L’Autonomia Differenziata format Emilia Romagna

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A quando la camicia verde?

19 febbraio 2024.
Stefano Bonaccini “Mi sono schierato contro l’autonomia di Calderoli perché non ha nulla di virtuoso, è egoista e aumenterebbe le distanze già troppo forti tra il nord ed il sud del Paese. Detto questo io credo che il Partito Democratico debba occuparsi di più e meglio del nord del paese, dove vivono quasi la metà degli italiani e vi è il cuore produttivo e manifatturiero.”

Cronaca dei miei pensieri:

. è sull’orlo di una crisi di nervi;
. non ha elaborato il lutto delle primarie del PD e vuole candidarsi a quelle della Lega.
Vabbè, ora penso seriamente:
. qual è il fine di una dichiarazione da uomo della Lega? È il presidente del PD, non è un dettaglio;
. parla da uomo del nord, non ha la giacca da presidente dell’Emilia-Romagna, anche questo non è un dettaglio;
. perché getta la maschera?

No, non getta la maschera, ha sempre ostentato il suo spirito autonomista, è sempre stato coerente ma sempre nei limiti del suo territorio, ora esce da quei limiti e non si spalma su tutto lo stato ma solo del nord.

Se cade o può cadere una maschera è quella del resto del PD.

Una dichiarazione del genere se proprio non si voglia interrogare i valori del suo partito è in linea con quanto è uscito dall’ultimo suo Congresso, quello tanto decantato dalla sua Segretaria in risposta a Marina Boscaino, Portavoce dei Comitati contro ogni autonomia?

E’ il resto del PD che deve decidere se continuare a giocare sul filo dell’equivoco contro il DDL o contro l’autonomia, lui vuole l’autonomia e la vuole ora, non può aspettare il negoziato su un presidenzialismo accettabile che è la vera merce di scambio tra Meloni e la Lega.

Ma davvero siamo a questo punto? Davvero i valori ed il pensiero del PD sono andati così a destra?

Ma se la fine è annunciata, che fretta c’è?

È la fretta dettata dalla sua esperienza, da quel maledetto ( per lui ) 22 luglio 2022.

Le dimissioni di Draghi quando il DDL Gelmini aveva solo bisogno della ratifica parlamentare, il gioco era fatto e invece rimase col cerino in mano.
Voleva chiudere la partita entro la legislatura ma Draghi la accorciò.

Allora parla da uomo del nord e cementa l’intransigenza di Calderoli da un lato e mette sull’orlo della scelta la Schlein, scelta facile per chi ha forza e valori di sinistra ma non per chi scelte non riesce a fare.

Solo Santori, del Direttivo PD e colui che coniò con le Sardine lo slogan “l’Emilia non si Lega” che produsse una barca di voti per Bonaccini, ha accennato una tiepidissima risposta.

Alcuni hanno commentato favorevolmente l’esternazione ma il resto del mondo fischietta indifferente ed è la quota più pericolosa.

Bonaccini vuole approfittare delle sue intese già in tasca dal 2019 con la scusa che se partono Veneto e Lombardia far rimanere al palo l’Emilia-Romagna è da folli.
A noi che gli abbiamo piazzato una LIP regionale per l’interruzione degli accordi del 2018-2019 è da folli non riempire le piazze.

Tutti sono convinti che non succederà niente prima delle europee, non è vero, quel maledetto art. 11 del DDL Calderoli può scatenare l’inimmaginabile in poco tempo e Bonaccini lo sa!

Antonio Madera

Comitato contro ogni Autonomia Differenziata Emilia Romagna- Tavolo nazionale NO AD

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