MILANO, ROGO RSA173 MALATI, 6 OPERATORI.E IL CORAGGIO DI DIRE CHE SONO MORTI PER PROFITTO?
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C’è un aspetto innegabile della tristissima vicenda del rogo nella Rsa “Casa dei Coniugi” a Milano – che non potrà essere modificato, qualsiasi sia l’esito degli accertamenti delle prossime ore (anche sul funzionamento o meno dei sistemi di rilevazione fumo) e dell’inchiesta aperta dalla magistratura, in cui sarebbe auspicabile che si proponesse come parte civile un’organizzazione rappresentativa degli interessi degli utenti: l’estrema esiguità del personale per una struttura di malati cronici non autosufficienti e non di “vecchiettini” – siamo certi, all’interno dei limiti, al ribasso, delle normative – e il parallelo enorme introito dei gestori, che non ha ricaduta alcuna sulla qualità del servizio per gli utenti.
Più operatori avrebbero evitato morti? Anche con tutte le cautele del caso, dati i numeri delle presenze professionali, possiamo ragionevolmente dire di sì: un operatore ogni 30/40 utenti, com’è stato la notte dell’incendio, con quale tempestività può rilevare situazioni di pericolo? E con quale altrettanta solerzia – o anche solo, possibilità materiale – può intervenire per la circoscrizione della fonte di pericolo? E per l’allontanamento degli altri utenti dalla fonte del pericolo stesso? Le testimonianze degli abitanti del
quartiere Corvetto parlano chiaro: gli utenti della Rsa sono stati visti affacciarsi dalle finestre, proteggersi naso e bocca con stracci bagnati, chiamare aiuto… hanno, insomma, avuto tempo di svegliarsi, capire cosa succedeva, scendere dai letti, approntare una strategia di sopravvivenza (la più immediata e anche quella che i loro mezzi consentivano, che evidentemente non era correre via dalla struttura, come tutti noi avremmo fatto…). Sei morti, 81 intossicati, 2 molto gravi.
La dinamica sembra dire che tempo c’è stato per limitare i danni, forse per renderli nulli. E che ciò che è mancato, prima della evacuazione in massa gestita da vigili del fuoco e protezione civile, sono state le persone necessarie ad aiutare chi da solo non può farcela.
P. S. No, la soluzione non arriverà dalla legge sugli anziani (legge sulla non autosufficienza) citata da Bertolaso. Anzi, con l’avvallo sconsiderato di oltre 50 organizzazioni (sindacati confederali, Caritas, gestori, società di medici e assistenti sociali, mutue e assicurazioni…) quella legge inquadra i malati non autosufficienti come vecchietti, tutt’al più da sorvegliare, e non come malati da curare in tutte le loro esigenze. Non sorprenderebbe di sapere che per i promotori della legge, gli operatori della Rsa “Casa dei Coniugi” erano addirittura… troppi.
Andrea Ciattaglia
Csa – Coordinamento sanità e assistenza e della Fondazione promozione sociale
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