Manovra e papere

“Una manovra di galleggiamento, senza coraggio, che non sposta niente o comunque troppo poco”. Così la Controfinanziaria di quest’anno, presentata dalla Campagna Sbilanciamoci! martedì 26 novembre a Montecitorio, definisce la Legge di Bilancio del governo Conte II attualmente all’esame delle Camere. E anche se non mancano le attenuanti (solo un mese per elaborarla da parte dell’esecutivo partito a settembre, margini risicati vista l’impellenza della sterilizzazione delle clausole di salvaguardia) e fatta eccezione per alcune intuizioni – dall’innovazione quanto meno lessicale che per la prima volta vede una Legge di Bilancio insistere su concetti di “transizione ecologica” e “economia circolare” nell’appena tratteggiato Green New Deal fino alla parziale sterilizzazione dell’iniqua Flat Tax e della devoluzione fiscale per le Regioni ricche, l’abolizione del superticket sanitario – è pur vero che proprio non si tratta di un giudizio tranquillizzante. Galleggiare del resto è una condizione di equilibrio precario, che tende al fondo. 

“L’acqua è poca e la papera non galleggia”, diceva il marchese De Curtis con aria grave, ma c’è poco da ridere. L’Italia, colpita negli ultimi giorni da quello che i francesi chiamano ormai “un fenomeno climatico mediterraneo”, tanto per far capire che è destinato a ripetersi, sembra affondare, più che galleggiare, nell’incuria e nel dissesto idrogeologico. E proprio sul dissesto del territorio la Campagna Sbilanciamoci!, arrivata ai suoi vent’anni di attività, ha sempre puntato il dito in tutti e 21 – quest’ultimo compreso – esami della spesa pubblica. Di semi, ne sono stati gettati tanti, alcuni hanno attecchito. Ad esempio, i governi hanno iniziato a capire che oltre al Pil la ricchezza del Paese deve essere misurata su altri indicatori, quelli del “benessere”. O i fondi – pochi e ora ridotti – per impiegare i giovani nelle attività di Servizio civile.

In questi vent’anni – ha ricordato il portavoce delle 49 associazioni che aderiscono a Sbilanciamoci!, Giulio Marcon – molte delle controproposte sono rimaste le stesse, ad esempio quella di tagliare le spese militari e in particolare quella per micidiali sistemi d’arma come i caccia F35 (spesa adesso riconfermata, a unico vantaggio delle lobby armiere), per favorire invece investimenti in welfare, sanità, istruzione, ambiente, innovazione e, appunto, cura del territorio e infrastrutture. “Succede di ripetersi – ha spiegato Marcon – quando le scelte non cambiano e invece si crede molto in ciò che si propone, e noi crediamo che il welfare ad esempio non sia un costo, ma un diritto e un investimento per l’avvenire, perché una società più istruita, formata, sana esprime anche un’economia capace di futuro. E le nostre 102 proposte – ha proseguito – non sono un libro dei sogni, sono richieste concrete di investimenti pubblici e spending review, a saldi invariati, cioè senza creare più debito, misurandosi con i vincoli europei”. 

Le proposte che qui sotto attraverso i bottoni pubblichiamo in dettaglio, per la prima volta in tavole di metatesto di più facile consultazione. Nel corso della presentazione alla Camera alcune associazioni le hanno illustrate. Stefano Lenzi del Wwf ha rimarcato come, dall’analisi del testo della Legge di Bilancio 2020, è emerso che i 50 miliardi sbandierati in occasione della Nota di aggiornamento (Nadef) per un Green New Deal quindicinale si sono ridotti a uno stanziamento, sempre fino al 2034, di soli 29 miliardi. “Ma sappiamo che ciò che conta è ciò che la Legge di Bilancio ci riserva per l’anno prossimo e si scopre che per il 2020 per il Green New Deal italiano è prevista una spesa di appena 1,688 miliardi di euro suddivisi in due Fondi e una linea di finanziamento, mentre il prossimo anno è considerato dalle Nazioni Unite un anno fondamentale, denso di obiettivi e scadenze per la riconversione ecologica”. 

Altro capitolo fortemente criticato è quello della cooperazione allo sviluppo, dove i finanziamenti – ha sottolineato Martina Pignatti di Un Ponte per… – non soltanto si riducono da oltre 4 a un miliardo, ben lontano da quello 0,7 del Pil indicato come obiettivo dall’Ue, ma in questa cifra continua a essere inopinatamente inserita la spesa per i rimpatri “snaturando l’Aps perché così il Fondo Africa non viene utilizzato per prevenire le migrazioni sviluppando le economie dei Paesi d’origine ma solo per operazioni securitarie di blocco dei flussi migratori”.  A proposito di migranti, “il nuovo governo non sembra invertire la rotta”: sono state le parole di Grazia Naletto di Lunaria che a nome di tutta la Campagna Sbilanciamoci! è tornata a chiedere oltre all’abolizione dei due decreti Sicurezza del precedente esecutivo, la cancellazione dell’accordo con la Libia, una nuova missione di ricerca e soccorso tipo Mare Nostrum, il rifinanziamento dei progetti ex Sprar (ora chiamati Siproimi), una sorta di sanatoria per le migliaia di profughi rimasti in Italia attualmente senza diritti e un programma di ingressi legali non solo per i rifugiati ma anche per chi arriva alla ricerca di un lavoro. 

Proprio sull’argomento diritti umani Sbilanciamoci! formula quest’anno una nuova proposta, enunciata da Riccardo Troisi di Reorient, quella di istituire un dazio – “non ci piacciono i dazi ma questo sì” – per penalizzare imprese e Paesi esportatori che non li rispettano, da cui si prevede di ottenere 500 milioni di incassi. 

Molto critici anche i vari rappresentanti degli studenti universitari e medi (Link, Udu, Uds, Rete degli Studenti) per i pochissimi stanziamenti su borse di studio, residenze, didattica e in generale fondi per la scuola e l’università. “Come si pensa di far ripartire il Paese e di  creare un Green New Deal senza l’apporto della formazione?”, si è chiesto Giacomo Cossu della Rete della Conoscenza.  E se qualcosa è stato messo per creare un Fondo per i disabili, ha notato Silvia Cutrera della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap (Fish), “poco si capisce di come si pensa di utilizzarli”. Sbilanciamoci! pretende 5 miliardi per il rilancio del patrimonio culturale, per l’istruzione e la ricerca, tagliando invece i fondi per le scuole paritarie, private. Così come dalla liberalizzazione della cannabis, dalla depenalizzazione di reati minori legati alla droga e dall’ampliamento delle misure alternative al carcere – su indicazione dell’associazione Antigone – si possono ottenere risparmi per 700 milioni di euro. 

“Su molte delle proposte presentate cercheremo in questi giorni di presentare emendamenti”, ha dichiarato nel suo intervento Stefano Fassina, deputato di Leu, in maggioranza, “anche se gli spazi per emendare la legge di Bilancio sembrano ristretti”. 

Sbilanciamoci! aspetterà il governo al varco della possibile riforma fiscale, con le sue proposte che puntano sulla riduzione delle tasse degli ultimi due scaglioni di reddito, patrimoniale, una vera web tax e una vera tassa sulle transazione finanziaria, e del prossimo Documento di Economia e Finanza. Alla fine la papera o si riprende o va a picco.

Rachele Gonneli

26/11/2019 sbilanciamoci.info

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