Modus in rebus
Riccardo Ferrazzi – Morellini, 2023
Qui non esiste l’ombra. A perdita d’occhio tutto è tagliato a fil di terra, la terra cuoce sotto il sole e sa di paglia e polvere. La Castiglia è un’incudine arroventata. La strada affonda in una pianura che ha il colore del grano trebbiato e si inoltra fino al limite dell’infinito, dove il cielo è una lama e cade a picco e trancia l’orizzonte. Ho sempre pensato che laggiù tutto finisca di colpo, sull’orlo di un burrone.
Inizia così il romanzo di Riccardo Ferrazzi, scrittore e traduttore, sue le traduzioni di Mark Twain, Federico Garcia Lorca, Vicente Blasco Ibanez, Haroldo Conti e altri.
Con questo incipit eccoci dentro Salamanca, città universitaria, barocca e romana, dove ogni casa è un monumento e ogni strada sa di mistero.
C’è una donna al centro di questa storia, una donna desiderabile, bella, dal fascino ambiguo e sfuggente, che appare per poi dileguarsi e riapparire davanti al protagonista, Vittorio Fabbri.
C’è la Spagna. Una spagna misteriosa e difficile tra Salamanca e Madrid.
Vittorio Fabbri è milanese e lavora per una multinazionale e per lavoro deve recarsi sovente in Spagna. La vita a volte riserva strane sorprese, non tutto appare come noi vorremmo.
Lo impara a sue spese il protagonista perché non si impara mai fino in fondo a conoscere il prossimo.
Salamanca è piena di fantasmi, di tori infuriati e morti nell’arena, dove il mistero è di casa, dove c’è qualcuno che ammazza i preti e li maschera da toro esponendoli sul sagrato della cattedrale.
A Salamanca Vittorio stringe un solido legame di amicizia con un gruppo di studenti, conosce e prova una forte passione per Mate e si ritrova coinvolto in un misterioso delitto.
Il delitto sarà la causa che lo costringerà a lasciare la città.
Ci tornerà dopo vent’anni, cercherà gli amici di un tempo, la donna che ha amato, che forse ricambiava il suo amore. Il corso della vita, invece, riserva sorprese perché si troverà invischiato in altri crimini, incontrerà altre donne che segneranno la sua esistenza.
Ben presto il viaggio e questo suo ritorno si trasformerà in una caduta senza paracadute dentro il passato dove porterà a galla sconvolgenti verità e la città diventerà il simbolo di ciò che è andato perduto e che vuole ritrovare a ogni costo, ciò che si era e che si poteva essere, del passato che rimbalza nel presente.
A vent’anni di distanza Mate diventerà un’ossessione, tanto che la ragione del ritorno a Salamanca è di cercarla e trovarla. Ancora una volta si innamorerà di una donna che gli procurerà una serie di guai creandogli terribili dubbi sul passato e sul presente.
Sarà un caso che questa donna gli ricorderà incredibilmente Mate? Lo scopriremo leggendo queste pagine di Modus in rebus, un noir che corre su un filo ad alta tensione
L’omicidio, quello che le autorità mirano a far passare per suicidio e a chiudere il caso nel più breve tempo possibile, sfida ogni forma di pudore perché mette in discussione la collettività e mette in discussione un sistema dove soltanto la letteratura può entrare in quello spazio sconfinato dove niente è scontato, dentro un’infinita di ragioni che possono ridursi a un semplice gesto.
Della narrazione il libro è in possesso della chiarezza espositiva e una forte coesione della struttura. I personaggi sono sempre dentro una fase di riflessione che manovra ogni loro azione.
Un noir con una scrittura analitica e nello stesso tempo intrisa di grande passione e dimostra come l’individuo non sia sempre legato al proprio io e alla sopravvivenza come base di un mondo complesso e difficile, ma al microcosmo che abita giorno per giorno come se fosse unico e nulla più.
Riccardo Ferrazzi entra con la scrittura dentro la nebbia dell’anima umana, mettendo insieme un dramma duro e romantico allo stesso tempo, pietra miliare della letteratura di genere.
Giorgo Bona
Scrittore. Collaboratore redazione di Lavoro e Salute
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