Legge di Bilancio. Superticket confermato e «no» sulle pensioni
Una legge di Bilancio, quella varata dal Consiglio dei ministri (Cdm) di ieri, che di «sociale» ha davvero poco. Cassate le richieste avanzate da sinistra e sindacati, ovvero l’eliminazione del «super ticket» sanitario e lo stop all’aumento dell’età pensionabile previsto dalla legge Fornero. L’entità è di 20 miliardi di euro, è finanziata per una buona metà dalla flessibilità sul deficit e per il resto dai tagli alle spese (3,5 miliardi) e nuove entrate (5,1 miliardi). Ma più di due terzi, 15,7 miliardi, se ne vanno per evitare l’aumento dell’Iva.
IL RESTO, POCO PIÙ di 4 miliardi di euro, viene spartito tra gli sgravi per le assunzioni dei giovani, alcuni incentivi alle imprese come il superammortamento, i fondi per il Rei (reddito di inclusione), i contratti del pubblico impiego. La novità sul fronte del pubblico riguarda l’assunzione di 1500 ricercatori e un «impegno» sugli scatti di anzianità per i docenti universitari, categoria che per la prima volta aveva protestato qualche settimana fa. Promessi anche miglioramenti di stipendio per i presidi.
SGRAVI ASSUNZIONI. Viene prevista una decontribuzione fino al 50% per tre anni: solo per l’anno prossimo la soglia delle assunzioni incentivate sarà valida fino al compimento dei 35 anni di età. Negli anni successivi la soglia si abbasserà. Questo capitolo vale 338 milioni per il 2018 e il governo ha detto di puntare a 300 mila nuove assunzioni stabili. Lo sgravio contributivo è portato al 100% per i giovani assunti al Sud. Sempre nel Sud lo sgravio resta al 100% anche per tutti i disoccupati da almeno sei mesi, indipendentemente dall’età.
REDDITO DI INCLUSIONE. È, o meglio, sarebbe, il fiore all’occhiello della lotta alla povertà della manovra. Si confermano i 600 milioni già annunciati, che però sono assolutamente insufficienti a rispondere anche solo agli italiani in povertà assoluta. L’Alleanza contro la povertà ha calcolato che l’assegno – di per sé esiguo, dai 190 ai 480 euro – potrà raggiungere solo 1,8 milioni di nostri concittadini, pari al 38% degli italiani in povertà assoluta. Perché risultasse davvero incisivo, servirebbero circa 5,1 miliardi da stanziare in tre anni.
CONTRATTI E PROF. Per il rinnovo dei contratti del pubblico impiego – che erano fermi da ben sette anni, cioè dal 2010 – la dote stanziata è di 2,6 miliardi: servono a garantire 85 euro di aumento ai 3,2 milioni di statali, compresi i docenti di scuola. È previsto anche un aumento degli stipendi dei presidi, che verranno gradualmente equiparati ai dirigenti pubblici. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, uscendo dal Consiglio dei ministri, ha poi annunciato l’assunzione di 1.500 ricercatori nelle Università. E ha garantito lo sblocco degli scatti di anzianità dei docenti universitari. Punti, questi ultimi, che dovranno ovviamente essere verificati. Per lo sblocco dei contratti del pubblico impiego, invece, si dovrà passare per l’Aran. Pare che nel Cdm i ministri della Giustizia Orlando e degli Interni Minniti abbiano chiesto di ampliare le 7900 assunzioni già annunciate dalla ministra Madia.
ALLE IMPRESE. Si confermano gli incentivi agli investimenti, con l’iperammortamento che rimane al 250%, mentre il superammortamento scende dal 140% al 130%. Nel provvedimento, come annunciato, sarà previsto anche il credito di imposta per la formazione digitale, che dovrebbe essere stabilito al 50% delle spese destinate dall’impresa a questo scopo. Istituito il «Fondo per il capitale immateriale, la competitività e la produttività». Vale 10 miliardi in 10 anni (2028-2028) il cosiddetto pacchetto «Impresa 4.0» per chi investirà in innovazione, ricerca e formazione negli ambiti e nelle tecnologie che caratterizzano la quarta rivoluzione industriale.
BONUS «GREEN». Introdotto per la prima volta il «bonus verde»: detrazioni del 36% per la cura di giardini e terrazzi, anche condominiali. Una misura che nelle intenzioni del governo dovrebbe contrastare l’inquinamento, favorire il decoro dei quartieri e offrire nuove opportunità per i florovivaisti.
BONUS CULTURA. La manovra, ha spiegato il ministro Dario Franceschini, ha confermato 18app, la card da 500 euro per i consumi culturali dei diciottenni. Inoltre, si è istituito un nuovo fondo di 3 milioni di euro per la promozione del libro e della lettura; vengono destinati 4 milioni di euro per l’acquisizione di opere d’arte; si aggiungono 8 milioni di euro per il sistema museale e per autorizzare ulteriori assunzioni.
Antonio Sciotto
17/10/2017 IL MANIFESTO
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