MIGRANTI: ALLA FRONTIERA NORD-OCCIDENTALE SI TORNA INDIETRO

Oulx, 18 novembre 2024- Le alpi piemontesi al confine con la Francia sono ormai da anni un luogo di passaggio per migliaia di persone in transito giunte dalla rotta balcanica o mediterranea che hanno come obiettivo e speranza quello di raggiungere il Nord Europa.
Solo nel 2023 18mila sono state le persone transitate presso il Rifugio Massi di Oulx, per la maggior parte persone provenienti dall’Africa centrale e dal Nord Africa.

Dal 2015 il Codice Schengen è stato sospeso alla frontiera Italo Francese e quotidianamente si assisteva a sistematici respingimenti di persone in transito, negando di fatto la loro volontà di chiedere asilo in Francia. Il Codice Frontiere Schengen (Regolamento Ue 399/2016) prevede “l’adozione di misure […] volte a garantire che non vi siano controlli sulle persone all’atto dell’attraversamento delle frontiere interne, è un elemento costitutivo dell’obiettivo dell’Unione […] di instaurare uno spazio senza frontiere interne nel quale sia assicurata la libera circolazione delle persone”.

Dalla pronuncia del Consiglio di Stato francese del 2 Febbraio 2024 (in continuità con l’antecedente sentenza della  Corte di Giustizia UE) avevamo assistito a un netto calo dei casi di respingimenti alla frontiera. Da Febbraio a Ottobre 2024, infatti, la maggior parte delle persone in transito che si presentavano alla polizia di frontiera, dichiarando di voler chiedere asilo in Francia, venivano fatte entrare in territorio francese per proseguire iter di eventuale regolarizzazione.

Da qualche giorno assistiamo nuovamente a respingimenti massicci, nella sola giornata del 12 novembre 37 persone sono state respinte tra cui minori, famiglie e una donna incinta.Alle persone respinte non è stata consegnata documentazione durante il push-back o motivazioni chiare del respingimento.
La militarizzazione della frontiera alpina rappresenta un chiaro fattore di rischio per l’incolumità delle persone in transito, chi rischia di più sono proprio i più fragili e vulnerabili. Numerose infatti sono state purtoppo le morti di migranti in montagna in questi anni. Una situazione ancora poco chiara, un muro che sembra rialzarsi proprio alle porte dell’inverno, periodo in cui ghiaccio e neve rendono l’attraversamento ancora più impervio e pericoloso.
  Medu dal 2021 opera presso il rifugio Massi di Oulx in collaborazione con Rainbow4Africa e Nutriaid coordinando un team medico e garantendo visite mediche quotidiane alle persone in transito alla frontiera.
UFFICIO STAMPA
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3927590173 email comunicazione@mediciperidirittiumani.org
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