Le immagini satellitari rivelano che Israele ha già iniziato l’occupazione permanente di Gaza
Le immagini satellitari mostrano che l’esercito di Tel Aviv ha già dato avvio all’occupazione permanente di Gaza. È quanto messo nero su bianco dal quotidiano israeliano Haaretz, che ha pubblicato i progetti, rimasti finora segreti, del governo di Benjamin Netanyahu, che prevedono una significativa riduzione dell’abitabilità della Striscia. Il 16% del territorio dell’enclave, infatti, sarà destinato a diventare buffer zone, ossia una “zona cuscinetto”, che il governo starebbe pianificando di radere completamente al suolo abbattendo le case palestinesi non già distrutte dai bombardamenti e, di conseguenza, vietando agli abitanti di farci ritorno al termine dell’invasione militare. A ciò si aggiungerebbe un piano parallelo per rendere permanente un corridoio di controllo, attraverso cui la Striscia sarà tagliata a metà e che consentirà all’esercito israeliano, come scrive la testata, «di controllare il traffico sulle strade strategiche, che sono al centro dei negoziati con Hamas».
Dopo aver esaminato recenti immagini satellitari che offrono uno spaccato del territorio in questione, il giornale israeliano ha attestato come le forze armate di Tel Aviv stiano distruggendo strutture permanenti presenti nella zona di confine con la finalità di realizzare un perimetro “cuscinetto”, largo circa un chilometro. Al suo interno erano presenti edifici residenziali, campi, serre e pannelli solari. Secondo Haaretz, il progetto coinvolge «forze ingegneristiche» che stanno lavorando a una significativa espansione dell’area dichiarata prima della guerra dalle Forze di Difesa Israeliane come no-go zone (area ad accesso vietato) palestinese. Essa fungerà da posto di blocco e di controllo allargato, utilizzato per monitorare il passaggio dei palestinesi che si spostano dal quadrante settentrionale a quello meridionale dell’enclave e viceversa. Nei piani di Israele, dopo lo sgombero del campo di Al Bureij, situato nella Striscia di Gaza centrale, vi è la volontà di realizzare un corridoio diagonale che spacchi in due parti l’enclave. Questa azione, è stato assicurato, permetterà di «controllare il traffico sulle strade strategiche» per Hamas, al fine di prevenire nuovi attacchi da parte della resistenza palestinese. Questi due progetti – hanno scritto gli analisti della testata israeliana – rappresentano «la testimonianza del fatto che l’esercito israeliano si sta preparando per una presenza a lungo termine nella Striscia». Le immagini satellitari consentirebbero di visualizzare i posti di blocco in costruzione nei pressi della Salah al-Din Road, l’arteria centrale, e della strada costiera. Stando a quanto è trapelato, l’esercito di Tel Aviv sorveglierà la zona cuscinetto da remoto, senza dunque la presenza diretta di soldati.
Se confermato quanto anticipato da Haaretz – testata storica dell’opposizione israeliana considerabile di solida affidabilità giornalistica – si tratterebbe quindi del primo concreto tassello che va nella direzione di quella occupazione permanente, almeno di parte della Striscia, di cui in Israele si parla sin dall’inizio del conflitto. Una linea di comportamento politico che. è bene ricordarlo, si muove del tutto al dì fuori del diritto internazionale e le risoluzioni ONU, che stabiliscono come la Striscia di Gaza, insieme alla Cisgiordania occupata e Gerusalemme Est, dovrebbero essere parte di uno Stato di Palestina libero e indipendente.
Stefano Baudino
1/4/2024 https://www.lindipendente.online/
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