Lettera aperta su salute e sanità a M. Landini Segretario nazionale CGIL
Caro Segretario,
siamo operatori sanitari, studiosi esperti di salute e sanità e attivisti, da tempo impegnati nei movimenti di lotta per la salute, iscritti ed ex iscritti CGIL, provenienti da varie esperienze politiche, sociali e professionali. Seguiamo da sempre il tuo percorso, sin da quando da Segretario generale FIOM promuovesti nel 2015 la Coalizione sociale, cui partecipammo attivamente a livello locale come oggi siamo convintamente ne “La via maestra”, sin dal primo giorno, partecipando alle riunioni nazionali e locali e alle manifestazioni, perché la Costituzione per essere viva non va solo difesa ma deve orientare, rilanciandoli e rafforzandone i contenuti, le iniziative e le lotte del movimento operaio e democratico. È una promessa che ci hanno lasciato le donne e gli uomini della Resistenza contro il nazifascismo e dei Costituenti e non la lasceremo cadere nel vuoto. Siamo consapevoli del grande onere che ti sei assunto con tutta la CGIL, forte di milioni di lavoratori e lavoratrici che ne fanno parte, nel contrastare le derive anticostituzionali che serpeggiano nel Paese, complice attivo il governo di centrodestra con le sue posizioni autoritarie e le politiche antisociali, ma anche a causa di un senso di sfiducia e rassegnazione che le forze politiche che fanno riferimento al movimento operaio e democratico non sempre hanno saputo contrastare efficacemente, quando al governo o se all’opposizione, e che si riflette anche nei dati dell’astensione alle elezioni.
Per questo è ancora più importante il segnale che la CGIL dà con i cinque referendum: “Il voto è la nostra rivolta. Il referendum è l’occasione per tornare a decidere su lavoro, sicurezza, dignità, cittadinanza, democrazia”. Dobbiamo portare milioni di cittadini e cittadine a votare. Come ci hai detto più volte: ognuno di noi deve portare almeno cinque persone. Lo faremo e saremo sui luoghi di lavoro e nei quartieri con la CGIL e le Associazioni de “La via maestra”.
Sappiamo il rischio per la partecipazione che comporta la sentenza della Corte Costituzionale sul referendum contro l’autonomia regionale differenziata, ma è anche l’occasione per chiedere di cambiare la scellerata modifica del Titolo V della Costituzione che ha aumentato le disuguaglianze di salute tra regioni e tra nord e sud: è importante che la CGIL abbracci questa posizione con chiarezza insieme ai Comitati contro ogni Autonomia differenziata, superando le ambiguità che hanno portato a 21 servizi sanitari regionali. La lotta per la salute però passa attraverso politiche intersezionali nelle politiche pubbliche e nelle istituzioni, perché sappiamo che i determinanti sociali di salute (ambiente, reddito, occupazione, istruzione, casa, servizi sociali e sanitari) sono fondamentali affinché il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) istituito con la L. n. 833/1978, non diventi il collettore in cui va a finire tutto ciò che la politica e la società non vogliono o non sanno risolvere. Come la metafora del Pronto Soccorso dove va a finire quanto invece si poteva evitare: l’incidente stradale e l’infortunio sul lavoro, la violenza domestica e di genere, l’overdose e la crisi di astinenza, l’infarto che si poteva prevenire.
Senza la prevenzione, che non è solo un compito del SSN, il Fondo Sanitario Nazionale potrebbe non bastare mai. La Costituzione lo dice chiaramente in molti articoli e nella nuova formulazione dell’art. 41 che il Parlamento ha votato all’unanimità: “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla salute, all’ambiente, alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. Il superamento della contrapposizione tra ambiente e lavoro, a partire dall’ILVA e da tutti i siti pericolosi per la salute, deve essere al centro dell’iniziativa politica della CGIL e de “La via maestra”. Le persone non possono più trovarsi di fronte all’alternativa “fine del mondo o fine del mese”. “Quando c’è tutto c’è anche la salute”, suggeriva un efficace slogan nelle piazze di qualche anno fa.
Ma il SSN è anche uno dei determinanti sociali di salute e nel vulnus alla Costituzione in atto c’è anche l’attacco all’art. 32 che tutela il diritto alla salute. IL SSN è un salario differito che i lavoratori dipendenti e i pensionati pagano con il prelievo fiscale a fronte di un’evasione fiscale pari a una legge di bilancio mentre si aumentano le spese militari: la CGIL e “La via maestra” dovranno riuscire a coniugare proposte radicali ed efficaci di riforma del sistema fiscale coerenti con la progressività prevista dall’art. 53 della Costituzione e una riduzione delle spese militari, come suggerisce da tempo “Sbilanciamoci!”, ripensando alla progressiva riconversione dell’industria bellica: “svuotare gli arsenali e riempire granai” ci ammoniva il Presidente della Repubblica Sandro Pertini.
Il SSN è soggetto da molti anni ad un continuo e drammatico ridimensionamento mediante il suo definanziamento, controriforme o riforme mancate, normative confuse e contraddittorie, cui non si è sottratto nei decenni anche il mondo politico che fa riferimento al movimento operaio e democratico. Normative, quelle introdotte e mai sottoposte ad una revisione critica, che hanno precarizzato e impoverito il lavoro in sanità e bloccato le assunzioni con il tetto di spesa per questa voce di bilancio nel SSN che nessuna forza politica ha ancora abolito: se non si assume personale mai si risolverà il problema delle liste di attesa che non si affronta comprando ore di intramoenia ma eliminandola attraverso salari dignitosi agli operatori.
Si è privilegiato, di conseguenza, il finanziamento della sanità privata con la continua espansione della spesa per beni e servizi con ulteriori accreditamenti, convenzioni ed esternalizzazioni: ormai il 50% su base nazionale con punte del 90% sul territorio. Il SSN con circa l’80% dei bilanci regionali è rimasta l’ultima azienda a capitale interamente pubblico dell’Italia: ma a fronte di poche cooperative o enti del Terzo settore, che non sfruttano il lavoro povero e precario e che svolgono un lavoro encomiabile laddove la marginalità dell’utenza rende difficile l’intervento diretto degli operatori delle Aziende sanitarie, ce ne sono molte altre che sono aziende del privato sociale “profit” mascherate, dove i guadagni sono fatti con lo sfruttamento dei lavoratori e delle lavoratrici con decine di contratti di comodo, oppure troviamo imprenditori privati che vivono solo con i finanziamenti pubblici, che intrecciano attività finanziaria assicurativa e produzione diretta di servizi, cosa che le Aziende sanitarie stanno smettendo di fare perdendo conoscenze e professionalità.
L’Italia è il paese con minore numero di lavoratori pubblici rispetto alla Francia o alla Germania nel SSN, nella scuola, nella ricerca e negli Enti Locali: ricordiamocene quando si parla di determinati sociali di salute e prevenzione. È necessario che la CGIL lanci una campagna nazionale contro il tetto di spesa per le assunzioni di personale nella Pubblica Amministrazione (P.A.) con un Piano straordinario di assunzioni ma al contempo una moratoria di esternalizzazioni, convenzionamenti e accreditamenti in sanità sostenendo inoltre che l’aumento del Fondo Sanitario Nazionale debba andare integralmente alle Aziende sanitarie per assumere operatori di tutte le qualifiche.
A queste derive non può porre rimedio la presenza di assicurazioni integrative, ma nei fatti sostitutive, nei CCNL che con la defiscalizzazione da parte delle imprese sottraggono ulteriori risorse al SSN, lasciano scoperti i lavoratori e le lavoratrici dopo il pensionamento, quando cioè ne avrebbero più bisogno, nonché tutto il finto lavoro autonomo e i disoccupati, creando ulteriori insostenibili diseguaglianze tra lavoratori e con i pensionati. È necessario un ripensamento radicale della CGIL su questo punto. Nel contempo si sono visti sempre più ristretti gli spazi di democrazia e partecipazione di operatori e della collettività in sanità: le Aziende sanitarie, per non parlare della sanità privata, sembrano quei luoghi di lavoro
negli anni ‘50, ‘60 e ’70 del secolo scorso dove il sindacato non poteva entrare. Simbolo ne è il Direttore Generale: figura autocratica senza contrappesi democratici e senza analoghi nella Pubblica Amministrazione.
Una rappresentante della CGIL della Lombardia parlando all’ultimo incontro de “La via maestra” il 7-8/2/2025 ha parlato della possibilità di elaborare una legge di iniziativa popolare sulla sanità. Che successi pensi possa avere un percorso che non parta da subito con un confronto, nella CGIL e ne “La via maestra”, con i lavoratori e le lavoratrici, affinché non sia solo propaganda ma metta in discussione l’assetto aziendalista e contro riformatore delle norme che regolano il SSN a partire dal D.lgs. n. 502/1992 del Ministro De Lorenzo poi arrestato per Tangentopoli e “dall’occasione mancata” del D.lgs. n. 229/1999? Per questo la lotta per una Costituzione viva e la difesa dell’art. 32 non può che passare attraverso la tutela dei diritti e l’assunzione reale di questi temi: i cittadini e le cittadine si convinceranno ad andare a votare ai referendum solo se sapremo coniugare i contenuti del referendum con proposte che assumano la prospettiva di un radicale cambio di direzione in sanità riflettendo criticamente sulle scelte del passato. Perché questo avvenga è tuttavia necessario che la CGIL apra un vero confronto al suo interno, tra i lavoratori e le lavoratrici e con le Associazioni de “La via maestra” che per storia, elaborazione, contenuti e continuità di impegno sociale sono “radicali e competenti”, rifuggendo la facile scorciatoia di elementari ricette preconfezionate o della delega a chi, casomai, ha avuto responsabilità non irrilevanti per la deriva attuale del SSN e che, come detto, non ha mai compiuto, nel tempo, gesti o dichiarazioni autocritiche del proprio operato.
La CGIL può essere un argine all’egemonia del pensiero neoliberale nella società italiana e nel movimento operaio e democratico solo se, anche al suo interno, ripensa a forme e contenuti della propria azione. È anche il senso dell’articolo di I. Cavicchi su Quotidiano sanità, nella rubrica Lettere al Direttore, del 10/2/2025: “Sui temi della sanità la Cgil rischia la subalternità”. Per questo saremo in piazza sabato 5/4/2025 in occasione della Giornata mondiale della salute dell’OMS il 7 aprile di ogni anno. Confidiamo nella tua esperienza e sensibilità affinché questi nostri temi possano trovare il necessario spazio nella iniziativa della CGIL e de “La via maestra”.
Un cordiale saluto
Ferdinando Terranova
Prof. ord. fuori ruolo di “Tecnologie per l’Igiene Edilizia e Ambientale”, Direttore del
Dottorato di Ricerca in “Riqualificazione e Recupero insediativo” di Sapienza Università di Roma, Medicina
Democratica e Forum per il Diritto alla Salute
Paolo Flamini
Medico Azienda ospedaliera, Medicina Democratica
Edoardo Turi
Medico specialista in Igiene e medicina preventiva, già Direttore di Distretto ASL Roma, Docente
di Igiene e medicina sociale Sapienza Università di Roma, Medicina Democratica
Elisabetta Papini
Infermiera, Coordinatrice Nazionale del Forum per il Diritto alla Salute
Giuseppe Graziano
Medico specialista in Igiene e medicina preventiva, già Direttore Sanitario ospedaliero
Azienda sanitaria, Forum per il Diritto alla Salute, Medicina Democratica
Jones Mannino
impiegato della sanità, Medicina Democratica
Pina Cristofaro
impiegata della sanità, Medicina Democratica
Giulia Maderni
infermiera ospedaliera, Forum per il Diritto alla Salute
Mariacira Battaglia
Operatrice Socio Sanitaria, Operatrice antiviolenza, Forum per il Diritto alla Salute
Enrico Lauta
Medico Specialista in Anestesiologia e Rianimazione, Direttore del Distretto Socio Sanitario 9 –
ASL BARI
Emilia Galtieri
Pensionata, già Tecnica della prevenzione, Coordinamento comitati, associazioni, cittadine e
cittadini per il Forlanini bene comune
Aimone Spinola
Presidente Cooperativa ASTRA, Disability pride
Marcello Luca
Pensionato, già Ferroviere, Pensionati uniti
Emanuele Perrone
Psicologo Cooperativa PARSEC, Forum per il Diritto alla Salute
Chiara Sartini
Medica di Medicina Generale Umbria
18/3/2025 https://www.quotidianosanita.it
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