Meno finanziamenti nei contratti di pulizia in sanità
Il Decreto Semplificazioni interviene anche in merito ai contratti legati ai servizi di pulizia e lavanderia in ambito sanitario o ospedaliero, lo fa introducendo un articolo apposito, il 4 bis.
Nei mesi della pandemia non c’è stato alcun provvedimento degli Enti Pubblici finalizzato a riorganizzare i servizi di pulizia intensificando non solo le igienizzazioni (come avvenuto) ma con interventi sull’appalto per consentire un incremento della spesa e l’aumento delle ore contrattuali della forza lavoro. Ad ogni richiesta la risposta è stata sempre la stessa:incrementiamo le sanificazioni nei limiti del possibile ma nel rispetto degli appalti vigenti (poco importa che con lo smart tanti uffici siano rimasti chiusi e alla fine le spese non siano cresciute)
Si è scelta la strada degli stanziamenti eccezionali previsti dai capitolati di appalto, i costi alla fine sono aumentati (per lo piu’ negli ospedali) ma i servizi nel loro complesso sono rimasti carenti dopo anni di spending review e riduzioni di spesa.
Il Governo ora interviene per scongiurare l’aumento eccessivo dei costi degli appalti di pulizia a causa della emergenza covid, si sono ben guardati dal garantire una copertura normativa agli incrementi magari con interventi risolutivi per riscrivere i capitolati stessi.
A nostro avviso è grave avere pensato solo a limitare gli incrementi dei costi di contratti di pulizia, la scelta giusta sarebbe stata un’altra: eliminare tutti i tagli imposti dalla spending review e concedere agli Enti pubblici e agli Ospedali la possibilità di riscrivere i contratti prevedendo maggiori interventi e servizi di igienizzazione, sanificazione e pulizia.
Il Governo ha solo posto un limite all’incremento di spesa che non dovrà superare il 20% del prezzo stabilito nella gara, qualora invece non ci sia stata ancora aggiudicazione della gara l’ente appaltante può revocare l’assegnazione perchè i servizi da erogare risultano nel frattempo superiori a quelli previsti nel contratto a base d’asta
Ma in ogni caso resta vigente l’articolo 106 della legge 50\2016 che prevede la possibilità di incrementare il costo originario dei contratti anche fino al 50 per cento, il che dovrebbe indurre a chiedere, da parte dei cittadini e dei sindacati, aumenti di costi a tutela della salute e sicurezza, nella speranza che si possa presto rivedere tutta la normativa in materia di appalti per garantire condizioni di vita e di lavoro dignitose a chi vi opera con salari da fame e carichi di lavoro sempre meno sostenibili.
Federico Giusti
Collaboratore di Lavoro e Salute
25/9/2020
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