Lettera agli spettatori degli omicidi sul lavoro
Perché le morti quotidiane sul lavoro sono considerate un’italica fatalità endemica come la mafia, la corruzione e l’evasione fiscale dei ricchi?
Perché come singoli individui ci indigniamo quando un commerciante durante una rapina viene ucciso per aver reagito e non ci indigniamo contro gli imprenditori che nel mentre ruba salario e salute ai propri dipendenti arriva per noncuranza anche all’omicidio?
Stiamo parlando di mille persone all’anno uccise sui luoghi di lavoro e altre 500 in strada per motivi di lavoro. Gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono, inconfutabilmente, sempre causati dalla mancanza di adeguate misure di sicurezza in luoghi insicuri con ambienti insalubri perché a contatto con sostanze nocive e cancerogene, e coinvolgono sempre piu’ spesso anche la stessa popolazione del luogo.
Come cittadini, però, ci siamo relegati al compito di becchini osservatori e deleghiamo la politica, il sindacato e i giornali a certificatori degli infortuni mortali, e di quelli invalidanti. Sia loro, i certificatori, che noi, gli spettatori, dimentichiamo le malattie professionali che in itinere conduce alla morte altre migliaia di lavoratori, e non riusciamo a declinare queste stragi come prodotto del profitto di pochi e come il risultato della mancanza di adeguate misure di sicurezza, nonostante la Legge sulla sicurezza sul lavoro, che trasformano le condizioni di vita e di lavoro in scommessa quotidiana.
L’assuefazione agli infortuni sul lavoro è implicita complicità di chiunque ci cada, e anche, della perdita di capacità (o volontà) di partecipazione da parte di grossa parte dei lavoratori e della natura concertativa dei sindacati maggiori, come dei singoli sindacalisti (chi consapevole e chi inconsapevole) che non esercitano quell’autonomia di pensiero e azione propria degli uomini liberi.
Una vera e propria malattia sociale dei nostri giorni che aggredisce come un virus Il nostro paese ha il suo fondamento nella Costituzione Repubblicana, l’art. 32 della Costituzione che recita “La Repubblica Italiana tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e della collettività”, arrivando a dichiarare che la stessa iniziativa privata – pur essendo libera – “non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana” (art. 41 II comma).
Come complicità è quella dell’Inail che riduce le spese delle imprese( solo 2010 ad oggi le aziende hanno ricevuto oltre 2 miliardi a fondo perduto) per gli adempimenti in materia di salute e sicurezza e permette alle aziende di tagliare i costi dei premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Meno soldi dalle imprese si tradurranno in meno soldi nelle casse dell’Inail, 410 milioni per il 2019, 525 milioni per il 2020 e a 600 milioni per il 2021. Elementare pensare che meno soldi dalle imprese significa che i risarcimenti da infortuni e malattie professionali di chi insomma presenta la documentazione all’Inail per una malattia professionale o per un infortunio, subiranno un drastico taglio. Senza dimenticare che meno soldi all’Inail da parte delle imprese comporta la riduzione anche dei progetti formativi, delle campagne in materia di salute e sicurezza.
In perfetta sintonia con gli ultimi governi, ecco gli obiettivi di questo governo: – eliminazione della valutazione dei rischi e della definizione delle misure di prevenzione e protezione e sostituzione con una “certificazione” redatta da un professionista (tecnico della prevenzione e/o medico del lavoro) pagato dal datore di lavoro. – deresponsabilizzazione del datore di lavoro in relazione a infortuni e a malattie professionali, se avrà dimostrato, tramite la “certificazione”, di avere adempiuto agli obblighi di legge. – sostanziale eliminazione dell’obbligo di vigilanza a capo del datore di lavoro e trasferimento della responsabilità a dirigenti, preposti e lavoratori stessi. – sgravi fiscali per le aziende “virtuose”, sempre sulla base della semplice “certificazione” del professionista. – riduzione delle sanzioni, con l’introduzione, post violazione, di ulteriori riparatorie “disposizioni esecutive”.
Questo è quanto, alla faccia dei cittadini spettatori paganti, in voto ( a Lega, 5Stelle, PD e Forza Italia), in tasse (maggiorate con la Flat Tax), in riduzione di servizi sociali e sanitari. Ci fanno scavare la fossa con le nostre mani, per tenere compagnia ai 1500 morti all’anno sul lavoro, record europeo. Però in questo bisogna riconoscere che in questo campo non sono razzisti, le vittime sono italiani e migranti!
Redazione Lavoro e Salute
Editoriale dal numero di gennaio del periodico cartaceo www.lavoroesalute.org
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