Le guerre occidentali e l’eterno ritorno dell’errore di valutazione
Dall’Ucraina all’Iran, USA e NATO ripetono lo stesso errore: credere di poter infliggere “sconfitte strategiche” senza considerare la realtà. La Russia ha smascherato l’illusione occidentale, e ora si tenta lo stesso gioco con Iran, Hezbollah e Ansarullah. Il re è nudo.
Il circolo vizioso delle guerre occidentali
Negli ultimi anni, con una costanza sospetta, l’Occidente ha dimostrato una sorprendente incapacità di apprendere dai propri fallimenti. La guerra in Ucraina ne è l’esempio più lampante: Washington e i vertici della NATO erano convinti di poter infliggere una “sconfitta strategica” alla Russia tramite il supporto militare e finanziario a Kiev.
Tuttavia, il conflitto ha rivelato la resistenza russa e la fragilità dell’apparato militare occidentale. Dopo oltre due anni di guerra, Kiev è in ginocchio, mentre la Russia mantiene la propria posizione con una capacità di adattamento che l’Occidente non aveva previsto.
Ma anziché riconoscere il fallimento della strategia, il dibattito politico si concentra sulla ricerca di un capro espiatorio. Trump attribuisce la disfatta a Biden, come se la guerra fosse stata un’iniziativa personale e non la naturale conseguenza delle politiche statunitensi a partire dal tradimento di Clinton verso Yeltsin, il più filo occidentale dei presidenti ex sovietici.
Documenti desecretati del National Security Archive hanno rivelato il contenuto di un acceso scambio tra Bill Clinton e Boris Eltsin a Mosca, nel maggio 1995. L’incontro avvenne durante le celebrazioni per l’anniversario della vittoria sovietica nella Seconda Guerra Mondiale e toccò un tema cruciale: l’espansione della NATO.
Come riportato da Alessandro Cassieri nel suo Tra Russia e Ucraina, Eltsin manifestò apertamente la sua opposizione: “Se la NATO si espande, per la Russia sarà solo un’umiliazione. Perché volete farlo? Il Patto di Varsavia non esiste più, mentre l’Alleanza Atlantica sopravvive e avanza verso i nostri confini. È un nuovo accerchiamento. Molti russi provano paura. Serve una nuova architettura di sicurezza paneuropea, non vecchi schemi.”
Clinton rispose con fermezza: “Puoi dire di non volere un’espansione accelerata, e ti ho già detto che non la forzeremo. Ma non puoi chiederci di rallentare.”
Eltsin ribatté con toni ancora più duri: “Lasciare che la NATO si avvicini ai confini russi sarebbe un tradimento nei confronti del popolo russo.”
Le conseguenze degli errori di trent’anni fa sono sotto i nostri occhi, anche se la narrazione mainstream che ha avvelenato il dibattito pubblico in questi tre anni ha fatto di tutto per raccontare una storia monca, senza radici, basata su uno schema morale semplice: “C’è un aggredito e un aggressore”.
Il nuovo fronte: Iran e Medio Oriente
Mentre il conflitto in Ucraina dimostra i limiti dell’interventismo occidentale, Washington e i suoi alleati sembrano decisi a ripetere lo stesso errore in Medio Oriente. L’idea di poter piegare Teheran e rovesciare il regime iraniano attraverso pressioni militari ed economiche si basa sulla stessa illusione di onnipotenza già vista in passato.
Ma la realtà si dimostra ben diversa: l’Iran ha dimostrato di possedere capacità difensive e di rappresaglia superiori alle previsioni occidentali.
La stessa logica fallimentare si applica a Gaza, dove oltre quindici mesi di bombardamenti non hanno annientato la resistenza palestinese. Lo stesso in Libano, dove gli attacchi contro Hezbollah hanno prodotto risultati minimi sul terreno. Lo Yemen è un altro caso emblematico: nonostante mesi di attacchi e il dispiegamento di flotte occidentali nel Mar Rosso, Ansarullah continua a mantenere la propria posizione.
Ogni volta la narrativa ufficiale sostiene che “questa sarà la volta buona”, ignorando completamente le lezioni del passato. Questo approccio non è solo miope, ma pericoloso: l’Occidente rischia di trascinare il mondo in conflitti sempre più ampi senza alcuna prospettiva di vittoria.
La storia ci insegna che l’arroganza strategica conduce sempre alla sconfitta. Ma sembra che i leader occidentali siano intrappolati in un circolo vizioso da cui non sanno (o non vogliono) uscire.
Il prezzo di questa cecità lo pagano le popolazioni coinvolte nei conflitti, mentre i governi continuano a inseguire illusioni di dominio che la realtà puntualmente smentisce.
25/3/2025 https://www.kulturjam.it/
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