L’epidemiologia della guerra
Riportiamo una libera traduzione da https://www.globalresearch.ca/the-loss-of-life-from-world-war-i-to-world-war-iii-what-would-happen-if-a-third-world-war-were-to-break-out/5660266 il testo è stato riassunto su Il Manifesto il 21.11.2018 e riguarda la recensione di Prof Michel Chossudovsky di uno studio di James Lucas cui rimandiamo per gli approfondimenti : https://www.globalresearch.ca/us-has-killed-more-than-20-million-people-in-37-victim-nations-since-world-war-ii/5492051
Essere uccisi : dalla prima guerra mondiale alla terza guerra mondiale. Che cosa accadrebbe se una terza guerra mondiale dovesse scoppiare?
In questo mese si è tenuta la commemorazione di Parigi della fine della prima guerra mondiale: venne chiamata “la guerra che porrà fine a tutte le guerre” ma provocò 14 milioni di morti e fu solo la “Grande Guerra I” (1914-18).
Il maggior numero di vittime sono state sostenute da Russia, Francia, Germania, Italia, ex Impero britannico (comprese le truppe provenienti da Canada, Irlanda e colonie britanniche), e l’Impero austro-ungarico.
In assoluto la Russia ha avuto le maggiori perdite (1,7 milioni uccisi) seguita da Francia (1,4 milioni uccisi), Germania (1,7 milioni) l’Impero austro-ungarico (1,2 milioni)
Oltre alla commemorazione non si è andato, il progetto “imperiale” alla base dei motivi della prima guerra mondiale è ancora vivo.
La “macchine delle uccisioni” costituita dalla NATO a comando USO è da considerarsi come la realtà più avanzata.
Durante la seconda guerra mondiale la perdita complessiva di vite incluse quelle indirette conseguenti (la cosiddetta era del dopoguerra) è significativamente più grande, ancora più grandi sono le somme astronomiche di denaro attualmente assegnati dai governi nazionali per l’economia di guerra, a scapito di tutto il resto, compresa la salute , l’educazione, le abitazioni, la cultura.
Nella seconda guerra mondiale la perdita di vite umane (1939-1945) è stata su una scala molto più grande: 60 milioni di morti sia militari che civili. (Quattro volte quelli uccisi durante la prima guerra mondiale).
Le maggiori perdite sono state sostenute dalla Cina e dall’Unione Sovietica: 26 milioni uccisi in Unione Sovietica, la Cina stima le sue perdite a circa 20 milioni morti.
Ironicamente, queste due nazioni-vittime , Russia e Cina (alleati degli Stati Uniti durante la seconda guerra mondiale), che hanno perso una elevata quota della rispettiva popolazione durante la seconda guerra mondiale sono ora considerate come nemici degli USA, considerate come una minaccia per il mondo occidentale.
Il Terzo Reich (Germania e Austria) ha perso circa 8 milioni di persone durante la seconda guerra mondiale, il Giappone più di 2,5 milioni persone. La Polonia fra 5,6 e 5,8 milioni (includendo le vittime dei campi di concentrazione del Terzo Reich situate in Polonia) e la Iugoslavia ha perso fra 1 milione e 1,7 milioni di vite.
Al confronto, il Regno Unito ha perso 419.000 vite e gli USA 450.900.
Nel periodo immediatamente seguente alla fine della seconda guerra mondiale, la pace non era (né è mai stata) un obiettivo della politica estera degli Stati Uniti.
Appena sei settimane dopo la fine della guerra in Europa la prima bomba atomica fu sganciata su Hiroshima (6 agosto 1945), mentre gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica erano alleati, ciò nonostante il Pentagono pubblicò un piano segreto (15 settembre 1945) individuando 66 aree urbane principali dell’Unione Sovietica per le quali si stimava la necessità di 204 bombe nucleari.
I documenti (declassificati nel 2012) confermano che gli Stati Uniti erano coinvolti nella “pianificazione del genocidio” contro l’Unione Sovietica.
Andiamo al sodo. Quante bombe ha richiesto l’aviazione americana al sistema atomico USA per tale obiettivo rispetto alle “sole” due bombe disponibili utilizzate?
L’aviazione aveva richiesto un “minimo” di 123 ma idealmente “ottimizzando” ne desideravano 466. Questo solo poco più di un mese dopo i bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki.
Naturalmente, con una conta burocratica, venne stilata una stima che ora è pubblica (vedi sotto).
Successivamente alla seconda guerra mondiale, entriamo in un periodo che è stato eufemisticamente chiamato l’era del dopoguerra. Questa definizione è impropria: questo periodo è segnato da una sequenza di guerre condotte dagli Stati Uniti, incursioni militari ad hoc, colpi di stato militari, operazioni di intelligence, la promozione e il sostegno di guerre civili in cui gli Stati Uniti sono indirettamente coinvolti.
Secondo un articolo accuratamente documentato di James A. Lucas più di 20 milioni vite sono state perse da conflitti “sponsorizzate” dagli Stati Uniti o condotte sotto traccia dai servizi segreti dal 1945.
Quello con cui abbiamo a che fare è un periodo di continua guerra degli Stati Uniti che ha portato dal 1945, il dispiegamento mondiale di basi militari statunitensi, insieme un sistema basato sulle minacce militari USA-NATO.
Lucas censisce 37 nazioni vittime che sono state oggetto di un intervento militare diretto o indiretto degli Stati Uniti e/o dei servizi segreti.
I teatri di guerre su larga scala o tramite servizi segreti con conseguenti elevate perdite dal 1945 sono i seguenti.
La guerra di Corea (1950-53), fino al 30% della popolazione nordcoreana fu uccisa nel corso di questo conflitto.
La guerra del Vietnam (1965-1975) Secondo una dichiarazione del governo vietnamita nel 1995 il numero di morti civili e militari durante la guerra del Vietnam fu di 5,1 milioni.
Dal momento che le morti in Cambogia e Laos sono stati circa 2,7 milioni il totale stimato per la guerra del Vietnam è 7,8 milioni.
La Commissione Virtuale della Verità (http://www.oocities.org/~virtualtruth/country.htm) fornisce un totale per la guerra del Sud Est asiatico di 5 milioni di vite perse, Robert McNamara, ex segretario alla difesa, ha proposto una stima di 3,4 milioni di morti.
Il massacro indonesiano sponsorizzato dall’intelligence americana (1965).Gli squadroni della morte dell’esercito indonesiano erano controllati dagli USA. Martens ammise che “probabilmente ho un sacco di sangue sulle mie mani, ma non è poi così male. C’è un tempo in cui si deve colpire duramente in un momento decisivo “. Le stime del numero di morti variano da 500.000 a 3 milioni.
James Lucas ha censito 37 guerre dal 1945 ad oggi. Tra queste.
La cosiddetta guerra sovietica afgana (1979-1989)
La guerra afgana (2001-) guidata dagli Stati Uniti e dalla NATO (1 – 1,8 milioni di morti),
La guerra in corso in Palestina,
La guerra irachena (2003),
La guerra al Libano (2006),
La guerra degli Stati Uniti, per procura, in Siria (2011-),
La guerra della NATO alla Libia (2011-),
La guerra Saudita allo Yemen (sponsorizzata dagli Stati Uniti)
Gli interventi militari statunitensi in Angola (1970) (300.000-755.000 morti),
La “guerra civile” in Congo (1960) e quella del Sudan (1955-) con vittime superiori a 2 milioni
La “guerra civile” in Ruanda (1990-1994)
Le guerre della NATO sulla Jugoslavia (1991-1999)
Colpi di stato militari in numerosi paesi tra cui Brasile, Bolivia, Panama, Cile, Grenada, Haiti, El Salvador, Repubblica Dominicana, Argentina, Guatemala, Nicaragua, Honduras, Iran, Bangladesh, Pakistan, Timor Est, Filippine, e molti altri.
Le vittime della terza guerra mondiale : Sono 60 milioni le vite perse durante la seconda guerra mondiale e altri 20 milioni sono quelle perse durante il “dopo guerra” secondo le stime, totale: più di 80 milioni vite.
Che cosa accadrebbe se una terza guerra mondiale dovesse scoppiare ?
Mentre si può “concettualizzare” la perdita di vite umane e la distruzione derivante dalla prima guerra mondiale, dalla seconda guerra mondiale così come dall’Iraq, dalla Siria e dallo Yemen, è impossibile valutare appieno la devastazione che deriverebbe da una terza guerra mondiale, l’uso dei più avanzati sistemi d’arma è valutabile solo quando saranno utilizzati e i danni diventeranno una realtà ma sarà troppo tardi.
Un censimento e un’analisi della natura dei sistemi d’arma avanzati e del loro impatto sulla vita umana indicano l’impensabile. Il numero dei morti in tutto il mondo sarebbe devastante.
Gli Stati Uniti e la NATO possiedono una gamma diabolica di autentiche armi di distruzione di massa che includono sistemi di armi nucleari, chimiche e biologiche, per non parlare della guerra climatica, della guerra cibernetica, insieme agli strumenti del commercio e della guerra finanziaria, che servono a destabilizzare le economie nazionali e impoverire miliardi di persone in tutto il mondo.
Le società investono nell’arte della distruzione. È un commercio redditizio. La guerra nucleare è diventata un’impresa da molti miliardi di dollari, che riempie le tasche degli appaltatori della difesa degli Stati Uniti. La posta in gioco è l’assoluta “privatizzazione della guerra nucleare”. È in corso un programma di 1,3 trilioni di dollari per armi nucleari lanciato da Obama e approvato da Trump.
Un recente studio suggerisce che l’economia bellica statunitense post 11 settembre ha risucchiato 5,9 trilioni di dollari di denaro dei contribuenti, sufficienti per costruire decine di migliaia di scuole e ospedali, per non parlare della ricostruzione delle infrastrutture fatiscenti americane.
Questo programma è orientato al profitto. La propaganda di guerra fornisce un volto umano alle armi di distruzione di massa dell’America. La guerra moderna è intesa a “salvare vite”. Le armi nucleari “utilizzabili” agevolmente sarebbero “a basso rendimento” e classificate come “innocue per i civili”.
Un intreccio pericoloso: gli Stati Uniti e i loro alleati appoggiano le iniziative verso la guerra nucleare in nome della pace mondiale. “Rendere il mondo più sicuro” è la giustificazione per il lancio di un’operazione militare che potrebbe potenzialmente portare a un olocausto nucleare.
I responsabili delle politiche statunitensi, tra cui Trump, Pence, Bolton e Pompeo, credono alle proprie bugie: per loro, la guerra nucleare è un tentativo di pace. Non hanno la più pallida idea delle conseguenze devastanti delle loro decisioni. Credono nella loro stessa propaganda.
Se si usano armi nucleari, questa potrebbe essere la guerra più breve nella storia dell’umanità?
Ricordiamo le parole di Fidel Castro (2010),
“In una guerra nucleare il danno collaterale sarebbe la vita di tutta l’umanità. Abbiamo il coraggio di proclamare che tutte le armi nucleari come quelle convenzionali, tutto ciò che è usato per fare la guerra, devono scomparire ! Si tratta di esigere che il mondo non sia spinto in una catastrofe nucleare, ma verso la preservazione della vita.” (L’Avana, ottobre 2010)
25/11/2018 www.medicinademocratica.org
https://www.globalresearch.ca/us-has-killed-more-than-20-million-people-in-37-victim-nations-since-world-war-ii/5492051
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