“Military Mobility”. Cosa prevede l’accordo tra Leonardo e Ferrovie italiane
di Agata Iacono
Il 26 aprile 2024 Stefano Pontecorvo, presidente di Leonardo e il capo dell’Agenzia per la Cybersicurezza Bruno Frattasi, dopo aver partecipato a un panel sulla “politica estera comune e la difesa della libertà europea” alla convention di Fratelli d’Italia a Pescara, si sono fatti ritrarre, sul palco, con la maglietta di FdI con lo slogan ‘L’Italia cambia l’Europa’. La foto di gruppo, che vede i due manager accanto al ministro Guido Crosetto e al presidente della commissione Esteri della Camera Giulio Tremonti, è praticamente stata ignorata non solo dai media (che ne hanno fatto solo un piccolo accenno), ma, soprattutto, non ha suscitato la reazione della cosiddetta opposizione, scopertasi pacifista a ridosso solo delle elezioni.
Adesso lo stesso Pontecorvo firma per Leonardo (leader del settore delle tecnologie militari, in enorme espansione grazie alla guerra in Ucraina e non solo…), un accordo con la Rete Ferroviaria Italiana (RFI) per “assicurare la movimentazione di risorse militari, all’interno e all’esterno dell’Europa, anche con breve preavviso e su larga scala “.
Lo annuncia la stessa Leonardo con un comunicato stampa: lo chiamano “accordo sulla Military Mobility”, in inglese, perché magari si capisce meno che il terrororio italiano è la piattaforma di guerra della NATO, è già in piena guerra e non ha alcun bisogno di proclamare urbi et orbi il proprio favore o la propria contrarietà nel colpire il territorio russo con le armi “cedute” all’Ucraina.
Leonardo e Rete Ferroviaria Italiana (RFI) hanno sottoscritto un accordo di collaborazione per realizzare un progetto condiviso nell’ambito della Military Mobility, un’iniziativa Ue finalizzata ad aumentare le capacità infrastrutturali e digitali esistenti, per assicurare la movimentazione di risorse militari, all’interno e all’esterno dell’Europa, anche con breve preavviso e su larga scala, garantendo capacità di trasporto sicure, sostenibili e resilienti. Leonardo e RFI si propongono di identificare l’architettura e le funzionalità della piattaforma digitale integrata di gestione della circolazione dedicata alla Military Mobility, in situazioni ordinarie e straordinarie per il trasporto di materiale militare attraverso infrastrutture dual-use. Saranno parte integrante della piattaforma soluzioni innovative per l’accesso a fonti eterogenee di dati e per la valorizzazione degli stessi con processi automatizzati.
Nell’ambito della collaborazione, Leonardo esprimerà le proprie competenze in termini di Global Security e Global Monitoring con il supporto di tecniche avanzate di A.I. su più fronti: censimento e monitoraggio delle infrastrutture dual-use, modellazione di infrastrutture e servizi articolati, simulazione e ottimizzazione di reti complesse. Inoltre, al fine di garantire alti standard di protezione dei dati, si prevede di utilizzare il Global Security Operation Center (SOC) di Leonardo con soluzioni proprietarie di Threat Intelligence (per caratterizzare e analizzare potenziali minacce cyber attraverso raccolta ed analisi da fonti aperte) e di Live Endpoint Security (per la gestione e sicurezza di dispositivi connessi alla rete IT e OT).
Prestazioni di calcolo elevate nella gestione di significative moli di dati saranno soddisfatte dall’HPC (High Performance Computing) davinci-1, uno dei super-computer più potenti nel settore aerospazio, difesa e sicurezza. La piattaforma integrerà, inoltre, funzionalità evolute basate su servizi satellitari (compresi quelli di COSMO–SkyMed) e utilizzerà un’infrastruttura di comunicazione sicura e interoperabile con le diverse tipologie di reti (TETRA, LTE, 4G/5G), per garantire elevati livelli di servizio e di sicurezza.
L’accordo prevede tra l’altro l’utilizzo del know how specifico nel mondo della sicurezza e della circolazione ferroviaria integrando nel progetto le componenti applicative di gestione della circolazione di RFI con le altre piattaforme di mobilità aeree e terrestri necessarie a generare un contesto di interoperabilità tecnologica basato su principi di sicurezza estremamente robusti.
Non hanno bisogno di nascondersi, di simulare, di cercare consenso: una colonia, una piattaforma militare, non ne ha bisogno. 120 basi NATO ufficiali e almeno 50 basi militari USA, (e chissà quante segrete), con armi nucleari, da Aviano a Sigonella, passando per Ghedi, Roma, Napoli, Taranto, non hanno alcuna necessità di rendere conto alla colonia Italia.
3/6/2024 https://www.lantidiplomatico.it/
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