Le tante discriminazioni subite dalle persone anziane con disabilità
Accade in genere, anche sulle nostre pagine, che l’uso dei termini “persone con disabilità” non renda per niente giustizia al fatto che quelle parole sottendono un’enormità di situazioni diverse come quelle, ad esempio, di tutte quelle persone anziane con disabilità che affrontano sfide specifiche a causa di discriminazioni intersettoriali, radicate da una parte nel cosiddetto ageism, ovvero quelle dovute all’età, dall’altra parte nell’ableism (“abilismo”), ossia per il fatto di essere persone con disabilità.
Lo ha sottolineato con forza nei giorni scorsi l’EDF, il Forum Europeo sulla Disabilità, in occasione della Giornata Internazionale delle Persone Anziane del 1° ottobre, ricordando innanzitutto come le persone anziane con disabilità «siano spesso viste quali “oggetti di cura”, piuttosto che come partecipanti attivi alla società. Esse, inoltre, sono maggiormente esposte ad abbandono, abusi e violenze, sia negli ambienti istituzionali che quando ricevono assistenza e sostegno a casa».
Anche in questo àmbito sono le donne anziane con disabilità ad avere prospettive di vita assai peggiori rispetto alle donne anziane senza disabilità e agli stessi uomini anziani con disabilità: infatti, i ruoli prefissati e le aspettative di genere spingono spesso queste donne alla dipendenza economica. Di conseguenza, esse sono in genere molto più povere, rischiando di subire maggiori violazioni dei diritti umani.
In occasione del 1° ottobre, dunque, AGE Platform Europe, rete europea di organizzazioni senza fini di lucro e di persone di oltre 50 anni, che sensibilizza sui problemi e i diritti dei 190 milioni di cittadini ultracinquantenni nell’Unione Europea, ha lanciato la campagna denominata Lead with Us. Diritti umani per tutte le età, basata su due pilastri fondamentali, riassunti così dall’EDF: «I diritti umani non diminuiscono con l’età: questo include il diritto delle persone anziane ad accedere a una buona salute, tramite servizi sanitari (compresi quelli dedicati alla salute mentale) che non li discriminino. Godere inoltre del diritto a una buona salute in età avanzata richiede anche l’accesso alle informazioni sanitarie e il supporto nel fornire un consenso libero e informato».
In tale contesto, il Forum Europeo sulla Disabilità ha voluto evidenziare le principali sfide affrontate dalle persone anziane con disabilità, chiedendo, come di seguito, azioni specifiche in almeno tre settori:
«Povertà ed esclusione sociale: la lotta per sbarcare il lunario è particolarmente presente tra le persone anziane, a maggior ragione quando hanno disabilità e/o sono donne. Per loro il costo della vita supera di gran lunga quello delle persone senza disabilità, a causa dei costi aggiuntivi necessari per compensare la generale inaccessibilità della società che li circonda.
Discriminazione nell’accesso ai benefìci per la disabilità: l’età ha un impatto negativo sulla valutazione della disabilità e sull’assegnazione dei benefici per la stessa, con il risultato che alle persone anziane con disabilità non viene viene offerto lo stesso livello di qualità o il medesimo supporto che alle altre persone con disabilità.
Accesso a beni e servizi: alle persone con disabilità e agli anziani viene ancora quasi sempre negato il diritto alla parità di accesso alla maggior parte delle aree della vita pubblica e privata a causa dell’inaccessibilità dei beni e dei servizi tradizionali. La mancanza di un approccio armonizzato all’accessibilità e la disponibilità e l’accessibilità delle tecnologie di assistenza sono questioni che l’Unione Europea dovrà affrontare».
«Nel gennaio di quest’anno – concludono dall’EDF – la Commissione Europea ha pubblicato un Libro Verde sull’invecchiamento demografico, che prende come base fondamentale la solidarietà intergenerazionale. Per garantire i diritti umani delle persone anziane è fondamentale, dunque, che quel Libro verde e la stessa Strategia Europea per i Diritti delle Persone con Disabilità 2021-2030 includano le prospettive e i diritti delle persone anziane con disabilità. In tal senso, azioni sensibili rispetto all’età dovrebbero essere sviluppate in tutte le iniziative pertinenti della Commissione Europea, dalla digitalizzazione all’accessibilità, dai diritti delle vittime all’uguaglianza di genere, fino ai diritti delle donne. Inoltre, è necessario che l’Unione Europea e gli Stati Membri di essa adottino normative e azioni mirate a combattere la discriminazione, lo stigma e gli abusi basate sull’età e sulla disabilità, ciò che ancora non è contemplato nel diritto comunitario, in particolare nei settori dell’istruzione, della salute e dell’accesso a beni e servizi, compreso l’alloggio». (Stefano Borgato)
Per ogni ulteriore informazione e approfondimento: andre.felix@edf-feph.org.
4/10/2021 http://www.superando.it
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