L’INCREDIBILE CONFUSIONE CHE SI FA SUI MORTI SUL LAVORO NEL 2014.

(STR/AFP/GettyImages)

In rete circolano dati sulle morti sul lavoro che fanno sorridere se non fosse per la gravità del fenomeno. Non esiste nessun calo rispetto al 2013, anzi l’aumento è del 12,5% se si tengono in considerazione tutte le morti.

E’ come dare i numeri al lotto se si analizzano i dati dell’INAIL rapportati al 2013. l’INAIL monitora solo ed esclusivamente i propri assicurati e tanti non lo sono. Quanti sono in realtà i morti sul lavoro assicurati all’INAIL? Oltre 1.000 (compreso l’itinere) come viene scritto da più parti in tanti siti o poco più di 700 compreso l’itinere? Se sono oltre 1.000 vuole dire che l’INAIL ha avuto un aumento spaventoso, ma poi si parla di calo rispetto al 2013 dove ci sono stati complessivamente poco più di 700 morti compreso l’itinere.

Noi registriamo tutti i morti sui luoghi di lavoro e il 2 gennaio abbiamo diffuso il report che vedete qui sotto e che potete trovare nell’apertura del blog dell’Osservatorio all’indirizzo: http://www.cadutisullavoro.blogspot.it.

L’INAIL dovrebbe spiegare CHIARAMENTE agli italiani qual è la vera situazione del 2014 delle morti sui luoghi di lavoro tra i propri assicurati. Qui sotto ci sono invece TUTTE LE MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO in ogni provincia italiana e le vittime sono tutte documentate.

E la politica cosa fa? Rimane in silenzio?

Carlo Soricelli

 

REPORT MORTI SUL LAVORO NEL 2014 E ANDAMENTO DI QUESTE TRAGEDIE DAL 1° GENNAIO 2008 AL 31 DICEMBRE 2014

Nel 2014 sono morti sui luoghi di lavoro 660 lavoratori, tutti documentati in appositi file. Se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere si superano i 1.350 morti. L’aumento dei morti sui luoghi di lavoro rispetto al 2013 è dell’12,5%.

In questi sei anni di monitoraggio sono stati registrati 4.282 lavoratori morti sui luoghi di lavoro e oltre 9.000 se si aggiungono i morti sulle strade e in itinere (stime realistiche ma è impossibile avere dati certi dei lavoratori che muoiono sulle strade e in itinere).

Intere categorie non sono monitorate dalle statistiche ufficiali, oltre 700 di queste vittime sono morte in modo atroce, schiacciate dai trattori che guidavano. E senza che si sia fatto concretamente niente, nonostante i continui appelli che l’Osservatorio ha fatto nel corso di questi anni alle Istituzioni locali e nazionali, ultimo il 28 febbraio scorso a Renzi, Poletti e Martina.

E’ quindi incredibile che in questi anni si siano fatte leggi per “attenuare” la burocrazia sul lavoro in base a questi cali inesistenti. Le normative sulla sicurezza dei lavoratori trattate come tali dalla politica e da chi ci governa.

Tra l’altro, il terremoto del 2012 in Emilia ha messo in luce un aspetto drammatico: che tantissimi capannoni industriali e non solo (si consiglia un controllo anche dei supermercati costruiti con le stesse caratteristiche), costruiti prima delle normative antisismiche, sono come castelli di sabbia, e che un terremoto che si verifichi di giorno e non di notte, può provocare tantissimi morti tra operai, impiegati e tecnici che ci lavorano dentro. E’ gravissimo che non si faccia niente per fare mettere in Sicurezza i capannoni e i supermercati costruiti prima delle leggi antisismiche del 2005.

La cosa che sgomenta di più è che parlano sempre di cali incredibili tutti gli anni, mentre non è affatto vero, se si prendono in considerazione tutte le morti sul lavoro che ricordiamo ancora una volta non sono solo quelle monitorate dall’INAIL Istituto dello Stato che registra solo i propri assicurati, e tantissimi non lo sono.

In concreto nonostante l’opinione pubblica pensi il contrario a causa della propaganda di chi si è succeduto nel corso di questi anni al governo del paese, i morti sul lavoro non sono mai calati, e questo nonostante si siano persi per la crisi milioni di posti di lavoro.

Le vittime si sono spostate da un lavoro che dispone di un’assicurazione vera a un altro che è in nero, partita IVA individuale o precario.

Registriamo tra l’altro un aumento del 1,9 anche rispetto al 2008 e in tutti gli anni che seguono, a parte una riduzione dello 0,7 registrata nel 2011. E questo nonostante ne frattempo si siano persi milioni di posti di lavoro.

Mi ero impegnato, dopo la tragedia della Thyssen-Krupp a monitorare i morti sul lavoro, proprio per sensibilizzare l’opinione pubblica, ma è stato un lavoro inutile: nonostante le centinaia di migliaia di visitatori del blog, i morti sono addirittura aumentati.

Questo perché in Parlamento non ci sono lavoratori dipendenti che s’interessino di queste tragedie e che sanno cosa vuol dire svolgere lavori pericolosi. Situazioni che difficilmente toccano i parlamentari e i loro famigliari. Un muro invalicabile fatto d’indifferenza e di sudditanza ai poteri forti che controllano la politica.

Nel 2014 l’agricoltura con il 34,2 % del totale risulta anche quest’anno la categoria con più vittime. In questo comparto il 65,5 % sono morti in un modo drammatico: schiacciati dal trattore che guidavano. Gli agricoltori morti schiacciati dal trattore sono il 23% di tutti morti sui luoghi di lavoro. Nel 2014 sono stati ben 152 e 142 da quando il 28 febbraio ho mandato una mail a Renzi, Martina e Poletti, avvertendoli dell’imminente strage che di lì a pochi giorni sarebbe ricominciata col ribaltamento dei trattori e lo schiacciamento del conducente.

E’ così tutti gli anni. Chiedevo loro di fare una campagna informativa sulla pericolosità del mezzo e di proporre una legge sulla messa in sicurezza delle cabine di questo mezzo che uccide così facilmente. Inutile scrivere che non si sono mai degnati di rispondere e che il loro impegno è tutto dedicato a fare selfie, cinguettare, a mangiare gelati e a legiferare per togliere i diritti a chi lavora. Mentre per la vita di questi lavoratori che muoiono così drammaticamente non si fa niente, non spendono neppure un minuto del loro prezioso tempo per sensibilizzarli.

In edilizia i morti sui luoghi di lavoro sono il 19,8 % del totale, con le solite cadute dall’alto che provocano tantissime morti. Nell’industria il 9,1 %, il 8,18 % nell’autotrasporto. Poi ci sono tutti i lavoratori morti nei vari servizi alle imprese.

Percentualmente le morti sul lavoro sono distribuite in eguale misura in tutte le fasce d’età, a parte l’agricoltura, dove le vittime hanno un’età mediamente più alta.

Gli stranieri morti sui luoghi di lavoro sono quest’anno il 10,1% sul totale e i romeni sono sempre i più numerosi.

Le altre morti sono da ricercarsi nelle diverse attività, principalmente nel terziario.

Se si analizzano con obiettività questa raccolta dati si evidenzia un’incredibile mattanza, che fa comprendere come opera chi ci sta governando e che ci ha governati in questi ultimi anni.

Se è vero che l’INAIL registra costantemente dei cali delle morti tra i propri assicurati (e questo lo scrivo ormai da diversi anni, ed è una verità molto scomoda), come è possibile che l’Osservatorio Indipendente di Bologna invece può dimostrare dati alla mano che praticamente da quando è stato aperto il 1° gennaio 2008 i morti sui luoghi di lavoro sono addirittura aumentati?

Che sono calati gli occupati in posti tutelati e con assicurazioni degne di questo nome. Che le vittime sul lavoro si sono solo spostate da lavori a tempo indeterminato a lavori precari, in nero e grigio. Che la mancanza di tutele per le Partite IVA Individuali e altre importanti categorie di lavoratori, oltre a quelli che lavorano in nero e in grigio, provocano un aumento degli infortuni, anche mortali.

Ricordiamo che il Sindacato svolge una funzione determinante per la Sicurezza dei lavoratori: dove sono presenti in modo organizzato, le morti sul lavoro sono quasi inesistenti.

Ed è per questo che l’Osservatorio non diffonderà più i dati raccolti, se non su richiesta di persone interessate veramente al problema, per la totale indifferenza verso queste tragedia da parte di chi ci governa.

Sono semplici verità che la nostra classe dirigente fa finta di non vedere. Le tragedie delle morti sul lavoro sono un fenomeno complesso, che tocca tutte le varie articolazioni dello Stato a cominciare dai controlli sul rispetto delle normative. Aziende, soprattutto piccole, che utilizzano lavoratori senza preparazione o addirittura in nero che poi fanno una concorrenza sleale a chi le regole le rispetta.

Ma non c’è solo questo. Pressapochismo, superficialità di chi commissiona il lavoro a persone non qualificate e non assicurate, che spesso sono amici e conoscenti. Le persone che muoiono lavorando sono a volte gli stessi che svolgono, senza avere la preparazione adeguata improvvisandosi muratori, elettricisti, fontanieri, agricoltori ecc…

Queste tragedie sono soprattutto un problema di conoscenza e di corretta informazione. Ed è per questo che i media hanno un’importanza determinante per attenuare il fenomeno, ma si occupano sostanzialmente dei morti sul lavoro solo quando ci sono casi di morti eclatanti e collettive.

La mancanza di tutele introdotte con il Jobs Act istituzionalizza la precarietà per chi lavora che è già a livelli intollerabili per un paese civile. Abolire l’unico baluardo che era rimasto per la tutela dei lavoratori, l’ormai famigerato articolo 18, “padre di tutti i mali italiani”, che tra l’altro era già di fatto abolito con la legge Fornero è aberrante. Chi si potrà opporre tra i nuovi assunti a eseguire un lavoro pericoloso se rischierà di essere licenziato?

Si deve sapere che dal 2015 gli italiani non avranno più un lavoro “buono” cioè a tempo indeterminato ma solo un indennizzo con una piccola monetizzazione crescente, ma solo stipendi da fame, calpestio dei diritti e inSicurezza sul lavoro.

E questo provocherà un danno enorme non solo per i lavoratori ma per tutti il sistema produttivo e un ulteriore calo della natalità.

IO NON CI STO E PROTESTO CHIUDENDO DI FATTO ALLA POLITICA L’OSSERVATORIO, TANTO PER CHI LA FA LE MORTI SUL LAVORO SONO SOLO UN IMPICCIO BUROCRATICO.

Carlo Soricelli

Curatore dell’Osservatorio Indipendente di Bologna morti sul lavoro

 

MORTI SUI LUOGHI DI LAVORO NEL 2014 NELLE PROVINCE ITALIANE (vanno almeno raddoppiati se si aggiungo i morti sulle strade e in itinere).

VALLE D’AOSTA (2 morti): Aosta 2.

PIEMONTE (50 morti): Torino 20, Alessandria 9, Asti 4, Biella 1, Cuneo 10, Novara 3, Verbano-Cusio-Ossola 1, Vercelli 2.

LIGURIA (10 morti). Genova 6, Imperia 1, La Spezia 1, Savona 2.

LOMBARDIA (76 morti): Milano 7, Bergamo 5, Brescia 16, Como 3, Cremona 10, Lecco 0, Lodi 2, Mantova 13, Monza 3, Brianza 1, Pavia 8, Sondrio 4, Varese 5.

TRENTINO-ALTO ADIGE (18 morti): Trento 6, Bolzano 12.

VENETO (59 morti): Venezia 10, Belluno 5, Padova‎ 6, Rovigo 4, Treviso 9, Verona 14, Vicenza 8.

FRIULI-VENEZIA GIULIA (12 morti): Trieste 2, Gorizia 0, Pordenone 4, Udine 6.

EMILIA-ROMAGNA (52 morti): Bologna 5, Forlì-Cesena 7, Ferrara 6, Modena 6, Parma 7, Piacenza 6, Ravenna 9, Reggio Emilia 3, Rimini 3.

TOSCANA (28 morti): Firenze 2, Arezzo 8, Grosseto 3, Livorno 1, Lucca 3, Massa Carrara 1, Pisa‎ 6, Pistoia 2, Prato 0, Siena 1.

UMBRIA (13 morti): Perugia 8, Terni 5.

MARCHE (25 morti): Ancona 4, Ascoli Piceno 8, Fermo 3, Macerata 5, Pesaro-Urbino 5.

LAZIO (42 morti): Roma 16, Frosinone 4, Latina 4, Rieti 8, Viterbo 10.

ABRUZZO (28 morti): L’Aquila 9, Chieti 9, Pescara 2, Teramo 8.

MOLISE (9 morti): Campobasso 5, Isernia 4.

CAMPANIA (45 morti):  Napoli 12, Avellino 8, Benevento 6, Caserta 7, Salerno 12.

PUGLIA (39 morti): Bari 15, Barletta-Andria-Trani 3, Brindisi 2, Foggia 4, Lecce 9, Taranto 6.

BASILICATA (7 morti): Potenza 6, Matera 1.

CALABRIA (17 morti): Catanzaro 3, Cosenza 5, Crotone 1, Reggio Calabria 1, Vibo Valentia 7.

SICILIA (49 morti): Palermo 13, Agrigento 5, Caltanissetta 6, Catania 3, Enna 2, Messina 6, Ragusa 3, Siracusa 5, Trapani‎ 6.

SARDEGNA (17 morti): Cagliari 4, Carbonia-Iglesias 2, Medio Campidano 1, Nuoro 4, Ogliastra 1, Olbia-Tempio 0, Oristano 4, Sassari‎ 0.

18/2/2015  www.cadutisullavoro.blogspot.it

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