L’Anticomunismo dell’Europa della finanza e dell’ingiustizia sociale
La mozione approvata dal parlamento europeo con il voto favorevole di “socialisti”, liberali, conservatori e estrema destra sovranista rappresenta una vergognosa operazione di revisionismo storico.
L’equiparazione tra nazismo e comunismo offende la memoria dei più decisi oppositori di Hitler e della componente maggioritaria della Resistenza europea e anche dei comunisti che caddero vittime dello stalinismo.
La mozione legittima la messa al bando da parte dei governi di destra in Ucraina e Polonia dei simboli e dei partiti comunisti. È come se si vietasse il crocifisso per i crimini commessi in nome del cristianesimo.
Non a caso viene votata dal partito di Orban che ha fatto rimuovere le statue dei comunisti antistalinisti Lukacs e Nagy.
In nome dell’allargamento della NATO a est in violazione degli impegni assunti con Gorbaciov si riscrive la storia.
Persino un papa anticomunista come Giovanni Paolo II precisava che il nazismo aveva rappresentato il “male assoluto” ed evitava superficiali equiparazioni.
Gravissimo poi non riconoscere il contributo dell’URSS alla sconfitta di Hitler.
Attribuire la Seconda Guerra Mondiale al Patto Molotov – Ribbentrop è risibile visto che le potenze occidentali avevano negato il soccorso alla Repubblica in Spagna e prima plaudito alla repressione anticomunista di Mussolini e Hitler. Per non parlare della conferenza di Monaco. Ovviamente tra gli orrori del 20° secolo nella mozione non compaiono le guerre e il colonialismo di cui si sono macchiati i paesi capitalistici liberali. I neoliberisti sono talmente acritici verso il capitalismo che rimuovono le responsabilità nello scatenarsi delle guerre mondiali.
Il Pd vota insieme a Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia. Non ci sono parole per l’opportunismo degli ex-comunisti italiani. Anticomunismo e neoliberismo sono trasversali in Europa e legittimano il risorgere dei fascismi. I governi di destra sorti a est possono continuare la caccia alle streghe, basta che ospitino le basi Nato. Lo sdoganamento dell’anticomunismo e di una visione del Novecento da Libro Nero si accompagnano in Europa alla liquidazione dell’eredità del movimento operaio e socialista e dell’antifascismo.
Maurizio Acerbo
segretario nazionale Rifondazione Comunista – Sinistra Europea
21/9/2019 www.rifondazione.it
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LO STORICO ANGELO D’ORSI
Il mostro storico del «rovescismo» unisce il Pd e Orbán
Parlamento Ue. La risoluzione che equipara nazifascismo e comunismo, approvata a larghissima maggioranza grazie anche ai voti di popolari e “socialisti”, con temerario sprezzo della verità attribuisce paritariamente la responsabilità della Seconda Guerra mondiale alla Germania di Hitler e alla Russia sovietica
La risoluzione del Parlamento europeo, fondata sulla equiparazione tra nazifascismo e comunismo, rappresenta insieme un mostro storico e una bestialità politica. Ma è anche una clamorosa conferma della superfluità “esistenziale” di questo organismo.
Se davvero si vuole una Europa unita, e se la si vuole come si dovrebbe, rifare a fundamentis, il Parlamento europeo sarà semplicemente da eliminare. Un gruppo di signori, godenti di privilegi, che hanno poco o nulla da fare nella vita, sono riusciti a formulare un testo basato su un modesto imparaticcio scolastico, senza capo né coda, un documento lunghissimo, farcito di premesse, di riferimenti interni alla legislazione eurounitaria, ma ahinoi, purtroppo, anche con una serie di ragguagli che pretendono di essere storici, ma sono un esempio di revisionismo ideologico all’ennesima potenza: insomma, il mai abbastanza vituperato «rovescismo», fase suprema del revisionismo, ed è il frutto finale di un lungo lavorio culturale, che dalle accademie è trapassato nel dibattito pubblico, tra giornalismo e politica professionistica.
Il rovescismo riesce a produrre esiti a cui il revisionismo tradizionale non ha avuto il coraggio di spingersi: questo documento è un esempio preclaro di questi esiti.
La linea di fondo, che il rovescismo ha raggiunto, e di cui in Italia abbiamo avuto numerose manifestazioni, è il rovesciamento della verità storica, sulla base di un equivoco parallelismo, che ha illustri precedenti nella filosofia politica, tra fascismo e comunismo, tra fascismo e antifascismo, tra partigiani e repubblichini (per concentrarsi sul nostro Paese): e questo sulla base della nefasta teoria delle memorie condivise, nel documento “europeo” riproposta al singolare, come fonte della “identità” del Continente, a cui l’organo legislativo di una sua parte, sebbene numerosa, pretende di sovrapporsi. L’Unione europea, sarà opportuno ricordare, non è l’Europa, e il Parlamento della Ue non esprime sentimenti, pensieri, sensibilità e, aggiungo, volontà, di alcune centinaia di milioni di cittadini e cittadine dei 27 Stati aderenti.
Ciò detto, la risoluzione, con temerario sprezzo della verità, attribuisce paritariamente la responsabilità della Seconda Guerra mondiale alla Germania nazista e alla Russia sovietica, e in particolare sarebbe la «conseguenza immediata» del Patto Ribbentrov-Molotov, e avendo sottolineato, di nuovo con un esempio di grottesca violenza alla realtà fattuale, che l’istanza unitaria nel Vecchio Continente nasce come risposta alla «tirannia nazista» e «all’espansione dei regimi totalitari e antidemocratici», si richiama alla legislazione di alcuni Paesi membri, che ha già provveduto a «vietare le ideologie comuniste e naziste», e invita gli Stati dell’Ue a prenderli ad esempio.
Curiosamente il documento di questi nuovi analfabeti della storia, usa l’espressione «revisionismo storico» per riferirsi esclusivamente al nazismo, e al progetto genocidario insito in esso, e presenta la posizione a cui si ispira come corretta e indubitabile, al punto da pretendere di diventare legge. E la proposta cui giunge questo mirabile esempio di menzogna storica, e insieme di miseria politica e di bassezza morale, quale è mai? La sollecitazione agli Stati membri a provvedere a condannare i «crimini dei regimi totalitari comunisti e dal regime nazista», e di conseguenza a «formulare una valutazione chiara», che traduca praticamente questa raccomandazione. Ossia, evitare la diffusione e la presenza e la circolazione nei relativi Paesi di ideologie e simboli che richiamino nazismo e comunismo.
Insomma, è una Europa polonizzata e magiarizzata e ucrainizzata: l’Europa che dimentica il ruolo fondamentale della Russia, a cui viene sì attribuito l’etichetta di Paese martire, ma non certo quello, confermato da ogni ricerca storica, di barriera al nazifascismo. E il documento, che pare ispirato direttamente da tedeschi polacchi e ungheresi, si apre a parole di dolce accoglienza nel seno della famiglia dell’Europa “democratica” dei Paesi liberatisi dal giogo sovietico. E, incredibilmente, si precisa: «adesione all’Ue e alla Nato», con una inaccettabile confusione di europeismo e atlantismo.
Ebbene, questo documento è stato approvato con i voti della destra di Orbán e soci, ma anche dei popolari e dei “socialisti”, ivi compresi gli esponenti del Pd. Che con questo atto ha segnato la sua definitiva fuoruscita dal campo della sinistra internazionale, ma altresì dal campo della decenza e della dignità.
Angelo d’Orsi
22/9/2019 https://ilmanifesto.it
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