MORTI SUL LAVORO: LA STRAGE CONTINUA
Non bastano più le parole di sdegno gridate e scritte sui manifesti mille volte. Le frasi dolenti di circostanza ripetute alla fine di ogni piccolo articolo dei giornali di provincia che annuncia una morte su lavoro appaiono sempre più un rituale che non consola né placa la rabbia di chi ha perduto un famigliare o una persona amica.
Il quotidiano online Repubblica ha aperto un canale che riporta le notizie quotidiane di morti sul lavoro: una ecatombe.
Ma come è possibile che nell’agosto 2019 due operai muoiano uccisi dalle esalazioni durante l’ispezione di un pozzo di percolato di una discarica ? Le procedure per lavori in ambienti confinati sono note da tempo. Chi ha mandato quei due lavoratori a fare l’ispezione senza prima bonificare il pozzo ? Oggi esistono rilevatori di gas inquinanti che costano poche centinaia di euro. Con l’uso di un rilevatore verosimilmente quei lavoratori, ad Alliano di Matera, non sarebbero entrati nel pozzo. Una tragedia evitabile ? Quasi certamente si. Per evitarla era necessario che l’Azienda di cui erano dipendenti avesse predisposto una valutazione dei rischi di lavoro in ambienti confinati. E’ stata fatta questa valutazione ? Sono stati adottati i DPI e gli strumenti di rilevazione per evitare ai lavoratori di scendere nel pozzo saturo di gas ? Certo è compito della magistratura individuare eventuali responsabilità penali ma non per questo non possiamo non porci questi quesiti. Quante sono le aziende che lavorano senza un metodo senza criteri per valutare e gestire i rischi ? Dal numero crescente degli incidenti mortali sono purtroppo molte.
Muoiono operai, artigiani, piccoli imprenditori e figli di piccoli imprenditori.
“Incidenti sul lavoro, muore schiacciato da un rimorchio 33enne all’Aquila”
Il giovane uomo era il figlio del proprietario dell’Azienda, schiacciato da un rimorchio sul quale stava facendo manutenzione.
Le cadute dai tetti dei capannoni e dalle impalcature sono gli eventi che si ripetono negli anni senza che vi sia una regressione del fenomeno.
Molti sindacati di categoria giustamente denunciano la mancanza dei controlli delle autorità preposte alla vigilanza. E’ certamente un problema se in questi anni di crisi e di definanziamento del SSN vi sono stati tagli degli organici dei Servizi delle ASL e degli Ispettorati del Lavoro. Al nuovo governo e alle Regioni vanno richieste le assunzioni del personale necessario per la vigilanza.
Ma questo non basterà per frenare la “mattanza” di lavoratori.
E’ necessario verificare azienda per azienda se le metodologie e le pratiche di gestione della sicurezza nelle fabbriche e nei luoghi di lavoro in generale sono adeguate, effettive ed efficaci.
Troppo spesso nel tempo, dopo che i consulenti hanno consegnato i faldoni del Documento di Valutazione dei Rischi, i documenti vengono chiusi e sigillati in un armadio e chiusi a chiave assieme ai problemi odi gestione della sicurezza non risolti.
Se si vuole interrompere la curva ascendente del numero degli infortuni bisogna che vi sia una iniziativa sindacale, azienda per azienda, territorio per territorio, per andare a verificare DVR, programmi di prevenzione predisposti dall’azienda e misurarne la validità e l’efficacia.
Occorre dare uno scrollone al torpore diffuso rispetto ai problemi della gestione della organizzazione del lavoro concernenti la sicurezza.
E’ importante, ma non basta come sindacato, chiedere solo più controlli e più personale per i Servizi di vigilanza delle Asl.
Occorre una nuova leva di delegati sindacali, RLS, giovani e ragazze ben formati che in Azienda rappresentino il bene salute dei lavoratori e sappiano pure valutare se gli strumenti di conoscenza e di valutazione e gestione dei rischi predisposti dall’Azienda siano efficaci o meno.
704 vittime nel 2018 (+ 4,5 % rispetto al 2017)
391 vittime nei primi cinque mesi del 2019
Sono cifre pesanti come macigni.
Non serve la retorica, non basta più l’indignazione, la questione sicurezza su lavoro è una priorità nazionale, occorre agire per arrestare questa crescita di lutti e di sofferenze.
Il nuovo governo deve mettere in agenda la questione sicurezza sul lavoro.
Gino Rubini
Editor di Diario Prevenzione
6/9/2019 www.diario-prevenzione.it
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