L’Italia in caduta libera sulla parità
Ci vorranno ancora 131 anni per raggiungere la parità di genere a livello globale, a dirlo è il World Economic Forum che ha appena pubblicato l’edizione 2023 del Global Gender Gap Report – attraverso il quale, ogni anno dal 2006, viene fatta una valutazione dello stato attuale dell’evoluzione della parità di genere secondo quattro aspetti chiave: partecipazione economica e opportunità, risultati scolastici, salute e sopravvivenza, emancipazione politica. Più nello specifico, secondo il rapporto, al ritmo corrente a livello globale ci vorranno ancora 162 anni per arrivare alla parità politica, 169 per quella economica.
Stando ai numeri del rapporto, rispetto all’edizione dello scorso anno, c’è stato un miglioramento pari a 0,3 punti percentuali nella riduzione del divario fra i sessi; con l’area europea si colloca globalmente più in alto del Nord America, sorpassandolo. Ma per l’Italia non ci sono buone notizie: su 146 paesi coinvolti nell’indagine, perde 16 posizioni rispetto al rapporto del 2022, scendendo dal 63esimo al 79esimo posto, e collocandosi inoltre, insieme alla Macedonia del Nord e alla Bosnia ed Erzegovina, tra i paesi con i punteggi più bassi per quanto riguarda il parametro della partecipazione economica e delle opportunità.
Sebbene il dato positivo segnalato da questa diciassettesima edizione è che la parità di genere a livello internazionale è tornata ai livelli pre-pandemia, il tasso di evoluzione complessivo della disparità di genere è rallentato in modo significativo: la pandemia ha infatti segnato un importante freno, soprattutto dal punto di vista dell’occupazione femminile. In particolare, in alcune zone del mondo (come il Medio Oriente, il Nord Africa e l’America del Sud) i livelli di disoccupazione femminile sono assai più elevati di quelli degli uomini, a fronte di un tasso di disoccupazione globale che si attesta circa al 4,5% per le donne e al 4,3% per gli uomini.
Il primato per il divario di genere colmato resta, per il 14esimo anno consecutivo, all’Islanda, seguita da Norvegia, Finlandia, Nuova Zelanda, Svezia, Germania, Nicaragua, Namibia, Lituania e Belgio. Il Medio Oriente e il Nord Africa continuano invece a essere le regioni con il più basso indice di divario di genere complessivo colmato (62,6%), con l’Algeria, il Marocco e l’Oman agli ultimi posti.
Secondo Saadia Zahidi, Managing Director del World Economic Forum, per colmare le disparità di genere che continuano a persistere è necessario intervenire con “un’azione rinnovata e congiunta”, attraverso politiche governative che aumentino la partecipazione delle donne alla forza lavoro, intervenendo sui salari e sul loro accesso alla finanza e alla tecnologia, e migliorando i sistemi di assistenza e la rappresentanza delle donne nella leadership del settore pubblico.
23/6/2023 https://www.ingenere.it/
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