L’antifascismo che riparte dal Sud
L’Anpi prepara la Conferenza di Organizzazione del Mezzogiorno che si terrà a Paestum a marzo. Un appuntamento di grande importanza per riscoprire il contributo delle regioni meridionali alla Resistenza e rilanciare la presenza dell’Associazione nel territorio in un momento di passaggio difficile per la storia del Paese e di guerre nel mondo
Comincia oggi con l’intervento di Carlo Ghezzi, vicepresidente vicario dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, un percorso di “Patria” per accompagnare iscritti, dirigenti, simpatizzanti verso la Conferenza di Organizzazione delle Anpi del Mezzogiorno. Un appuntamento che non riguarderà solo il Sud. Perché è la storia della Resistenza a raccontare che quell’unità nella lotta e la sconfitta del nazifascismo in Italia e in Europa fu realizzata anche grazie al grande contributo di sangue, sacrifici e pensiero di uomini e donne del nostro Meridione. E oggi, con il governo del Paese più a destra di sempre, l’incontro assume un valore che va oltre l’impegno preso due anni fa al Congresso. Nel segno dei nostri partigiani e della Costituzione nata dalla Resistenza, l’Anpi nell’80° della sua nascita rilancia un patto di coesione nazionale che è insieme una scommessa e una promessa alle cittadine e ai cittadini della Repubblica tutta: d’ora in poi “No pasaran”.
Il Congresso dell’Anpi, che si è tenuto a Riccione nel marzo del 2022, ha assunto nei suoi deliberati finali l’importante impegno di promuovere una Conferenza di Organizzazione partecipata dalle proprie strutture operanti nel Mezzogiorno. L’appuntamento è stato indetto per il 16 e 17 marzo del 2024 e si terrà a Paestum (Salerno).
Si tratta di una decisione di grande rilevanza che ci porterà a organizzare la prima ampia assemblea di delegati avente questo carattere che coinvolgerà una parte importate del nostro Paese nella quale l’insediamento dell’Anpi è ancora un po’ fragile e relativamente giovane.
Fino alle innovative scelte congressuali compiute nel 2006 l’adesione alla nostra Associazione era riservata solamente ai partigiani e di conseguenza nel Sud d’Italia erano presenti solo delle piccole organizzazioni formate da coloro che avevano preso parte alla Resistenza combattendo nel Centro-Nord.
Negli anni successivi con l’apertura delle adesioni alla Associazione a tutti gli antifascisti le strutture provinciali dell’Anpi attive nel Mezzogiorno d’Italia, grazie soprattutto all’opera caparbia quanto certosina dispiegata dal compianto Luciano Guerzoni, si sono sviluppate, si sono moltiplicate e si sono radicate in ogni provincia, sviluppando una crescente capacita di iniziativa politico-culturale e organizzativa.
Il convegno sulla partecipazione del Mezzogiorno alla lotta di Liberazione tenutosi a Napoli nel 2015, fortemente voluto da Carlo Smuraglia, ha rappresentato una pietra miliare nel percorso di presa di coscienza e di sostegno a nuove ricerche su aspetti meno conosciuti della Resistenza all’interno di un processo di crescita che è tutt’ora in atto e che può essere ulteriormente accentuato.
La nostra ricerca avviata nel 2012 e conclusa nel 2016 che ha prodotto l’Atlante delle stragi nazifasciste in Italia ha evidenziato i numerosi e drammatici episodi accaduti anche nel Sud. Il recente convegno tenutosi a Bari sugli Internati Militari Italiani ha sottolineato, tra i numerosi aspetti messi in luce, la provenienza dal Mezzogiorno di 250.000 soldati che dopo l’otto settembre del 1943 hanno scelto di finire nei lager nazisti anziché accettare di arruolarsi nelle file della Repubblica Sociale Italiana.
A costoro vanno sommati tanti altri soldati e tanti cittadini morti a causa della sciagurata scelta di Mussolini di avviare al fianco di Hitler e del Giappone la seconda guerra mondiale; cittadini italiani meridionali che sono Caduti sui tanti fronti di combattimento all’estero o sono morti sotto i bombardamenti che hanno colpito città e infrastrutture.
Tante radici dimenticate o nascoste dell’antifascismo italiano vanno ancora individuate e adeguatamente valorizzate nei territori dove operiamo mentre affrontiamo le sfide che la attuale situazione nazionale e internazionale ci pone dinnanzi riconfermando le nostre due funzioni fondamentali: la riproposizione della memoria della Resistenza e la applicazione piena dei valori che la nostra Costituzione contiene.
La Conferenza di Organizzazione si tiene mentre in Italia sgovernano le destre che minacciano di mettere in discussione i fondamenti della nostra Costituzione e mentre è in corso nel mondo un complesso quanto violento terremoto politico, economico e sociale che vede l’intrecciarsi di tante pesanti crisi.
Una crisi economica esplosa nel 2007 e mai risolta che si è progressivamente intrecciata con la crisi pandemica, con la crisi ambientale, con una imponente e crescente crisi migratoria, con una crisi della stessa democrazia che spinge milioni di persone a estraniarsi da un percorso partecipativo con il diffondersi dell’astensionismo che lascia spazio a movimenti populisti caratterizzati da tratti eversivi che si manifestano in Europa come nelle Americhe con fenomeni parossistici emersi negli Stati Uniti e in Brasile dove si è addirittura cercato di mettere in discussione il risultato elettorale.
In un mondo che è contrassegnato dalla svalorizzazione del lavoro e dalle disuguaglianze più pesanti mai apparse nella storia dell’umanità queste crisi si aggrovigliano in modo preoccupante sotto la cappa terribile della guerra esplosa nel cuore dell’Europa e nel Medio Oriente e che continua a insanguinare tante altre parti del mondo.
Emergono da questi scenari dei preoccupanti sentimenti reazionari, emergono aspetti di nazionalismo esasperato e di razzismo, emergono tratti di nazifascismo, emergono xenofobia, omofobia, antisemitismo e islamofobia promossi e sorretti da forze che vorrebbero far girare all’indietro la ruota della storia.
Sta ai popoli e ai governi trovare le soluzioni per fuoriuscire da tale stato di cose garantendo all’umanità la pace, un nuovo ordine internazionale caratterizzato da una convivenza pacifica che garantisca la sicurezza per tutti, garantendo i diritti e una maggior equità sociale.
L’Anpi, coscienza critica della nostra democrazia, è impegnata a fornire il proprio contributo rafforzando sempre più i propri rapporti con le Istituzioni a ogni livello, con le organizzazioni politiche, sociali, sindacali, della cultura e del volontariato con le quali operiamo positivamente anche nelle aree del Mezzogiorno d’Italia gravate da sempre di un inaccettabile divario economico dalle aree del Centro-Nord del Paese.
La Conferenza deve contribuire a mettere maggiormente a fuoco il contributo specifico che le strutture dell’Anpi delle otto regioni meridionali possono dare all’insieme della struttura nazionale. Obiettivo centrale della Conferenza di Organizzazione è il rafforzamento dell’Anpi nel Mezzogiorno e del suo proselitismo puntando in particolare e con grande determinazione alla costruzione di nuove Sezioni in tutti i Comuni più importanti, in gruppi di Comuni minori, nei quartieri delle grandi città superando l’esperienza non sempre positiva verificatasi con la costituzione in alcune realtà dei Comitati cittadini nei capoluoghi di provincia.
L’Anpi, che è e deve essere sempre di più la casa di tutti gli antifascisti, nel Mezzogiorno ha dei potenziali spazi di crescita davvero rilevanti rapportandosi in particolare alle giovani generazioni. Sta a noi lavorarci con passione e con dedizione nella convinzione che la democrazia italiana, la sua rivitalizzazione e il positivo dispiegarsi delle grandi risorse che può offrire hanno bisogno dell’Anpi e del suo contributo.
Carlo Ghezzi, vicepresidente nazionale vicario Anpi
PUBBLICATO GIOVEDÌ 11 GENNAIO 2024
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