Montiferru
Una tragedia immane, una tragedia che si somma alla tragedia quotidiana. Nessuno dice che il Montiferru era già in ginocchio prima dell’incendio, che arde sul bruciato. I giovani erano già costretti ad emigrare, l’unico futuro, l’unica speranza di rimanere, è la terra. Ma che sorte si prospetta per chi vuole intraprendere la strada dell’agricoltura o dell’allevamento?
Nonostante il settore primario sia l’unico settore realmente produttivo in Sardegna non c’è nessuna politica seria in questo senso. La questione del latte che, a dispetto dei proclami politici, è ancora irrisolta, è solo il simbolo più noto della politica che come il fuoco, sospinto indifferentemente dal vento di destra e di sinistra, ha mangiato la nostra isola.
È giusto che la solidarietà arrivi dalla società civile, è giusto che ognuno dia una mano, ma bisogna chiedere conto alla Regione e allo Stato. Sono loro i piromani che hanno appiccato il fuoco invisibile dello spopolamento che dissangua inesorabilmente i paesi, goccia dopo goccia. In Italia i canadair sono la metà degli F35, un dato incredibile anche per coloro che da anni lottano contro la presenza militare in Sardegna.
Per gli incendi c’è la prevenzione, ci sono i dispositivi adeguati, invece per la politica, per uno Stato in fiamme e infame, non c’è prevenzione che tenga. Considerando che quello stesso Stato dovrebbe prevenire gli incendi, dovrebbe ricostruire e dovrebbe amministrare è evidente che non possiamo vivere sicuri, che siamo nelle mani di personaggi la cui unica capacità è quella di assistere impassibili all’annegamento di questa terra, quando non sono loro personalmente a chiudere le dita intorno al collo.
Per la politica l’incendio è una manna dal cielo: sarà colpa dell’incendio se non ci sarà da mangiare. Il fuoco lava via i peccati dello Stato. I soldi arriveranno, tra quanti anni? I soldi possono far ricrescere gli alberi, resuscitano gli animali? I comuni saranno abbandonati a loro stessi esattamente come prima. Non serve la memoria dell’ulivo di Tanca Manna per sapere come andrà a finire.
A Cuglieri non ci sono i murales che puoi trovare altrove in Sardegna.
In compenso su un muro che dà sul Corso, di fianco alla casa dei miei nonni, c’è questa scritta:
“VISITATE CUGLIERI PRIMA CHE SIA TROPPO TARDI”
Da bambino mi faceva ridere, col passare degli anni sempre meno.
Mia madre oggi mi ha detto:
“Pensa che l’olio che stai mangiando viene da alberi che non esistono più”
Mi è passata la fame.
“ORA È TROPPO TARDI”
È stato aggiunto, prima che la scritta sbiadisse del tutto.
Samed Ismail
giovane 24enne sardo palestinese (mamma sarda e padre palestinese).
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