L’Anpi, l’antifascismo …e il Pd
- A cura di Alba Vastano –
Il ‘nuovo fascismo’ serpeggia infido, bastardo e mistificatore. Travestito falsamente da garante dei diritti. Profittando, come sempre nella storia, dei periodi in cui la deriva della buona politica sconfina nel massacro dei diritti sociali e umani. Serpeggia oggi, come ieri, laddove i poteri forti hanno il sopravvento e si fortificano con le fragilità e la paura di vivere di un’umanità che, per sfiducia verso le istituzioni, sta perdendo le ultime speranze nel presente e verso un futuro dignitoso. E può accadere che ci si arrenda. Riconoscendo, illusoriamente, nell’affidarsi al capetto di turno, la soluzione al disastro sociale. Avveniva ieri, come oggi.
La lotta contro ogni forma di fascismo, quella no, non può e non deve essere abbandonata. Mai una resa a quelle forme di nazionalismo estremo che non può che essere autoritario e trova il suo approdo nella dittatura. I Partigiani della nostra Resistenza per debellare e sconfiggere la dittatura hanno dato la loro vita e ci hanno liberato dall’oppressione fascista. Nasce così la nostra Costituzione antifascista e repubblicana. Oggi, come ieri dal 1944, continua a perseguire quella lotta un’associazione a cui tutti noi antifascisti dovremmo aderire. Ѐ l’ANPI, associazione nazionale partigiani.
Il presidente dell’Anpi, federazione di Roma, Fabrizio De Sanctis, nell’intervista che segue, risponde, fra l’altro, a interrogativi che compagni marxisti-comunisti si pongono rispetto all’apertura a tutto tondo che l’ associazione offre a tutti indistintamente, anche a chi è iscritto al Pd, (ndr, partito responsabile dei vari attacchi alla Costituzione antifascista). Il punto fermo richiesto per l’iscrizione è che chi ambisce ad avere la tessera si dichiari antifascista, ricordando che nelle fila dei Partigiani che ci hanno dato la liberazione dall’oppressore e dalla dittatura, militavano anche monarchici, liberali ed ex fascisti pentiti
D: Salve Fabrizio, inizierei con un beve excursus, per i lettori dell’intervista, a mo’ di sintesi della storia dell’Anpi, dalle sue origini ad oggi
R: La prima costituzione dell’ANPI avviene a Roma, in Campidoglio, il 6 giugno 1944. Roma è appena stata liberata ma la guerra continua e molti partigiani romani la continueranno al nord e all’estero. L’ANPI si costituisce riunendo tutti i combattenti d’Italia nella lotta di Liberazione, ha lo scopo di tenere unita la Resistenza, valorizzarne gli ideali e la memoria, facilitare il reinserimento dei partigiani nella vita civile. Nell’appello fondativo, andato perduto, il CLN – Comitato di Liberazione Nazionale – dichiarava che con la deposizione delle armi non dovevano dirsi esauriti i compiti della Resistenza, che si sarebbero perpetuati nella vita civile attraverso l’Associazione con la stessa forza che ne aveva animato l’azione militare. La composizione interna rispecchiava la struttura organizzativa resistenziale del CLN, unitaria negli scopi e federativa quanto alle componenti politiche. Si ritrovano quindi uniti nell’Associazione, tra gli altri, partigiani comunisti, socialisti, azionisti, monarchici e liberali. Siena, Firenze, Genova, Bologna e altre città vengono liberate dalle insurrezioni armate cittadine e il mattino del 25 aprile 1945 a Milano Sandro Pertini, a nome del CLN proclama l’insurrezione nazionale generale. Al termine del conflitto l’esercito partigiano conta 300 mila uomini e donne, 45 mila caduti, 20 mila mutilati e invalidi.
Il 27 giugno 1945 i due comitati provvisori dell’ANPI di Roma e dell’Alta Italia si fondono dando vita all’ANPI nazionale.
I rappresentanti del CLN, fondatori e massimi dirigenti dell’ANPI, sottrassero al re la prerogativa di nominare i governi e i suoi rappresentanti, guidando i primi tre governi di unità nazionale per circa due anni, dal giugno 1944 al referendum istituzionale del giugno 1946. garantendo la transizione alla Repubblica. All’ANPI furono poi assegnati 16 componenti della Consulta Nazionale e dell’ANPI furono molti componenti dell’Assemblea Costituente.
Col mutato quadro politico, nel febbraio 1948 si forma una pluralità di Associazioni con la FIVL di orientamento cattolico e la FIAP di orientamento laico ed azionista. L’ANPI continua tuttavia a crescere, mantiene tra le sue file partigiani di ogni orientamento politico e continua a perseguire una politica di unità della Resistenza. Dal 1956 prende parte alla FIR, la federazione internazionale dei resistenti.
Fin dalle sue origini l’ANPI si occupa sia del passato, coltivando la memoria e la ricerca storica e impegnandosi per far luce e giustizia sulle stragi nazifasciste; sia del presente, per la tutela della democrazia contro ogni neofascismo, in ogni parte del mondo e dal 1948 per la realizzazione dei propri ideali come sanciti dai principi fondamentali della Costituzione; sia del futuro, per la trasmissione dei propri valori e della propria iniziativa alle nuove generazioni. Molti sono i momenti della storia repubblicana in cui l’ANPI interviene schierandosi nella lotta politica. Per ricordarne solo alcuni nel 1953 contro la legge elettorale c.d. truffa; nel 1960 contro l’insediamento del governo Tambroni, sostenuto dai fascisti dell’MSI; nel 1965 contro la guerra in Vietnam; nel 1968 contro l’invasione della Cecoslvacchia; nel 1973 contro il colpo di stato cileno; negli anni ‘70 contro il terrorismo chiedendo di agire per un’effettiva giustizia sociale e l’uguaglianza sostanziale dei cittadini; negli anni ‘80 e ‘90 contro la mafia e la lenta erosione del contesto democratico; nel 2006 contro il tentativo di riforma costituzionale del governo Berlusconi e nel 2016 contro analogo tentativo del governo Renzi.
Dal 2006, portando a compimento un processo iniziato almeno 10 anni prima, l’Associazione, per non esaurire la propria attività e permettere di continuare nel perseguimento dei propri scopi anche dopo la scomparsa dei partigiani e delle partigiane, si apre al contributo degli antifascisti che ne condividono gli scopi statutari, accogliendo nelle proprie file i giovani di ogni orientamento politico.
Oggi l’Anpi ha riguadagnato circa 130mila iscritti, è radicata nuovamente in tutte le province del paese e prosegue negli ultimi anni un costante processo di crescita e radicamento.
Molto resta da dire, a cominciare dal grande e fondamentale ruolo delle donne nella Resistenza e nell’ANPI, che non possono compendiarsi in poche righe.
D: Tra fascismo del ventennio del 900 e quello emergente di oggi, intesi entrambi come epurazione e repressione dei diritti umani, messe in atto, anche oggi, dalle politiche repressive vigenti, vi è un discrimine? Quale?
R: Il fascismo non fu e non è un governo di destra come qualsiasi altro, è una forma di governo apertamente terrorista, antipopolare e al servizio di ristrette elite economiche.
In ciò il fascismo è sempre uguale, in ogni parte del mondo, pur ripresentandosi sempre in forme diverse. L’ANPI, essendo impegnata per la attuazione integrale dei principi costituzionali è contraria ad ogni involuzione autoritaria, in Italia e nel mondo, ma non sempre si può e si deve parlare di fascismo.
D: L’Anpi si connota come associazione antifascista. Per alcuni gruppi politici parlamentari ed extra il fascismo è un periodo storico tramontato e non ha senso citarlo come attuale. Come si contesta questa affermazione?
R: Il fascismo non è mai morto né in Italia né nel mondo, e ripropone le sue vecchie ricette corrompendo le nuove generazioni soprattutto nei momenti di grave crisi economica, come quando nacque. Il fascismo fu “inventato” in Italia in un periodo di grave crisi economica e sociale, nel più debole dei grandi paesi industriali, quello con la disoccupazione più alta e i salari più bassi, che il fascismo curò di tagliare ulteriormente penalizzando ancor più le donne. Per questo è sempre necessaria la vigilanza e la mobilitazione unitaria contro la violenza fascista e contro ogni involuzione autoritaria. Oggi siamo in uno di quei momenti di crisi in cui affiorano nuovamente e vanno conquistando consensi razzismo e discriminazioni sociali, per questo l’ANPI ha recentemente lanciato un nuovo appello unitario per la persona, la società e il lavoro.
D: L’Anpi è apartitico, ma è anche apolitico?
R: L’ANPI è apartitico, Siamo orgogliosi che tanti dirigenti e militanti di partiti, sindacati, associazioni diverse militino nell’ANPI, la casa di tutti gli antifascisti. Ma nell’ANPI non si è rappresentanti di nessun partito o sindacato o associazione, si è militanti dell’antifascismo, punto. L’ANPI è autonoma da tutti i partiti e da tutti i sindacati, ma persegue anche un’attività politica, per l’attuazione dei principi costituzionali di libertà, di giustizia sociale, di piena realizzazione di ogni persona umana.
D: L’Anpi, connotandosi come ente morale antifascista, ha optato per non schierarsi, anche in un percorso elettorale, con i partiti più affini ai suoi principi base. Ѐ così? Se sì non si rischia di dare adito a una posizione antifascista dell’associazione meramente etica e figurativa?
R: L’ANPI si è sempre schierata contro i partiti fascisti, di cui chiede da tempo e non da sola lo scioglimento, e contro tutti coloro che esaltano il fascismo e adottano linguaggi e politiche di odio razzista, xenofobo, antisemita, in ogni forma e da ovunque provengano. L’antifascismo italiano in generale non è solo una questione “etica”, pur fondamentale, ma si è tradotto con la Costituzione repubblicana, in una teoria dello Stato e in una lotta per uno Stato pienamente antifascista.
D: I Partigiani della Resistenza costituirono il Cln, organizzazione politica e militare e riuscirono a sconfiggere la dittatura fascista. Abbiamo oggi focolai di fascismo ben radicati in tutto il Paese, ma non abbiamo più i Partigiani a spegnerli. In questa realtà qual è la funzione sociale e politica dell’Anpi in un società che sta andando alla deriva fascista?
R: La funzione sociale e politica dell’ANPI è proprio quella di raccogliere tutti gli antifascisti nella lotta contro tali degenerazioni e per un profondo cambiamento sociale, corrispondente agli ideali della Resistenza ed ai principi costituzionali.
D: Questione apartitica. Il Pd, in contrasto con l’Anpi , tanto da disertare la fondamentale ricorrenza del 25 Aprile, in occasione dell’opposizione della brigata ebraica (ndr, “O noi o loro”) alla presenza delle bandiere palestinesi. Ѐ un braccio di ferro con l’Anpi, quello del Pd, sapendo di esser essenziale per il numero degli iscritti, nel tentativo di egemonizzare l’associazione?
R: Il PD “disertò” solo il 25 aprile del 2016 a Roma. Non vedo tentativi di egemonizzazione. Possono esserci tentativi di influenzare l’ANPI, ma non sono certo i soli.
D: Restando sul tema Pd. A chi è iscritto a questo partito che ha contribuito a smantellare lo Stato sociale, è uno dei maggiori responsabili degli attacchi alla Costituzione (ndr, v.Referendum 2016 Renzi-Boschi e referendum 2020 taglio parlamentari), ha votato in Europa l’equiparazione tra fascismo e comunismo, quindi anche contro i partigiani, è il fautore delle politiche liberiste, è la madre delle politiche antimigranti (v. legge Minniti n.13/2017 da cui derivano i decreti Salvini), perché si concede la tessera Anpi?
R: La domanda è provocatoria, spero consapevolmente e giornalisticamente. Potrei rispondere semplicemente che l’ANPI iscrive ed accoglie tutti gli antifascisti, punto. Ma rispondo nel merito e userò anch’io dei paradossi. Col PD c’è stato un grande scontro nel 2016, abbiamo contestato duramente la risoluzione europea di “equiparazione”, così come abbiamo denunciato l’esistenza di veri e propri campi di concentramento (non campi di sterminio) in Libia. Ciò non toglie che nonostante gli errori compiuti molti dirigenti e militanti di quel partito si sentano e siano autenticamente antifascisti. Noi ci rivolgiamo a tutti gli antifascisti, comunque la pensino. Non combatterono forse nella Resistenza valorosi partigiani che erano stati addirittura fascisti? La Resistenza è stata un fatto di popolo perché accolse tutti i combattenti nelle proprie fila. Non ci si può rivolgere a tutti facendo gli esami preventivi del sangue, non avrebbe alcun senso politico e porterebbe dritto verso una politica settaria e verso la morte stessa dell’ANPI, nonostante l’Associazione tenga gelosamente alla propria autonomia.
D: L’Anpi, le scuole e i giovani. In un’era dominata dalla globalizzazione e dalla rete gestita dai tycoon dei grandi gruppi capitalistici (ndr, v. Amazon, Google, Facebook, Apple)che neanche la pandemia in corso sta offuscando, al contrario ne ha potenziato i profitti, come si arriva alle nuove generazioni, native digitali, parlando di antifascismo e di memoria?
R: Nelle scuole, anzitutto. Un pensiero e un impegno in particolare dobbiamo a tutti gli adolescenti che stanno vivendo con grande disagio questa pandemia e le sue restrizioni con pesanti ipoteche per il loro futuro.
D: L’invito a iscriversi all’Anpi, rivolto alle nuove generazioni, è menzionato nello Statuto e in quale forma?
R: All’art. 23 chiedendo di condividere gli scopi dell’Associazione.
D: Grazie Fabrizio. Per chiudere l’intervista ti chiedo un pensiero e un ricordo dedicato alle grandi compagne antifasciste scomparse che molto tempo della loro vita e con passione hanno dedicato all’Anpi: Bianca Bracci Torsi, Tina Costa e Carla Nespolo. E purtroppo, in questi giorni, ci ha lasciato anche la compagna Lidia Menapace. Alla loro passione di una vita per la lotta antifascista dobbiamo molto.
R: Non posso farlo in poche righe, veramente. Dico solo che le ho conosciute molto bene tutte e tre e che ci mancano molto. Se posso riassumere in una parola direi che Bianca era l’intellettuale rigorosa anche contro i pericoli di cedimenti interni; Tina la dirigente coraggiosa che non esitava a lanciarsi in nuove avventure; Carla la irripetibile guida femminile, che con la sua direzione ha profondamente rinnovato l’ANPI. Al loro ricordo uniamo quello tra le tante altre, di Lidia Menapace, recentemente scomparsa, dirigente nazionale dell’ANPI che si è sempre distinta per il coraggio delle proprie idee.
Alba Vastano
Giornalista. Collaboratrice redazionale del mensile Lavoro e Salute
10/12/2020
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