L’UE “trascura” la legge internazionale e mantiene il commercio con le colonie israeliane

Bruxelles – The Cradle. Secondo un’analisi trapelata e citata da The Intercept il 23 ottobre, il capo del servizio giuridico dell’Unione Europea ha consigliato ad un alto funzionario del dipartimento che la recente sentenza della Corte internazionale di giustizia (ICJ) non obbliga i Paesi dell’UE a vietare le merci importate dalle colonie israeliane. 

L’analisi è in contraddizione con la sentenza emessa dalla Corte internazionale di giustizia a luglio, secondo la quale i governi dovrebbero interrompere il sostegno all’occupazione israeliana. 

L’alto funzionario legale dell’UE, Frank Hoffmeister, ha sostenuto che la legge dell’UE richiede l’etichettatura dei prodotti provenienti dalle colonie, ma che il divieto di importazione e vendita è discutibile. 

“La legge dell’UE richiede un’etichettatura che indichi che i prodotti alimentari provengono dalla Cisgiordania e dalle colonie. È una questione di ulteriore valutazione politica quella di rivedere la politica dell’UE nei confronti dell’importazione di prodotti dalle colonie”, si legge nell’analisi, parte di un memo di sette pagine. 

L’analisi è stata inviata al capo della politica estera dell’UE Josep Borrell il 22 luglio. Pochi giorni prima, la Corte internazionale di giustizia ha condannato gli Stati che forniscono assistenza all’occupazione illegale di Israele. 

“L’UE sta trascurando la sua responsabilità di sostenere il diritto internazionale. Questo piegare delle regole per convenienza politica erode la credibilità della politica estera dell’UE e tradisce la fiducia dei cittadini al di là della Palestina. L’approccio dell’UE crea anche un pericoloso precedente, trattando gli obblighi derivanti dal parere consultivo della Corte internazionale di giustizia come facoltativi, soprattutto in presenza di atrocità in corso”, ha dichiarato Francesca Albanese, relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla Palestina, a The Intercept

L’interpretazione dell’UE della sentenza dell’ICJ è “giuridicamente errata, politicamente dannosa e moralmente compromessa”. 

Altri studiosi di diritto hanno dichiarato che l’analisi di Hoffmeister è categoricamente errata e che l’etichettatura specifica dei prodotti provenienti dalle colonie in Cisgiordania non soddisfa i criteri dell’ICJ per non riconoscere o sostenere l’occupazione. 

L’ICJ ha chiarito che “tutti gli aiuti e l’assistenza” di qualsiasi tipo da parte di tutti gli Stati al progetto di colonizzazione devono cessare […]. Ha dichiarato che l’intera occupazione è illegale e deve essere interrotta”, ha affermato Susan Akram, responsabile della Clinica internazionale dei diritti umani della Boston University School of Law

Secondo uno studio del dicembre 2023 del gruppo della società civile palestinese Don’t Buy into Occupation (DBIO), 776 banche europee hanno fornito sostegno finanziario a 51 aziende coinvolte nella costruzione di colonie. Da gennaio 2020 ad agosto 2023, queste banche hanno contribuito con 164,2 miliardi di dollari. 

Israele occupò illegalmente la Cisgiordania nel 1967 e da allora ha costruito rapidamente colonie in violazione del diritto internazionale. 

Il 19 luglio la Corte internazionale di giustizia ha stabilito che l’occupazione israeliana della Cisgiordania è illegale e deve cessare al più presto. La sentenza è arrivata mesi dopo che la Corte ha ordinato a Israele di prendere tutte le misure necessarie per fermare gli atti di genocidio nella Striscia di Gaza. 

Traduzione per InfoPal di F.L.

26/10/2024 https://www.infopal.it/

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