Militarismo: sui progetti scolastici con le Forze Armate

Cosa c’entra l’arma dei Carabinieri con il disagio infantile e il contrasto alla loro povertà? (N.B. riprendiamo questo termine ambiguo, rapportato alla fascia d’età coinvolta che va dai 6 agli 11 anni, direttamente dal loro comunicato stampa).

Grazie a una delle tante segnalazioni che arrivano all’Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università abbiamo scovato un comunicato dell’Arma risalente al 2016 relativo ad un progetto per ridurre e addirittura eliminare, forse con la Beretta92 “Para bellum” in dotazione, le difficoltà scolastiche di 30 bambini: «è questo – prosegue il comunicato –  lo scopo del laboratorio ImpariAmo Insieme, avviato nel quartiere Zen di Palermo (…) per un supporto scolastico efficace e soprattutto di trasmettere l’amore per lo studio, inteso come “arma”  (appunto!) per combattere (appunto!)  la povertà intellettuale, economica e sociale, educare all’apprendimento delle norme del vivere civile, colmare il divario tra il quartiere e le istituzioni e porre le basi per un cambiamento sociale».

Ma è nel più ampio progetto pedagogico e nelle attività educative sulle quali viene apposto il cappello con la fiamma che l’Arma sfida sé stessa in un’opera diremmo quasi impossibile se fatta con la divise, le stellette e un addestramento coerentemente finalizzato alla repressione di fatti già avvenuti: «ImpariAmo Insieme, curato dall’associazione Bayty Baytik nell’ambito del progetto Varcare La Soglia e promosso  da L’Albero della Vita mira anche a risolvere le difficoltà scolastiche determinate da carenti abilità di base attraverso il consolidamento delle conoscenze didattiche fondamentali, il recupero dei deficit scolastici e il rafforzamento della motivazione allo studio, creando anche occasioni di socializzazione e di integrazione per bambini a rischio di disagio sociale. Oltre al sostegno nello studio delle discipline scolastiche, l’iniziativa ha anche lo scopo di prevenire e contrastare il bullismo e la violenza dentro e fuori la scuola,  promuovendo il rispetto delle regole e degli altri e incoraggiando comportamenti coerenti con i principi di una sana convivenza sociale».

Questo ambizioso progetto, che si è svolto nelle classi della scuola ICS “Giovanni Falcone” di Palermo, come si evince proprio dal comunicato, antepone per esempio il rispetto delle regole e solo in seconda battuta quella del prossimo. Non individua nel bullismo un fenomeno di debolezza, di insicurezza allo stato nascente che potrebbe sfociare, visto il contesto sociale (il quartiere Zen di Palermo) in comportamenti ancora più dannosi verso il prossimo.

Non mettiamo in dubbio la buona fede che si rintraccia nelle parole di un carabiniere padre di famiglia che, partecipando al progetto, dichiarò «spero di riuscire a trasmettere sani principi e valori ai bambini del quartiere così come faccio ogni giorno con mia figlia», il punto è, lo ribadiamo da quasi due anni constatando un’escalation di queste presenze in divisa nelle scuole in tutti i campi della formazione, che non è compito dei Carabinieri agevolare relazioni costruttive ed edificanti tra i bambini e le bambine oppure contrastare fenomeni come il bullismo, appunto, che difficilmente un carabiniere, al di là della sua cultura personale e dell’addestramento ricevuto, ma proprio per i ruoli istituzionale che ricopre può contenerlo o risolverlo nel modo più efficace per la crescita de3 bambin3 di quella delicata fascia di età (6-11).

Per concludere notiamo la coerenza anche con la comunicazione (ImpariAmo) recentemente adottata anche dal Ministero della Difesa quando si trattò di celebrare il 4 novembre (“DIFESA, SIamo l’Italia ) nella quale compare ancora una volta il verbo amare: un termine stereotipato e vago quanto basta per poter cogliere il segno di una vasta fetta della popolazione, quella dei “genitori” proprio come il carabiniere che ha partecipato al progetto.

D’altra parte, parlando dell’oggi, la dimensione affettivo-relazionale entra in gioco sempre con i Carabinieri, anche quando partecipano a programmi educativi per esempio nel campo ambientale e e della biodiversità, attività rese possibili dalla militarizzazione avvenuta proprio nel 2016, come il progetto in questione, del Corpo forestale dello Stato, puntando sull’aspetto empatico degli animali osservati o della natura, oppure quando si accompagnano nelle scuole con i cani antidroga.

Stefano Bertoldi, Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università

https://www.palermotoday.it/cronaca/carabinieri-laboratorio-impariamo-insieme.html

14/12/2024 https://osservatorionomilscuola.com/

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