Migranti. L’ultimo rapporto di IRC Italy (ottobre-dicembre 2024)

Una lente privilegiata per analizzare le politiche migratorie italiane

«Il quarto trimestre del 2024» – riassume l’organizzazione – «ha segnato l’inizio dell’attuazione dell’accordo Italia-Albania, nonché il mancato coinvolgimento della società civile nella preparazione dell’attuazione del Patto UE sulla migrazione e l’asilo».

Da luglio 2023, ogni quattro mesi la sezione italiana di International Rescue Committee (IRC Italy) pubblica un report sul monitoraggio della protezione delle persone migranti nel Paese.
Il più recente, diffuso il 4 febbraio 2025, copre l’ultimo trimestre del 2024 (ottobre-dicembre) e offre una lente privilegiata per analizzare le politiche migratorie italiane 1.

Il monitoraggio della protezione consiste nella raccolta, verifica e analisi sistematica delle violazioni dei diritti e dei rischi per la sicurezza delle persone migranti. IRC Italy basa il suo studio su testimonianze dirette e informazioni raccolte attraverso la piattaforma digitale Refugee.info.

Se la stazione centrale di Milano è una dei luoghi chiave dell’analisi, il focus principale resta Trieste, punto di arrivo della cosiddetta rotta balcanica e simbolo di una gestione delle migrazioni che preferisce l’invisibilità alla risoluzione dei problemi.

A differenza del Mediterraneo, teatro di incessanti battaglie politiche e mediatiche sulla gestione dei flussi migratori, Trieste resta fuori dal dibattito nazionale. Qui, lontano dai riflettori, le decisioni delle autorità vengono applicate senza clamore, offrendo un termometro reale delle politiche migratorie italiane. Mentre la retorica di governo si concentra sul controllo dei confini marittimi, la gestione dei flussi terrestri attraverso la rotta balcanica continua tra sgomberi forzati, procedure amministrative farraginose e violazioni sistematiche dei diritti umani.

Secondo il report di IRC Italy, tra ottobre e dicembre 2024, 3.036 persone sono arrivate a Trieste attraverso la rotta balcanica 2, segnando un calo del 42% rispetto al trimestre precedente e del 21% rispetto allo stesso periodo del 2023.

Tuttavia, mentre il 47% di loro ha proseguito verso altri Paesi europei (soprattutto Germania e Portogallo), il 36% ha deciso di fermarsi, una percentuale in forte crescita rispetto ai mesi precedenti. Questa tendenza solleva interrogativi sulla capacità del sistema di accoglienza italiano di rispondere ai nuovi bisogni.

Il rapporto informa che nel periodo considerato ci sono stati 16.626 arrivi via mare 3, il 30% in meno rispetto allo stesso periodo nel 2023 (quando gli arrivi sono stati appunto 23.830).

Al 31 dicembre 2024, 139.141 persone sono ospitate nel sistema d’accoglienza italiano: a dicembre 2023 erano 139.388. La maggior parte (101.002) si trova nel girone della prima accoglienza, divisi tra CPA (centri di prima accoglienza) e CAS (centri di accoglienza straordinaria). 37.678 sono nella seconda accoglienza (il cosiddetto sistema SAI), mentre 461 sono negli hotspot.

Sgomberi, ostacoli burocratici e violenze ai confini

Il report denuncia inoltre sgomberi sistematici, come quello del 21 novembre 2024, quando 250 persone in movimento sono state espulse da strutture abbandonate nel porto di Trieste senza preavviso alle organizzazioni locali.

Se da un lato lo sgombero ha portato a una temporanea accelerazione delle procedure di accoglienza, dall’altro il porto si è nuovamente ripopolato di persone senza alternativa abitativa. A peggiorare la situazione, il rallentamento nell’accesso alla Questura ha reso più difficile la formalizzazione delle domande d’asilo. Alcune hanno inoltre denunciato pratiche informali della polizia, tra cui il controllo dei telefoni per individuare possibili destinazioni alternative e costringerli a lasciare la città.

Infine, ci sono testimonianze preoccupanti che riguardano la violenza sul confine italo-sloveno. Tre persone hanno detto di essere state prese ostaggio da un gruppo criminale che ha chiesto loro un riscatto per essere rilasciate. Nello scorso trimestre e per la prima volta da quando IRC Italy ha cominciato il monitoraggio, 15 persone hanno riferito di essere state minacciate, derubate, assalite e prese in ostaggio da un gruppo mascherato vicino alla località slovena di Orlek. L’ong ha provveduto a riportare l’accaduto alle autorità.

La discrepanza tra narrazione politica e realtà

Se i dati di IRC Italy confermano una riduzione degli ingressi via terra (-14% nei primi nove mesi del 2024 rispetto al 2023), le cifre fornite dal governo italiano e da Frontex parlano di cali molto più drastici (50% e 79% rispettivamente). Questa discrepanza solleva dubbi sulla trasparenza e l’accuratezza delle statistiche ufficiali, alimentando il sospetto che il governo stia costruendo una narrativa strumentale per giustificare politiche restrittive 4.

Altre informazioni interessanti arrivano dall’analisi della piattaforma digitale di IRC Italy, refugee.info. Nel quadrimestre luglio-settembre 2024, 84.655 utenti visitano il sito. La maggior parte chiede informazioni riguardanti i permessi di soggiorno e lavoro in Italia, il diritto d’asilo e la protezione internazionale, la possibilità di viaggiare fuori dall’Italia con il permesso di soggiorno senza perderlo, l’accesso ai sistemi di accoglienza e la possibilità di trovare un lavoro.

Sul sito, i quattro articoli più letti riguardano la patente, la possibilità di viaggiare, il permesso di soggiorno per coloro che risiedono in Italia da più di 5 anni e la domanda d’asilo. Sono tutte informazioni che dovrebbero provenire dalle istituzioni e/o dai servizi legali interni al sistema di accoglienza.

A livello internazionale, l’Italia continua a faticare nell’attuazione di strategie efficaci. L’implementazione del Patto Italia-Albania sulla migrazione, iniziata a ottobre 2024 con il trasferimento nel centro di detenzione in Albania, si è rivelata un fallimento. La giustizia italiana ha bloccato la detenzione dei migranti espulsi, ritenendo non sicura la loro provenienza, mentre il personale delle strutture si è progressivamente ritirato, rendendo i centri inoperativi già a dicembre. Nonostante ciò, il governo Meloni insiste sulla validità dell’accordo e continua a spingere per la sua riattivazione nel 2025.

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Redazione

1 Febbraio 2025

Ad oggi le strutture di Shengjin e Gjader si svuotano anche del personale che dovrebbe gestirli. La cooperativa Medihopes 5 ha inviato una lettera ai lavoratori per risolvere il contratto di lavoro «a partire dal 15.02.2025 fino a nuova comunicazione» 6.

Anche sul fronte europeo, l’Italia ha mancato l’appuntamento con il Piano di implementazione del Patto europeo su migrazione e asilo, non presentando la bozza richiesta entro il 12 dicembre 2024. La mancata inclusione delle organizzazioni della società civile nel processo di elaborazione del piano 7 ha scatenato critiche e richieste di maggiore controllo da parte delle istituzioni europee.

Ciliegina sulla torta è la questione dei richiedenti asilo siriani. Il 9 dicembre il Governo Meloni annuncia la sospensione dell’iter per i richiedenti siriani 8, a seguito della caduta del Regime Assad a Damasco. Il 27 dicembre il decreto legislativo 202/2024 stabilisce che i permessi di protezione temporanei consessi a cittadini siriani possono essere rinnovati fino al 4 marzo 2026. Una decisione che segue la linea dura di altri Paesi europei e che mette a rischio migliaia di persone in fuga dalla guerra.

Il quadro che emerge dal report di IRC Italy è chiaro: mentre il governo continua a promuovere una politica di chiusura e deterrenza, la realtà sul campo racconta una storia diversa fatta di violazioni dei diritti umani, disorganizzazione amministrativa e incapacità gestionale. Trieste, con la sua posizione strategica e il suo ruolo chiave nella rotta migratoria, diventa il laboratorio silenzioso di una politica che preferisce nascondere i problemi piuttosto che risolverli.

Non è un caso che le persone in movimento chiamino il tentativo di attraversare il confine italo-sloveno “the game”, ma è il governo Meloni che continua a giocare a nascondino con la realtà.

  1. IRC Italy Protection Monitoring Report October-December 2024 ↩︎
  2. La maggioranza di queste persone proviene da Afghanistan, Bangladesh, Turchia, Pakistan, Nepal, Siria, Egitto, India e Iraq ↩︎
  3. La maggior parte di queste persone provengono da Bangladesh, Siria, Tunisia ed Egitto ↩︎
  4. Rotta balcanica: i dati di Frontex fotografano solo una parte della realtà. ICS (15 gennaio 2025) ↩︎
  5. Inchiesta su Medihospes, regina dei centri per i migranti. Dall’Italia all’Albania, Luca Rondi AltrEconomia (giugno 2024) ↩︎
  6. Centri in Albania, risolto il rapporto di lavoro dei dipendenti dal 15 febbraio: il documento, Domani (18 febbraio 2025) ↩︎
  7. Attuazione del Patto Ue, in Italia manca un piano di consultazione civica – Amnesty (9 dicembre 2024) ↩︎
  8. Siria, Meloni presiede vertice a Palazzo Chigi ↩︎

Carlotta Zaccarelli

24/2/2025 https://www.meltingpot.org/

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