L’Autonomia Differenziata procede silenziata

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E’ realtà e non solo, purtroppo, una mia considerazione che sull’operazione secessiva del governo Gentiloni (il giorno prima delle dimissioni) e delle Regioni Emilia Romagna (di Bonaccini e Schlein, Lombardia e Veneto, siamo tornati al silenzio tombale iniziato da quell’anno, 2001.

Mi pare utile un breve promemoria per contestualizzare il prosieguo di questa considerazione, perchè la memoria delle persone sbattute ai margini del sapere politico istituzionale e mediatico è di fatto labile e inondata, da decenni, da notizie di gossip dei clan politici e ora dalle criminali mistificazioni della storia e della guerra russofobica intrapresa dall’Europa su mandato degli USA che ora si ritira accorgendosi che la Russia non si può sconfiggere e lascia gli idioti europei con il cerino in mano.

Il silenzio è continuato fino a quando sono nati i “comitati locali contro ogni autonomia differenziata” coordinati dal Comitato nazionale, che, per anni e con il silenzio derlla grossa stampa, da soli (con il solo appoggio in tempo reale di Rifondazione Comunista e dopo anche altre organizzazioni politiche fuori dal Parlamento) hanno portato all’attenzione del Paese il progetto sovversivo della Costituzione con il concreto pericolo della frantumazione territoriale dei diritti collettivi, sociali e politici, già crepati dalle politiche dei governi di centrosinistra (compresi i governi “tecnici” di Monti e Draghi) ovviamente coadiuvati da quelli del centrodestra.

Dopo oltre sette anni di solitaria informazione e di piazza del Comitato nazionale si sono, dopo i sindacati di base, finalmente aggregati i sindacati Cgil e Uil, associazioni come l’Anpi, Arci e altre, ma anche Partiti come il PD e alleati come Sinistra Italiana. Si è quindi arrivati alla raccolta di firme
(un milione e trecentomila) in piena estate con le relative difficoltà per indire un Referendum, abrogativo della Legge Calderoli formalizzata dal Governo Meloni. Da quel momento sono iniziate le manovre per boicottare l’abrogazione totale, manovre, di chi e come?
L’ho ripetuto più volte in pubblico e su questo mensile, credo per un politico e un giornalista sia indispensabile essere sempre chiaro per non calpestare la propria dignità e le persone che ascoltano e leggono, tutte, quelle a favore e quelle contrarie a quanto si afferma.

La responsabilità di questo silenzio non è solo del governo (che fa il suo dovere di destra, perchè non esiste un governo di tutti) ma anche, e per quanto mi riguarda, è ancora più grave, della Cgil (del PD si sapeva!) che dopo l’impegno nella raccolta delle firme si è acquietato sulle motivazione della Cassazione, eppure con quelle motivazioni sono rimasti intatti i rischi di una definitiva debilitazione dei diritti insopprimibili della salute con un ritorno alla sanità pubblica dei diritti del lavoro e dei diritti, e sul lavoro. Per riaffermarli concretamente non basterà avere indetto i pur indispensabili quattro referendum! L’onore di essere il più grande sindacato con milioni di iscritti cammina strettamente insieme all’onere di non ragionare come un Partito compatibile con il sistema economico e politico liberista m di stare sulla concretezza dei processi sociali, oggi martoriati dalla politica bipartisan.

Per la Cgil, ma anche per le diverse associazioni, non fare questa scelta, progettuale e mobilitante, significa accodarsi, e dare ragione, a quelle ormai conosciute come le “due destre”, in conflitto apparente ma in sostanza con obiettivi simili: la decapitazione del lavoro (hanno iniziato con il pacchetto Treu e il Jobs Act).e dei suoi rappresentanti non amici del governo, la scomparsa dello Stato pubblico con la ormai quasi definitiva privatizzazione dei servizi pubblici, per finire, con il Governo Amato che inserisce in Costituzione l’autonomia differenziata con lo stupro del Titolo nel 2001. Questo è il retroterra che nessuno, a parte Rifondazione Comunista, allora in Parlamento, si è preoccupato di denunciare. E oggi il governo Meloni Calderoli può determinare la secessione, una vera e propria guerra al sud e ai poveri del nord, attuando l’autonomia differenziata dopo aver portato molti a dibattere solo di LEA e LEP, pezzi importanti ma inutili se staccati dall’intero progetto eversivo.

Dovremmo capire che ci troviamo in una situazione che sta generando pericoli per la vita civile che se portati a compimento da leghisti e fratelli d’Italia, dopo lo sporco lavoro di aratura fatto dai governi precedenti, ci vorranno altri trent’anni per ricostruite forme minime di democrazia, di convivenza civile e di diritti elementari, mentre invecchieranno le nuove generazioni sotto il capestro della disoccupazione e del non poter costruire un futuro lavorativo e familiare.

Franco Cilenti

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