ha offerto una nuova casa ai colibrì realizzando moderni laboratori e complessi ecosistemi. Nel 2012 è stato firmato un accordo tra la professoressa Hack, presidente dell’Istituzione Scientifica e il Centro Commerciale Città Fiera che, coinvolgendo le aziende del Gruppo Bardelli e il partner Corio, ha permesso la creazione di un centro di ricerca all’avanguardia, realizzato interamente con fondi privati (9).
Famoso è stato anche il suo attivismo politico. Nel novembre 2009, in una lettera aperta sulla rivista MicroMega, criticò l’allora Presidente del Consiglio italiano Silvio Berlusconi nel merito dei procedimenti giudiziari in cui era coinvolto e al suo tentativo di eluderli. Non mancò anche la sua critica su come il berlusconismo avesse completamente aperto le porte alla classe politica per abbandonare l’etica politica e i principi di onestà. Da sempre è stata impegnata per la difesa della Costituzione, a favore dei diritti civili, del riconoscimento giuridico delle coppie omosessuali, contro l’omofobia, spesso scagliandosi contro l’influenza clericale del Vaticano sulla classe politica italiana, e del riconoscimento del biotestamento e dell’eutanasia come «modo per sollevare dalla pena un uomo che soffre». Nel 2011 sostiene fermamente i tre Si’ al referendum popolare per l’acqua pubblica, per il legittimo impedimento (10) e per impedire la costruzione di centrali nucleare in Italia. Sul tema della questione energetica, Margherita Hack si è espressa contro la costruzione di centrali nucleari in Italia, inquanto inquinanti e produttrici di scorie radioattive, ma nel frattempo a favore della ricerca sull’energia nucleare (11) da fusione senza la produzione di scorie. Sottolineò anche la necessità di sviluppare le energie rinnovabili che contribuiscono a soddisfare parte del fabbisogno energetico e si stupiva di come il Giappone con la sua “fede nella scienza”, dopo aver vissuto Hiroshima e Nagasaki, potesse ancora costruire centrali nucleare in un territorio altamente sismico.
È stata iscritta al Partito Radicale Transnazionale e più volte candidata nelle file della sinistra radicale (Progressisti nel 1994, elezioni regionali in Lombardia con il Partito dei Comunisti Italiani (12) nel 2005, elezioni politiche con il Partito dei Comunisti Italiani nel 2006, elezioni regionali per la Federazione della Sinistra nel 2010, elezioni europee nella Lista Anticapitalista (13) nel 2009) fino ad aderire a Democrazia Atea (14) nel 2011 per sostenere la laicità dello Stato senza interferenze clericali di alcun tipo.
Lo “Stato laico” non è, secondo Hack, una conquista dell’ateismo di Stato, ma bensì la forma democratica che deve assumere lo Stato come “spazio pubblico” in una società sempre più multiculturale in grado di permettere la coesistenza e la convivenza di diverse religioni e spiritualità. Quella di Margherita Hack è sempre stata una laicità “per addizione”, ovvero nel rispetto e nella convivenza di culture diverse in uno stesso Stato, e non una laicità “per sottrazione” volta a reprimere le identità culturali di fronte all’autorità dello Stato come succede in Francia.
Purtroppo nella fiction tutto questa grande parentesi sulle molteplici dimensioni della Hack non è stata presente ed è stata una grave mancanza verso una persona che è stata molto di più del suo lavoro ed una ricchezza per l’intera società.
NOTE
1 Il libertarismo di sinistra, chiamato anche libertarismo egualitario, libertarismo sociale o sinistra libertaria, è un ideale
e che considera la libertà come valore fondamentale, anteponendo la difesa della stessa ad ogni autorità o legge e
mira ad una forte limitazione o ad una eliminazione del potere dello Stato e di tutti quegli enti che limitano o
avversano la giustizia sociale e la libertà individuale e politica. Il libertarismo esprime un concetto di libertà
completamente diverso dal liberismo e dal libertarianismo, tipicamente legati a varie forme più o meno complete di
anarco-capitalismo e laisse faire.
2 Citazioni bibliche che Hack amava fare in quanto grande estimatrice di Gesù come uomo e come “primo socialista
della storia”
3 Io credo. Dialogo tra un’atea e un prete, di Margherita Hack e Pierluigi Di Piazza, Nuovadimensione, 2012
4 Silvia Franchini, Monica Pacini, Simonetta Soldani, Giornali di donne in Toscana. Un catalogo, molte storie (1770-
1945), in Biblioteca storia tosc. mod. e contemp., II 1900-1945, Firenze, Leo S. Olschki Editore, 2007, p. 493,
5 https://www.teosofica.org/it/societa-teosofica/origine-e-storia/teosofia-in-italia/,29
6 Vegetarianesimo e diritti degli animali con Margherita Hack https://www.youtube.com/watch?v=1uTGWx2iZL8
7 Margherita Hack spiega il suo essere vegetariana https://www.youtube.com/watch?v=ls5MjXnHUUM
8 Vegetarianesimo e diritti degli animali con Margherita Hack https://www.youtube.com/watch?v=1uTGWx2iZL8
9 https://www.centrocolibri.com/chi-siamo/
10 https://leg16.camera.it/561?appro=668&Legge+51%2F2010+-+Legittimo+impedimento
11 L’INFEDELE 06/06/11 – MARGHERITA HACK, REFERENDUM E NUCLEARE https://www.youtube.com/watch?v=MMjzQ0HMes4
12 Partito dei Comunisti Italiani (PdCI), è stato un partito politico italiano della sinistra radicale fondato l’11 ottobre
1998, dall’ala cossuttiana di Rifondazione Comunista, ispirato alla cultura e ai valori del comunismo italiano.
13 https://web.archive.org/web/20091219122752/http:/home.rifondazione.it/xisttest/content/view/5691/430/
14 Democrazia Atea (DA) è un partito italiano della sinistra radicale che si ispira al “comunismo democratico” e
all’anticapitalismo e fonda la sua azione politica partendo da alcuni capisaldi che sono la Costituzione (escluso l’art. 7)
e le Convenzioni internazionali sui diritti umani. DA si batte, oltre che per i diritti civili e sociali, per la laicità dello
Stato, per l’abolizione dei Patti Lateranensi e dell’8×1000 con il fine di realizzare uno Stato che operi come specchio
per tutta la comunità dando esempio e opportunità nel solco della tutela dei diritti.
di Lorenzo Poli
Collaboratore redazionale del mensile Lavoro e Salute
12 marzo 2024
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