MISERIA, POVERTA’ E RICCHEZZA NEL CORONA VIRUS
Così la pandemia ha reso i ricchi ancora più ricchi (e i poveri più poveri).
In questi mesi abbiamo sentito ripetere mille volte dai rappresentanti del governo, da Confindustria e sindacati confederali che siamo tutti sulla stessa barca, che l’unità nazionale – cioè quella fra sfruttati e sfruttatori – è l’unica via per salvarci, per fronteggiare questa nuova “guerra” contro il virus.
I sindacati Cgil-Cisl-Uil – e altri concertativi – hanno sottoscritto con Confindustria e il governo un accordo riconoscendo di avere gli stessi interessi. Per questi signori i lavoratori, invece della lotta di classe per difendere la loro salute e i loro interessi dovrebbero, in nome della comune lotta contro il virus, rinunciare a difendere la loro salute e la loro condizione lavorativa a vantaggio del profitto dei capitalisti.
Tuttavia a smentire questa narrazione ci sono i fatti: gli stratosferici guadagni delle multinazionali e dei loro padroni e la povertà crescente degli strati proletari e popolari.
Secondo i dati forniti dalla banca svizzera Ubs, i super miliardari sono aumentati e sono diventati ancora più ricchi: da 2.158 sono oggi 2.189, e la loro ricchezza totale è cresciuta del 27,5%, mentre i nuovi poveri, secondo dati di Coldiretti in Italia, anche a causa della pandemia, sono cresciuti di oltre un milione.
Se nel 2017 i super miliardari erano 2.158, dopo la prima ondata della pandemia sono diventati 2.189. E la loro ricchezza totale ha superato la soglia dei 10 trilioni di dollari.
Tra loro, secondo quanto riportato anche dal Corriere della sera, ci sono nomi molto noti: Jeff Bezos, proprietario di Amazon, che dal 18 marzo al 16 ottobre ha visto il suo patrimonio personale aumentato del 69,9%. Ha guadagnato quasi 80 miliardi di dollari in poco più di sei mesi.
Fra i super ricchi troviamo anche Bill Gates con un +20,4%, che porta il suo patrimonio personale a 118 miliardi di dollari. Mark Zuckerberg è invece salito a quota 97,7 miliardi, in crescita del 78,6%.
In termini percentuali l’aumento più significativo però l’ha registrato Elon Musk, patron di Tesla e SpaceX: +270%, per arrivare a un patrimonio personale di 91,9 miliardi di dollari.
Crescono i patrimoni dei super ricchi e contemporaneamente aumentano invece povertà e disuguaglianze in tutto il mondo.
Più 50 milioni di persone hanno perso il posto di lavoro dall’inizio della pandemia e, per la prima volta da oltre 25 anni, è aumentato il numero di coloro che vivono con meno di 1,6 euro al giorno.
In Italia, secondo il bollettino Istat di settembre che fornisce i dati del secondo trimestre del 2020 – quello in cui siamo stati in lockdown – le persone occupate sono diminuite di 470mila unità.
È come se tutti gli abitanti di città come Bologna o Firenze fossero rimasti all’improvviso disoccupati.
Secondo questi dati a perdere il lavoro sono stati soprattutto gli autonomi e i dipendenti a tempo determinato, ma anche quelli a tempo indeterminato che almeno sulla carta erano protetti dal blocco dei licenziamenti, perché i licenziamenti disciplinari per chi ha scioperato fuori dal controllo sindacale per difendere la sua salute, i licenziamenti disciplinari di chi ha infranto il vincolo di fedeltà, e quelli per motivi economici continuano con numeri crescenti, senza contare le cassintegrazioni a perdere e non rinnovate che non arrivano.
Durante la pandemia la disoccupazione nella fascia d’età 15-24 è salita al 31,1%, in aumento di oltre 3 punti percentuali rispetto a un anno fa. Tra i 25 e i 34 anni invece è del 15,9%, +1,4 rispetto a luglio 2019.
Secondo la Coldiretti, la pandemia e il conseguente lockdown di primavera hanno causato oltre un milione di nuovi poveri in Italia, e mentre i super ricchi del mondo diventano ancora più ricchi, per il proletariato e la piccola borghesia si prospettano tempi ancora più duri.
Oggi la pandemia è usata dai governi per comprimere le libertà costituzionali e personali attraverso un’organizzazione gerarchica, repressiva e sempre più autoritaria dello Stato.
Come abbiamo verificato ascoltando tutto e il contrario di tutto, non esiste una scienza ‘imparziale’ in una società divisa in classi.
La scienza asservita ai padroni ha sempre difeso la schiavitù del lavoro salariato, e oggi molti lavoratori stanno imparando a difendersi organizzandosi e combattendo una guerra implacabile contro lo sfruttamento capitalista.
La lotta per la difesa della salute in fabbrica, nei luoghi di lavoro e nella società, cioè la difesa della salute del proletariato, è un aspetto importante della sua lotta di classe.
I redditi stabiliscono il tenore di vita delle persone e davanti ai virus, alle malattie gli esseri umani vengono trattati dalla medicina in modo diverso: il valore della loro vita dipende dal valore della loro persona.
Tutti progressi della scienza in mano alla borghesia arricchiscono il capitale e non l’operaio, e non fanno altro che aumentare il suo dominio sulla forza lavoro.
Non è un caso che anche per Covid-19, mentre migliaia di proletari, lavoratori, pensionati morivano e continuano a morire nelle case di riposo e negli ospedali senza neanche il conforto dei loro parenti, i borghesi come Boris Johnson, Donald Trump, Silvio Berlusconi, Flavio Briatore e tanti altri “vip” se la sono cavata in pochi giorni.
I risultati della scienza e della medicina asservita al capitale sono al servizio dei privilegi della classe dominante e negati alla classe sfruttata.
Oggi, a parte le normali regole igieniche basate sul distanziamento e le mascherine, la medicina e la scienza del capitale non utilizzano le misure necessarie a preservare la salute degli sfruttati.
Oggi più che mai servirebbe una medicina preventiva, pubblica, che rintraccia le cause patogene e le elimini invece d’intervenire a posteriori con palliativi e vaccini, perché, come affermava il dott. Giulio Maccacaro “Medico o padrone non fa differenza, quando la scienza del medico è quella del padrone!!”
Una prevenzione che oggi il capitalismo, attraverso i suoi tecnici, nega perché la ricerca del massimo profitto, la legge della produzione capitalistica rendono impossibile una politica di prevenzione senza una forte lotta di classe che faccia scricchiolare il potere borghese.
Ogni lotta di classe è una lotta politica e quella della difesa della salute, delle condizioni di vita e di lavoro dei proletari oggi va condotta senza sconti.
La pandemia uccide i poveri, i lavoratori e getta sul lastrico i piccoli produttori, gli artigiani, i lavoratori ‘informali’, quelli in nero, i precari a vantaggio della proprietà privata capitalista fondata sul lavoro altrui sfruttato, ma formalmente libero.
Ma c’è un altro virus che uccide i poveri più del Covid 19 e che aumenta le disuguaglianze: il criminale sistema capitalista che, per ottenere il massimo profitto, uccide esseri umani e distrugge la natura.
Michele Michelino
19/12/2020 https://www.comitatodifesasalutessg.com
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