Morte in cantiere a Terlizzi , pochi giorni dopo l’evento mortale di Brindisi
Continua lo stillicidio di morti nei cantieri; l’ultimo lutto che dobbiamo registrare è quello di un lavoratore di 79 anni caduto nel vano ascensore; assenza di protezione ? “fretta” ? sovraccarico lavorativo ?
gli interrogativi sono quelli di sempre e le risposte sono prevedibili se non scontate:
- Lavorare a 79 anni ? quali sono i fattori che determinano la permanenza in luoghi ad alto rischio come la quasi totalità dei cantieri edili di personale addirittura ultra sessantacinquenne?
- Chi garantisce la sicurezza e la prevenzione nei cantieri edili ?
- C’è qualche persona ragionevole che pensa davvero possa funzionare un sistema di prevenzione come la “patente a punti “ inventato da un governo inadeguato e totalmente disinteressato alla salute dei lavoratori, patente con la quale per un evento mortale si perdono 20 punti che però sono recuperabili con “corsi di formazione” ?
“Non è bastata “ la strage di Firenze del 16 febbraio per indurre una vera svolta nella strategia della prevenzione. Lo diciamo da anni : la strada maestra per invertire la rotta disseminata da stragi operaie è la crescita del potere dei lavoratori che passa attraverso la loro partecipazione attiva al sistema della prevenzione con la costituzione dei GRUPPI OPERAI OMOGENEI con i quali i servizi di vigilanza si devono obbligatoriamente rapportare ; i lavoratori non possono essere oggetto passivo di vigilanza; da questo punto di vista il ventilato aumento numerico delle ispezioni , se non entriamo nel merito della qualità delle stesse e della loro gestione, non cambierebbe nulla.
Particolare è il rammarico e il dolore che ci colpisce quando le notizie di morte vengono dal territorio della regione Puglia; diversi anni fa proponemmo alla Regione di attivare un nucleo ispettivo territoriale , in analogia a quanto avvenuto in Toscana per il cosiddetto comparto cino-pratese; abbiamo proposto – assieme alla associazione Sanità Pubblica- la costituzione di un nucleo ispettivo rafforzato e incastonato nei servizi di vigilanza delle USL che , in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori, disegnasse la mappa dei rischi territoriali (agricoltura, edilizia , fuochi artificiali ed altro; il territorio di Terlizzi è noto per rischi particolari legato ad uno specifico sub-comparto agricolo ) e che agisse con i criteri della esperienza toscana (valida ed efficace anche se , perché partisse, si è “aspettata” la nota strage della fabbrica tessile di Prato) ; la nostra proposta fu successiva alla strage della fabbrica di fuochi artificiali di Modugno: non registrammo nessuna risposta dalle istituzioni; forse anche la regione Puglia conta sul sistema della patente a punti piuttosto che su iniziative concrete.
Nell’esprimere il nostro sentimento di lutto e la nostra rabbia per questa ennesima vittima “anziana” sul lavoro in un cantiere edile chiediamo ai lavoratori, ai cittadini , agli “onesti” a prescindere da appartenenze e ideologie, di avviare una inchiesta popolare sull’evento mortale di Terlizzi e di intervenire ovunque possibile nel controllo, valutazione critica e riscrittura se necessario del DVR documento di valutazione del rischio; se questo documento viene lasciato in mano al “padrone” ciò determina una condizione foriera di nuovi lutti e nuove stragi di operai
la questione centrale è sempre quella : arrivare il giorno prima
Occorre costruire una rete capillare con sensori diffusi in tutto il territorio che possa far suonare , dove necessario, i campanelli di allarme prima dell’evento potenzialmente mortale.
Vito Totire, medico del lavoro, RETE NAZIONALE LAVORO SICURO
333.4147329
Bologna, 6.3.2024
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