Mille piazze per il reddito di dignità
Povertà, precarietà, diseguaglianze. Questo lo scenario sociale di milioni di persone che in Europa e in Italia – e con particolare gravita nelle regioni del Sud – pagano il peso di una crisi che non hanno prodotto. Dentro questo quadro è necessario ricostruire una speranza che vive nell’impegno, nella solidarietà, nell’attivazione di percorsi in grado di mettere al centro la giustizia sociale e il protagonismo dei territori. Ad animare questa speranza è la Rete dei Numeri Pari: insieme di realtà sociali, movimenti, associazioni e singoli che ha come obiettivo il contrasto alla disparità ed alle disuguaglianze sociali a favore di una società più equa. Da giugno ad ottobre si svolgerà la campagna “1000 piazze per il reddito di dignità, per i diritti sociali di tutti e tutte, contro disuguaglianze, povertà e mafie”: un calendario di iniziative articolate in tutta Italia, per parlare di giustizia, contrasto alle mafie e reddito di dignità.
Il 16 Giugno si parte da Napoli, da Sud: una giornata che vedrà protagoniste le realtà sociali, il mondo della cooperazione sociale, del terzo settore, dei movimenti.
“Partire da Sud, vuol dire assumere un punto di vista – afferma La Rete dei Numeri Pari – quello di chi è stato vittima di tagli, sprechi, incapacità e che paga sulla propria pelle il prezzo di un lavoro precario, dell’assenza di politiche sociali, energetiche, sul lavoro in grado di restituire benessere diffuso, maggiore eguaglianza, possibilità di riscatto.”
L’assemblea pubblica si svolgerà alle 18.30 a Piazza San Domenico Maggiore. “Partire da Napoli vuol dire raccontare la storia di un territorio in grande sofferenza, ma che con grande energia dal basso trova le forze per generare un cambiamento vero. Per noi il 9 Giugno – afferma il nodo campano di Numeri Pari – sarà solo l’inizio di un cammino per metterci in connessione con vertenze, rivendicazioni, battaglie presenti in tutta la Regione e che raccontano l’urgenza di un nuovo welfare.”
Al centro, quindi, c’è l’urgenza di una legge nazionale sul reddito minimo garantito. Occorre rompere con la stagione politica che ha svuotato il welfare e ridare dignità ed autonomia a milioni di persone che pagano una crisi generata dalla speculazione finanziaria, affermando una nuova idea di società e solidarietà.
Austerità, tagli alla spesa sociale, privatizzazioni, minori salari, pessime condizioni di lavoro, sistemi fiscali iniqui, assenza di misure di sostegno al reddito, hanno causato un aumento delle disuguaglianze e della povertà senza precedenti nella storia del nostro paese. Non possiamo più aspettare. Bisogna cambiare rotta.
L’introduzione di un reddito minimo garantito e la previsione di servizi pubblici di qualità e universali sono la base, non negoziabile, di un nuovo sistema di welfare e sicurezza sociale, per tutelare le persone dai ricatti della povertà, delle mafie e di un lavoro senza diritti. Lo chiede perfino il Parlamento europeo sulla base della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea.
Nonostante la mobilitazione di tante e tanti che negli ultimi anni ha dato vita ad una proposta di “reddito di dignità” costruita dal basso, il Governo ha scelto invece di promuovere il Reddito di Inclusione, una proposta totalmente insufficiente per platea di beneficiari e risorse investite, che non risponde nemmeno alle esigenze di un terzo della popolazione in povertà assoluta. Nonostante la nostra Costituzione prevede l’obbligo di garantire la dignità umana attraverso politiche sociali e di sostegno al reddito adeguate, le misure messe in campo da governo e parlamento introducono una forma incostituzionale di “universalismo selettivo” che divide ultimi e penultimi. Le risorse per garantire a tutti e tutte i diritti sociali ci sono, come abbiamo visto nel caso dei 20 miliardi trovati in un attimo per le banche. Quello che manca è, invece, la volontà politica di mettere al centro l’impegno per eliminare disuguaglianze e povertà.
Per questo la Rete dei Numeri Pari ritorna nelle piazze per riprendere forza e parola per una vita degna, per costruire una società capace di essere davvero solidale, per liberare l’autonomia di scelta sul proprio futuro. Non è semplicemente una lotta contro la povertà, è una battaglia di democrazia sempre più urgente e necessaria.
Martina Di Pirro
14/6/2017 http://popoffquotidiano.it
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