Mammì

abbraccio Hernan_Marina_Abrazo_naranja98_otu_img

Prima della collina, a qualche centinaia di metri da me abita Mammì. Ormai la chiamano tutti così, neanche ricordo il nome vero, pare sia il nomignolo donato da Simone quando era poco più di un bambino. Già Simone! Simone non è il figlio legittimo direbbe la legge, noi non la pensiamo così, sebbene voce di popolo non sia troppo clemente con le storie ripiene d’amore.

Quando Mammì compì sessant’anni non festeggiò il compleanno, ma pianse per l’addio alla vita del marito, a cui era molto legata. Qualche mese dopo, le vicine le consigliarono di trovare un altro uomo, del resto era ancora carina Mammì, con i suoi occhi verdi e i capelli bianchi vicino alla fronte.

Furono giorno opachi, di silenzi infiniti. Le dava fastidio molto la presenza delle amiche preoccupate, succede anche questo nella vita. Man mano le presenze si diminuirono, finché rimase sola. Usciva solo per fare compere. L’unico che continuava a entrare e uscire da casa di Mannì era Simone.

Già Simone! Simone giocava da solo, non gli andava di condividere la sua passione per le bambole e per lo smalto con gli amici. Teneva tutto nascosto a casa di Mammì, nella sua camera da letto e da quella usciva conciato come una bambina, tanto per sentir il giudizio della donna sola in casa.

Mammì rideva nel vedere le unghie dipinte. Non le andavano mai bene. “Ma non vedi che ti sei sporcato le dita?” “guarda il mignolo, così non va”.

Molto spesso Mammì lo convinceva a pulirsi, e lei stessa prendeva il pennellino per insegnare il modo giusto, la giusta copertura dell’area, la precisione nel passare il colore.

Simone trascorreva più tempo a casa di Mammì che a casa sua, parlava poco con i genitori, molto meno con i tre fratelli più grandi, tutti maschi già affermati a scuola e nel quartiere. Lui era sfuggente, perché non si è differenti per scelta, molto spesso lo si è per passione, altre volte perché la luna ha così deciso e così sarà.

A 15 anni la scelta di Simone fu chiara a tutto il quartiere e a scuola. Mammì continuò a trattarla come un figlio, aspettando il suo ritorno con la cena sul tavolo. A lei non dispiaceva affatto quel ragazzo così composto, affettuoso e sempre pronto a darle una mano in casa.

Al padre di Simone non importava che suo figlio stesse a casa di Mammì. Meno lo sentiva, meno lo vedeva e più poteva alzar la testa quando passava per le strade della comunità bigotta, della società indaffarata con i suoi sgraditi sistemi. La madre lo considerava non figlio suo, ma di un giorno in cui gli astri portavano jella, quindi le andava bene di potersi disfare del figlio jellato.

“In fondo al viale ogni uomo può diventare padre, in fondo al mare ogni donna può diventare madre”, ripeteva il prete, meno bigotto dei bigotti con cui pregava. A Mammì non badava sia al resto che all’insieme, le amiche non sapevano se sfotterla o ammirarla. Lei continuava a non curarsi d’essere invidiata da chi pone limiti all’amore, viveva lontana dalle chiacchiere, lontana dalla cattiveria e quel poco che possedeva era di Simone, uomo e figlia di casa sua. Il mondo imparò a rispettare, se non il “ragazzo-mezzo donna”, Mammì, la Mammina di tutti giovani del posto.

Un giorno i figli diventarono grandi. Simone usciva sempre più spesso con Andrea. Gli altri giovani si ritrovavano casa di Mammì, sempre più donna incurante delle mete imposte dal buon senso e dai puritani.

Ancora oggi lei è Mammì, Simone suo figlio è una bella donna e convive a casa sua con Andrea. Possono uscire sempre, tanto Mammì non sarà mai sola, ormai ha conquistato tutti e a ottant’anni può contare su troppi vedovi appassionati, che si alternano ai giovani.

Buona Giornata Mammì, sei incantevole, le rughe ti hanno resa più bella, i tuoi modi miti appassionano chiunque creda nelle fate e il mondo ha bisogno fate.

Antonio Recanatini

Poeta, scrittore. La sua poesia è atta a risollevare il sentimento della periferia, all’orgoglio di essere proletari e anticonformisti.

Collaboratore redazionale di Lavoro e Salute

www.lavoroesalute.org

0 commenti

Lascia un Commento

Vuoi partecipare alla discussione?
Sentitevi liberi di contribuire!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *