Malpaese addio, è fuga di massa. Il rapporto Migrantes: per la prima volta gli italiani emigrati all’estero superano gli ingressi. Impennata di partenze nel 2013: ben il 16% in più. Meta preferita la Gran Bretagna, segue la Germania

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Prima o poi doveva suc­ce­dere, ma forse nes­suno di noi pen­sava così pre­sto. Eppure i segnali c’erano tutti: un Paese che spro­fonda nella crisi, e che non sem­bra avere davanti pro­spet­tive di ripresa, tanti gio­vani (e meno gio­vani, almeno fino a 40 anni) che anno per anno emi­grano, tra i nostri cono­scenti e amici. Ed ecco infine la con­ferma dei dati: gli ita­liani che emi­grano all’estero hanno supe­rato per la prima volta gli immi­grati che fanno ingresso nel nostro paese.

I numeri ven­gono dall’ultimo rap­porto Migran­tes, pub­bli­cato ieri dall’omonima fon­da­zione della Cei. Dal nostro Paese sono par­tite nel 2013 94 mila per­sone, cifra che risulta supe­riore ai flussi dei lavo­ra­tori stra­nieri immi­grati in Ita­lia: sono ogni anno circa la metà, e pre­ci­sa­mente sono stati 43 mila nel 2010. Il dato non tiene ovvia­mente conto degli arrivi di immi­grati irre­go­lari, che pro­ba­bil­mente fareb­bero lie­vi­tare parec­chio lo stock di ingressi, alte­rando il rap­porto con le par­tenze.
Nono­stante appunto si para­go­nino le par­tenze degli ita­liani sol­tanto con i flussi degli immi­grati rego­lari, si può dire che il feno­meno ha rag­giunto un valore con­si­stente, e sicu­ra­mente signi­fi­ca­tivo sul piano simbolico.

I cit­ta­dini ita­liani resi­denti all’estero, sono, in tutto il mondo e cal­co­lati all’1 gen­naio 2014, 4.482.115 (i numeri ven­gono dall’Aire — Ana­grafe degli ita­liani resi­denti all’estero). L’aumento in valore asso­luto rispetto al 2013 è di quasi 141 mila iscri­zioni, il 3,1% nell’ultimo anno. La mag­gior parte delle iscri­zioni sono per espa­trio (2.379.977) e per nascita (1.747.409).

Lungo il corso del 2013, come abbiamo anti­ci­pato, si sono tra­sfe­riti all’estero 94.126 ita­liani – nel 2012 sono stati 78.941 – con un saldo posi­tivo di oltre 15 mila par­tenze: un incre­mento in un anno di ben il 16,1%.

Per la mag­gior parte si tratta di uomini sia nel 2013 (56,3%) che nel 2012 (56,2%), non spo­sati nel 60% dei casi, e coniu­gati nel 34,3%. La classe di età più rap­pre­sen­tata è quella dei 18–34 anni (36,2%). A seguire quella dei 35–49 anni (26,8%), a riprova di quanto evi­den­te­mente la reces­sione eco­no­mica e la disoc­cu­pa­zione siano le effet­tive cause che spin­gono a par­tire. I minori sono il 18,8% e di que­sti il 12,1% ha meno di 10 anni.

Il Regno Unito, con 12.933 nuovi iscritti all’inizio del 2014, è il primo Paese verso cui si sono diretti i recenti migranti ita­liani, con una cre­scita del 71,5% rispetto all’anno pre­ce­dente. Seguono la Ger­ma­nia (11.731, +11,5% di cre­scita), la Sviz­zera (10.300, +15,7%), e infine la Fran­cia (8.402, +19,0%).

Dall’Italia dun­que non solo si emi­gra ancora, notano gli esperti della fon­da­zione Migran­tes, ma si regi­stra un aumento nelle par­tenze che impone «nuovi inter­ro­ga­tivi e nuovi impe­gni». Soprat­tutto «alla luce degli ultimi svi­luppi e dell’incremento nume­rico degli spo­sta­menti che riguar­dano oggi migliaia di gio­vani, media­mente pre­pa­rati o alta­mente qua­li­fi­cati, con qua­li­fi­che medio alte o privi di un titolo di studio».

Manca, secondo gli esten­sori del rap­porto, un’opera di sup­porto ai nostri con­na­zio­nali che sono emi­grati, com­pen­sata dalle buone capa­cità rela­zio­nali e dai rap­porti infor­mali: «Per oltre un secolo l’associazionismo ita­liano all’estero ha sup­plito all’assenza dello Stato e sovente ancora oggi è rin­trac­cia­bile que­sta pecu­lia­rità di mutuo soc­corso tra i mem­bri, una tra­di­zione di soli­da­rietà reci­proca che è entrata a far parte di un modo di essere e di ope­rare dell’italiano fuori dei con­fini nazionali».

Dopo un lungo periodo di rifles­sione, 16 fede­ra­zioni nazio­nali delle asso­cia­zioni degli ita­liani all’estero, assieme al coor­di­na­mento delle con­sulte regio­nali dell’emigrazione, hanno lan­ciato il per­corso di avvi­ci­na­mento agli Stati gene­rali dell’Associazionismo di emi­gra­zione, che si svol­gerà all’inizio del 2015.

Resta infine prio­ri­ta­rio, secondo Migran­tes, il rin­novo degli orga­ni­smi di rap­pre­sen­tanza degli ita­liani all’estero e l’effettivo ripen­sa­mento, in ter­mini di migliore razio­na­liz­za­zione, degli inter­venti a favore dei con­na­zio­nali fuori dei con­fini ita­liani sia per il loro soste­gno se in con­di­zione di depri­va­zione e disa­gio, che per la pro­mo­zione della lin­gua, della cul­tura ita­liana e del made in Italy. e per le opere di internazionalizzazione.

Antonio Sciotto

8/10/2014 www.ilmanifesto.it

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