Morire all’”Inferno”: il destino dei medici palestinesi incarcerati da Israele

di Simon Speakman Cordall (ripreso da zeitun.info)

Secondo recenti rivelazioni uno dei medici più importanti di Gaza potrebbe essere stato violentato a morte. Non è l’unico.

Attenzione: questo articolo include descrizioni o riferimenti a violenze sessuali che alcuni lettori potrebbero trovare inquietanti.

La vita del dottor Adnan Al-Bursh è in netto contrasto con il modo in cui il carismatico 49enne è morto.

A dicembre il primario di ortopedia dell’ospedale al-Shifa di Gaza stava lavorando all’ospedale al-Awda nel nord di Gaza quando lui e altri medici sono stati arrestati dall’esercito israeliano per riferite “ragioni di sicurezza nazionale”.

Secondo quanto dichiarato dall’organizzazione israeliana per i diritti umani HaMoked, quattro mesi dopo le guardie della prigione di Ofer hanno trascinato Al-Bursh e lo hanno scaricato nel cortile della prigione, nudo dalla vita in giù, sanguinante e incapace di stare in piedi.

Avendolo riconosciuto alcuni prigionieri hanno portato Al-Bursh in una stanza vicina, dove è morto pochi istanti dopo.

Entrare in un “Inferno”

Il dott. Al-Bursh era diventato una presenza costante nella vita di molti attraverso i video-diari che postava prima del suo arresto.

I suoi video lo mostravano con i suoi colleghi mentre scavavano fosse comuni nel cortile di al-Shifa per seppellire le persone perché Israele non permetteva che i loro corpi venissero portati in un cimitero, o mentre intervenivano su feriti e moribondi con poca o nessuna attrezzatura e aspettavano insieme l’assalto israeliano contro un ospedale dove migliaia di persone avevano cercato sicurezza.

L’assalto è avvenuto a metà novembre quando, in scene catturate dal dott. Al-Bursh, l’esercito israeliano ha ordinato ai pazienti, al personale e a circa 50.000 sfollati rifugiati ad al Shifa di andarsene.

Il dott. Al-Bursh ha raggiunto l’ospedale indonesiano nel nord di Gaza dove ha lavorato fino a quando anche quello non è stato preso di mira, a novembre, e si è trasferito all’ospedale Al-Awda.

Lì è stato arrestato e condotto in un sistema carcerario che l’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem descrive come “Inferno”.

Israele spesso imprigiona operatori sanitari come il dottor Al-Bursh per “indagini” e li mantiene in condizioni orribili.

“La maggior parte dei medici e infermieri [detenuti da Israele e che hanno parlato con PHRI] ha riferito di essere stati sottoposti ad interrogatori al fine di ottenere informazioni ma senza che gli venisse rivolta alcuna accusa”, ha affermato Naji Abbas, direttore del dipartimento dei prigionieri di Physicians for Human Rights Israel [Medici per i diritti umani – Israele].

“Il nostro avvocato ha visitato decine di operatori sanitari che [sono] ancora in detenzione israeliana da lunghi mesi senza accuse o senza un giusto processo e la maggior parte di loro non ha mai visto un avvocato”, ha aggiunto.

Il Ministero della Salute palestinese a Gaza riferisce che dall’inizio della guerra a Gaza nell’ottobre 2023 Israele ha arrestato almeno 310 operatori sanitari palestinesi.

Molti di loro hanno denunciato abusi e trattamenti crudeli, tra cui l’imposizione di posizioni forzate, la privazione di cibo e acqua e la violenza sessuale, compreso lo stupro.

“Gli operatori sanitari con cui abbiamo parlato sono stati trattenuti per un periodo compreso tra sette giorni e cinque mesi”, ha affermato Milena Ansari di Human Rights Watch (HRW), il cui rapporto di agosto sulla detenzione arbitraria e la tortura degli operatori sanitari ha documentato la situazione.

“Molti non vengono nemmeno accusati, vengono solo poste loro domande generiche, come: ‘Chi è il tuo imam?’, ‘In quale moschea vai?’ o anche ‘Sei un membro di Hamas?’, ma senza fornire alcuna prova”, ha detto.

Di male in peggio e poi diventa un “Inferno”

I resoconti diffusi delle torture e dei maltrattamenti sui prigionieri palestinesi nelle prigioni israeliane sono di lunga data.

Tuttavia tutti gli analisti con cui ha parlato Al Jazeera hanno notato due fasi distinte nel drammatico deterioramento delle condizioni e nell’aumento degli abusi: la prima dopo la nomina di Itamar Ben-Gvir a ministro della sicurezza nazionale nel 2022, seguita dall’esplosione di maltrattamenti dei detenuti dopo l’inizio della guerra israeliana a Gaza nell’ottobre 2023.

“Non gli importa se sei di Gaza o di Gerusalemme, se sei un medico o un lavoratore: se sei un palestinese, sei il nemico”, ha affermato Shai Parness dell’organizzazione israeliana per i diritti umani B’Tselem.

“È brutale e sistematico”, ha detto di un sistema che il rapporto di agosto di B’Tselem, Welcome To Hell, ha descritto come “una rete di campi di tortura”.

“Non è solo violenza, umiliazione e abuso sessuale, è tutto”, ha detto Ansari.

“I resoconti di violenza fisica e sessuale sono abituali. Tra le persone abusate fisicamente le ferite alla testa, alle spalle e, nel caso degli uomini, tra le gambe e il sedere sono abbastanza comuni”, ha aggiunto Ansari.

Ha descritto nei dettagli il caso di un paramedico che ha riferito a HRW di aver incontrato un altro detenuto che sanguinava dall’ano, il quale ha raccontato come tre guardie israeliane si fossero alternate a violentarlo con i loro fucili M16.

“Ridurre i loro diritti”

A luglio, nel rispondere alle accuse di sovraffollamento da parte dello Shin Bet, l’agenzia di sicurezza interna di Israele, Ben-Gvir si è vantato delle condizioni abominevoli nei suoi sistemi carcerari, scrivendo su X: “Da quando ho assunto la carica di ministro della sicurezza nazionale, uno degli obiettivi più importanti che mi sono prefissato è quello di peggiorare le condizioni dei terroristi nelle prigioni e di ridurre i loro diritti al minimo richiesto dalla legge”.

All’inizio della stessa settimana ha pubblicato un video in cui affermava: “Si dovrebbe sparare ai prigionieri invece di dar loro da mangiare”.

“Era terribile, è sempre stato terribile”, ha detto Abbas ad Al Jazeera, “Ma le cose sono diventate molto pesanti dopo la nomina di Ben-Gvir. Da ottobre è come un altro mondo. È diventato orripilante.

“Prima della guerra c’erano centinaia di prigionieri palestinesi con malattie croniche. Ora in prigione ci sono migliaia di persone in più, il che significa molte più persone con condizioni croniche che non vengono curate”.

A luglio, in seguito all’arresto di soldati israeliani accusati di torture sistematiche e stupri presso il centro di detenzione di Sde Teiman, manifestanti israeliani, tra cui politici eletti, hanno preso d’assalto Sde Teiman e la vicina base di Beit Lid chiedendo il rilascio dei soldati arrestati.

In seguito Ben Gvir ha scritto al primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu condannando l’arresto dei soldati per stupro e tortura in quanto “vergognoso” e dicendo delle condizioni nel suo sistema carcerario: “I campi estivi e la pazienza per i terroristi sono finiti”.

Secondo una dichiarazione rilasciata dall’esercito israeliano alla Sky News del Regno Unito, il dottor Al-Bursh è stato portato da Al-Awda a Sde Teiman.

Un altro detenuto, il dottor Khalid Hamouda, ha valutato che più o meno un quarto dei circa 100 prigionieri di Sde Teiman erano operatori sanitari.

(traduzione dall’inglese di Aldo Lotta)

da qui

5/12/2024 https://www.labottegadelbarbieri.org/

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