L’arroganza dei fautori dell’autonomia differenziata non accenna a smorzarsi
Comunicato stampa 12 novembre 2024
L’arroganza dei fautori dell’autonomia differenziata non accenna a smorzarsi. Alla vigilia dell’atteso pronunciamento (12 novembre) della Corte Costituzionale sui ricorsi avanzati dalle Regioni Puglia, Toscana, Campania e Sardegna, il ministro Calderoli e il presidente della Regione Veneto Zaia si incontrano per pattuire il trasferimento, dallo Stato alla regione, delle funzioni connesse alla Protezione civile. Lo fanno con la stessa procedura privatistica e lesiva delle prerogative del Parlamento con cui, dal 2018, stanno contrattando, pezzo per pezzo, lo smantellamento della Repubblica.
Il pretesto per la nuova e provocatoria accelerazione impressa al processo di devoluzione delle 23 materie pretese dal Veneto è la distinzione tra materie “Lep” e materie “non-Lep”, una furbesca invenzione che consente di iniziare la liquidazione di competenze statali essenziali e cruciali, quali la Protezione civile, appunto, senza attendere la determinazione delle quote da
destinare ai servizi “essenziali” delle regioni ordinarie.
Il disastro di Valencia, aggravato dall’atteggiamento dei suoi amministratori autonomisti, non è servito e non è bastato, con tutto il suo carico di lutto, a indurre i “governatori” a fermare la macchina infernale dello scorporo del paese. A loro non interessa la richiesta avanzata da ben oltre un milione di cittadini/e, che hanno firmato il quesito referendario totalmente abrogativo della legge 86/2024, che stabilisce le condizioni entro cui chiedere forme di autonomia e mette in salvo le intese già siglate.
Ma non è finita. Il Comitato per la determinazione e definizione dei Lep, già abbandonato polemicamente da illustri membri come Amato e Visco, e presieduto da Sabino Cassese, provvederà tra il 29 novembre e il 12 dicembre a emanare l’elenco dei criteri sulla base dei quali differenziare l’erogazione dei fondi. Già da qualche mese è trapelata (tutto è avvolto nell’oscurità, nonostante sia in gioco l’unità del Paese e il destino di milioni di cittadini e cittadine!) una lista di indici inaccettabili,
modellati sulla visione proprietaria e rapace delle regioni sedicenti “locomotive” del paese: costo della vita, curva demografica e, addirittura, clima.
II Comitati contro ogni Autonomia differenziata, che già il 27 ottobre scorso, a Roma, hanno riunito costituzionalisti, economisti, politici e attivisti, e che sono costantemente impegnati nell’organizzazione, in tutta Italia, di altri incontri utili ad illustrare le ragioni dell’ammissibilità del quesito referendario – che ha mobilitato più di un milione di persone questa estate – e a ribadire la profonda, irreversibile lacerazione che l’attuazione della legge Calderoli procurerebbe al paese, alla Costituzione e alla popolazione, esprimono il loro sdegno e la loro forte preoccupazione per il disprezzo ancora una volta esibito dal ministro Calderoli e dai “governatori” secessionisti nei confronti degli organi della Magistratura superiore e delle sedi ufficiali in cui dovrebbe svolgersi, in modo trasparente, il dibattito politico; e, soprattutto, nei confronti del popolo sovrano, che si è chiaramente pronunciato contro lo sfascio e l’istituzionalizzazione delle storiche disuguaglianze tra
territori.
Se i leghisti, con inquietante protervia, hanno dichiarato che non si fermeranno neanche se la legge dovesse essere abrogata, i Comitati ribadiscono che, restando convintamente nel perimetro di quella Costituzione che essi vogliono cancellare, continueranno ad opporsi strenuamente a questo progetto eversivo.
Comitati per il ritiro di qualunque Autonomia differenziata, l’unità della Repubblica e l’uguaglianza dei diritti
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