Liguria, vittoria dei movimenti: la regione dice No al rigassificatore

Il Consiglio regionale della Liguria ha votato all’unanimità contro il trasferimento della nave rigassificatrice Golar Tundra dal porto di Piombino alle acque di Vado Ligure, vicino Savona. Con una mozione bipartisan, maggioranza e opposizione hanno infatti trovato un’intesa, sancendo un netto “no” al progetto promosso da SNAM – che detiene la proprietà del rigassificatore – in cui si prevedeva l’installazione dell’impianto a circa quattro chilometri dalla costa entro il 2026. Il centro-destra, che fino a pochi mesi fa sosteneva appieno il progetto, ha fatto dunque marcia indietro. E mentre l’ex governatore Toti – dimessosi lo scorso luglio dalla sua carica dopo 80 giorni di arresti domiciliari nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione in Liguria – attacca la decisione del Consiglio, i comitati possono cantare vittoria, vedendo premiata una lunga e complicata battaglia.

La mozione, frutto della sintesi tra le proposte dei consiglieri Angelo Vaccarezza (Forza Italia) e Roberto Arboscello (Partito Democratico), impegna il presidente Marco Bucci e la sua giunta a tradurre in atti concreti la contrarietà al rigassificatore, esprimendo tali posizioni nelle sedi competenti al fine di bloccare l’iter progettuale. Questo risultato rappresenta una inedita convergenza politica, testimoniata dai 30 voti favorevoli degli altrettanti consiglieri presenti in aula. Unica assenza significativa è stata quella di Andrea Orlando, ex candidato presidente del centrosinistra, assente dall’aula per motivi personali.
Negli ultimi due anni si è sviluppata una vasta opposizione al progetto del rigassificatore in Liguria, che ha coinvolto sindaci, migliaia di cittadini e numerose associazioni ambientaliste, tra cui Greenpeace e WWF. Molteplici le ragioni alla base del “no”: da un lato, l’allarme sull’impatto ambientale e paesaggistico; dall’altro, il timore che l’infrastruttura possa compromettere l’economia turistica e marittima della zona. La presenza di un rigassificatore solleva interrogativi tra la popolazione anche sul fronte della sicurezza, per il possibile rischio incidenti. Parallelamente, molti attivisti sostengono che l’attenzione debba spostarsi verso l’adozione di fonti energetiche rinnovabili, anziché continuare a puntare su combustibili fossili come il gas naturale, che resta comunque un fattore aggravante per il cambiamento climatico.

Secondo Roberto Arboscello, vicepresidente del Consiglio regionale, il« vero vincitore di questa vicenda è il territorio unito che si è speso un anno e mezzo per una battaglia giusta». Sul fronte opposto, l’ex presidente della Regione Giovanni Toti ha accusato la maggioranza di aver cambiato posizione per opportunismo politico e paventando potenziali ripercussioni economiche negative. «Un miliardo e mezzo di euro in più. Tanto pagheranno le imprese italiane l’aumento del gas! Aspetto trepidante le proteste contro il caro bollette di chi manifesta contro rigassificatori, pale eoliche, dighe! Se protestare producesse calore, saremmo imbattibili!», ha scritto in un tweet. Il presidente Bucci ha però minimizzato, affermando che «se la Regione dice di no, il progetto non ha senso». La vittoria dei movimenti locali rappresenta un momento cruciale per la politica regionale, ma la partita non è ancora chiusa. L’ultima parola spetta al governo nazionale. Per ora, la Liguria ha lanciato un segnale chiaro: la tutela del territorio e l’unità dei cittadini possono prevalere sugli interessi economici di breve termine.

Stefano Baudino

8/1/2025 https://www.lindipendente.online/

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