USA. Migranti alla vigilia di Natale

Donald Trump entrerà in carica alla Casa Bianca il 20 gennaio 2025. Ha detto che il primo giorno del suo mandato inizierà la caccia a milioni di lavoratori internazionali che lavorano in modo irregolare nell’economia degli Stati Uniti. Foto: EFE

In diversi paesi dell’America Latina e dei Caraibi, ma anche in vari paesi del mondo, soprattutto nel mondo sottosviluppato, una preoccupazione centrale è la situazione della cosiddetta espulsione dei migranti irregolari negli Stati Uniti. Il presidente eletto Donald Trump entrerà in carica alla Casa Bianca il 20 gennaio 2025. Ha detto che il primo giorno del suo mandato inizierà la caccia a milioni di lavoratori internazionali che lavorano in modo irregolare nell’economia degli Stati Uniti.

Per Trump e per i vasti settori conservatori e di destra degli Stati Uniti, comprese le migliaia di migranti latini che hanno votato per lui. La caccia ai migranti è un punto centrale del neofascismo e di espressioni simili nelle potenze imperialiste del mondo neoliberista dei nostri tempi.

Per il Colegio de la Frontera Norte (situato nella città di confine di Tijuana), si stima che 5,5 milioni di migranti di origine messicana potrebbero essere espulsi dagli Stati Uniti. Allo stesso tempo, si sottolinea che nel governo del presidente Barack Obama (2009-2017), 600mila migranti sono stati deportati dal territorio degli Stati Uniti ogni anno. Mentre nella seconda amministrazione Trump si prevede di raggiungere la cifra di un milione di lavoratori senza documenti all’anno.

E’ chiaro che una buona parte di questi migranti sarà espulsa attraverso il confine meridionale, il che implica gettarli brutalmente in territorio messicano. Una situazione che, se così fosse, nella prospettiva del discorso di Trump, il confine settentrionale degli Stati Uniti messicani vivrà una situazione drammatica, aggravata anche dal flusso di migranti dal suo confine meridionale. Uno spazio di transito dove sono confluiti vari flussi migratori provenienti da diverse parti del mondo, non solo da paesi dell’America Latina e dei Caraibi, come Guatemala, Honduras, El Salvador, Nicaragua, Haiti, Cuba, Brasile, Repubblica Dominicana, Colombia, Ecuador, Perù e Venezuela, ma anche da regioni molto più lontane come Albania, Angola, Cina, Egitto, Georgia, Ghana, Guinea, India, Mauritania, Romania, Senegal, Tagikistan e Uzbekistan, così come le deportazioni che l’Immigration and Customs Enforcement (ICE) degli Stati Uniti ha effettuato nel 2024. Il numero di deportazioni negli ultimi 12 mesi ha raggiunto più di 270 mila persone in 192 paesi. “Il Messico è stata la destinazione con il maggior numero di deportazioni (87.298), seguito dal Guatemala (66.435)” (La Jornada, 20/12/24).

L’arrivo di Donald Trump alla Casa Bianca ha indubbiamente più che spaventato vari governi e popoli del mondo, soprattutto quelli che dipendono fortemente dai trasferimenti di denaro dagli Stati Uniti. Gli stessi che i lavoratori internazionali fanno alle loro famiglie in varie parti del mondo. Pensiamo che nel caso del Messico, che è un paese sempre più dipendente dall’economia statunitense, una stima sempre più crescente va alle famiglie messicane. Nel corso del 2024 si stima che si aggirino oltre 63 miliardi di dollari.

L’odio e il risentimento neofascista di Trump contro i paesi dell’America Latina e dei Caraibi sta crescendo sempre di più. In una delle sue prime dichiarazioni dopo la sua vittoria elettorale, il 16 dicembre 2024 ha dichiarato che riprenderà la costruzione del muro di confine con il Messico per il quale spenderà “centinaia di milioni di dollari”. Anche la sua minaccia era diretta anche al Canada perché con il Messico fermino il flusso di migranti.

Una triangolazione perversa delle carovane di migranti che sono partite dallo stato del Chiapas fino al confine con gli Stati Uniti, padre Alejandro Solalinde ha affermato che queste carovane sono incoraggiate e finanziate da George Soros e dal gruppo “Popoli senza frontiere” (vedi: https://www.youtube.com/watch?v=AfsMUs6Ippk), con lo scopo di destabilizzare il Messico e utilizzare i migranti in modo perverso nei periodi elettorali.

Con questo, i migranti sono stati intrappolati dalle politiche imperialiste e dalla destra regionale. Migranti internazionali che sono stati repressi e ricattati dalle autorità messicane dell’Istituto Nazionale di Migrazione (INM), in particolare dall’ex commissario Francisco Garduño. Attore politico che rappresenta il diritto della cosiddetta Quarta Trasformazione (4T). Che, secondo padre Solalinde, quel funzionario di López Obredorista ha trasformato le stazioni dei migranti in vere e tetre prigioni. Le critiche delle organizzazioni che sostengono davvero i migranti che attraversano il territorio messicano insieme a padre Solalinde, hanno interrogato Garduño sull’incendio del 27 marzo 2023 a Ciudad Juárez, Chihuahua, dove 40 migranti sono morti mentre erano prigionieri. Queste critiche hanno portato bruscamente lo stesso ex commissario dell’INM (Garduño), a dire che padre Solalinde è “il pollero di Dio”.

Quindi, da un lato, spiccano le politiche neofasciste di Trump e della sua squadra di governo, tra cui spicca il prossimo segretario di Stato, il neofascista Marco Rubio, rappresentante della mafia cubano-americana, insieme a un settore della destra messicana trincerato nell’INM, il calvario dei migranti internazionali, che non avranno un rifugio o una locanda della vigilia di Natale. come se Giuseppe il falegname e sua moglie Maria, madre di Gesù di Nazareth, l’avessero trovata.

 Adalberto Santana

22/12/2024 https://www.telesurtv.net/blogs

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