Lavoratori Silba ancora senza stipendi. Una storia di arroganza padronale e di una politica complice
Dopo le lunghe giornate di mobilitazioni, i presidi presso prefettura, ASL e regione, gli accertamenti e le ulteriori agevolazioni degli enti pubblici atti a porre l’azienda nelle piene condizioni di adempiere al suo dovere di erogare regolarmente gli stipendi, i lavoratori e le lavoratrici si trovano ancora nella condizione di dover protestare per ottenere ciò che gli spetta: il pagamento delle mensilità di Marzo e Aprile.
Ma un dato ancora più allarmante è emerso a seguito dell’ultima legittima protesta dei lavoratori e delle lavoratrici del 2 Maggio scorso, in quanto l’azienda ha deciso di rispondere con un comunicato che è tanto agghiacciante quanto provocatorio nei suoi contenuti.
In buona sostanza, la dirigenza della Silba S.p.A. esprime le sue perplessità. Si perplime di come possano i lavoratori strumentalizzare un “mero disguido” a fini sindacali. Eppure è stato necessario protestare per mesi ed arrivare fino in Regione affinché questo “mero disguido“, come lo definisce l’azienda, non si verificasse più. L’azienda trova “ironica”, per non dire “da stigmatizzare” la scelta degli operatori di mobilitarsi proprio in data 2 Maggio, appena un giorno dopo la festa dei lavoratori, vantando “i lodevoli sacrifici fatti per mantenere intatto il livello occupazionale e retributivo”. Eppure, al di là della carica provocatoria di tali affermazioni, non serve avere memoria lunga per capire che Silba tutto ha a cuore fuorché la tutela dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici che, ciclicamente, si trovano in condizione di dover lottare per difenderli. Infine, a conclusione del proprio comunicato, l’azienda sottolinea il proprio sdegno in quanto la politica di dialogo intrapresa “non era affatto consuetudinaria nel recente passato“, lasciando intendere che i lavoratori e le lavoratrici dovrebbero quasi ringraziare l’amministrazione Silba per la gentile concessione.
Per capire come sia possibile che Ci tornano alla mente le intercettazioni al Governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca che, a pochi giorni dal referendum costituzionale, esortò candidamente “i suoi sindaci” a cercare voti soprattutto nell’ampio settore della sanità privata convenzionata per sostenere il “Sì” e quindi l’allora premier Matteo Renzi. A questo episodio, che già di per sé mostra il sistema clientelare che inquina il settore della sanità privata convenzionata, dobbiamo aggiungere tutti i provvedimenti e le leggi che da un lato stanno mettendo in ginocchio la sanità pubblica, favorendo quella convenzionata e privata, e dall’altro hanno portato ad unarretramento sostanziale nel campo dei diritti dei lavoratori e delle lavoratrici e ad un progressivo smantellamento anche degli strumenti di tutela e di difesa che erano stati conquistati in anni di dura lotta (pensiamo agli ulteriori tagli alla sanità pubblica dell’ultima Spending review, alla cancellazione dell’articolo 18, alla legge Fornero, al Jobs Act).
È questo clima politico che legittima gli amministratori delle cliniche convenzionate nel loro operato e che fa in modo che si continuino ad ignorare le richieste dei lavoratori e delle lavoratrici e che si continui a speculare sulla pelle di persone affette da gravi disagi fisici e mentali, come nel caso di Silba, persone che avrebbero bisogno di un’assistenza puntuale ed attenta, all’oggi garantita soltanto dall’estremo senso di responsabilità degli operatori e delle operatrici che, pur non percependo stipendi e con i debiti che aumentano, non si tirano indietro dalle loro mansioni.
Per quanto ancora Silba S.p.A. continuerà a tirare la corda?
Quel che è certo è che i lavoratori e le lavoratrici sono stanchi di lavorare gratuitamente e continueranno a lottare!
Sosteniamoli! Perché la loro lotta è la nostra lotta! È la lotta di tutta la classe lavoratrice e sfruttata di questo paese!
9/5/2017 http://clashcityworkers.org
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